Russia 2018, Abete: «Senza l'Italia al Mondiale? Che tristezza»

Russia 2018, Abete: «Senza l'Italia al Mondiale? Che tristezza»
Giovedì 14 Giugno 2018, 18:21 - Ultimo agg. 18:41
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«È un momento particolare per il nostro calcio, e non solo perché in questo momento la Federazione è commissariata, e quindi abbiamo l'auspicio che si ritorni ad una normalità democratica con organi eletti dalla propria assemblea, ma anche perché oggi iniziano i Mondiali e noi siamo qui a Pescara per i 120 anni della Federazione, nell' ambito delle iniziative della Lega Pro, legate alla finale play-off Siena-Cosenza, mentre appunto partono i Campionati del Mondo senza la nostra Nazionale, e questo lascia in tutti noi un pò di tristezza». Lo ha detto Giancarlo Abete, ex presidente federale e papabile per la presidenza Figc, a Pescara, a margine della partecipazione al convegno '120 anni di Figc: dalla storia a una nuova vittorià, nell'ambito delle iniziative della Lega Pro legate alla finalissima play-off Siena-Cosenza, in programma sabato 16 giugno allo stadio Adriatico.

«Al voto ad agosto? Anche in relazione all'ultima Giunta del Coni di Trieste sembra allontanarsi l'ipotesi del voto ad agosto perché probabilmente si porrà un problema di approvare prima alcuni principi del Coni da riportare poi in sede statutaria. Però questo non fa altro che allontanare un percorso di normalità nel senso che ogni organizzazione vive nella normalità».
Così Giancarlo Abete, ex presidente federale e 'candidatò in pectore per la presidenza Figc, a Pescara, a margine della partecipazione al convegno '120 anni di Figc: dalla storia a una nuova vittorià. «Il commissariamento - ha aggiunto Abete - può durare tre mesi, sei o nove mesi, ma, comunque, è sempre un incidente di percorso all'interno di una normalità che vede tutte le associazioni vive grazie al consenso dal basso». E poi: «Il problema dell'indizione delle elezioni e dei candidati presentati dalle varie componenti è un problema significativo ma, in questo momento, secondario rispetto a un modo di intendere la dirigenza sportiva che, per me, non è fatta di nomine e di élite scelte dall'alto, ma di consenso dalla base», ha affermato Abete. «Io - ha tenuto a sottolineare - pospongo il problema della mia posizione personale ad un approccio di metodo perché ogni organizzazione deve poter eleggere i propri rappresentanti in piena libertà e autonomia e questa opportunità deve essere data in tutti i sistemi associativi e a maggior ragione quando si tratta di ambienti sportivi». (
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