San Carlo, tris di numeri dieci per Diego:
videomessaggi di Baggio, Del Piero, Totti

San Carlo, tris di numeri dieci per Diego: videomessaggi di Baggio, Del Piero, Totti
di Davide Cerbone
Martedì 10 Gennaio 2017, 08:45 - Ultimo agg. 16:54
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Il campo, quello è ancora vuoto. Eppure, quando manca una settimana al fischio d'inizio, in tribuna è già da giorni tutto esaurito. Manco fosse un una partita che vale una stagione. Manco fosse, per dirne una, Napoli-Real. Ma, con buona pace dei templari del melò, quella che Maradona giocherà al teatro San Carlo il 16 gennaio sarà una partita dal risultato già acquisito. La contaminazione, del resto, è meno stravagante di quanto possa apparire: in fondo, la vita del fuoriclasse, sempre in bilico tra l'epico e il tragico, starebbe benissimo in un libretto d'opera.
Al di là delle polemiche, comunque, si fa largo l'evento. Una serata unica, con un'inedita coppia d'attacco a promettere gol e prodezze: Alessandro Siani da Fuorigrotta e Diego Armando Maradona da Lanus. Un comico di successo e un calciatore entrato nella leggenda, uniti nel segno di un aggettivo che è al tempo stesso una vocazione: «popolare». Ed è insieme nobile e popolare la sensibilità che ha ispirato una delle trovate della serata. Ad anticiparla è proprio il comico, in questi giorni campione di incassi con il film «Mister felicità». «Da tre anni con don Antonio, il parroco della Sanità, organizziamo una manifestazione che si chiama Benvenuti nel Rione Sanità. I protagonisti sono i giovani ragazzi del Sanitànsamble, che hanno imparato a suonare gli strumenti e a credere in qualcosa. In questi anni hanno fatto tante cose nell'ombra, ma su di loro si sono accese anche le luci della tv: sono stati, per esempio al programma di Mika. La loro grandezza sta nell'umiltà e nella capacità di trovare sempre una forza che è più forte dell'ombra e anche della stessa luce: un suono che viene dall'anima, e si chiama musica. Il 16 gennaio saranno loro la nostra orchestra nella buca del San Carlo. Proprio loro suoneranno 'O sole mio. E noi ci abbracceremo quando suoneranno Era de maggio, perché na sera e maggio la nostra passione s'è unita per sempre».

Anche così Siani, nel triplo ruolo di autore, regista e mattatore (il comico sta preparando un monologo, ma vorrebbe limitare le proprie sortite per lasciare la scena all'ospite d'onore) ha scelto di celebrare una devozione. E non a caso il suo omaggio corale al più grande di tutti i tempi l'ha intitolato «Tre volte dieci». Tanti sono gli anni che separano il ricordo di oggi dal giorno che fece impazzire di gioia un popolo avvezzo alla subalternità. Era de maggio, un pomeriggio del 1987. Il dieci (e quando, sennò?), per la precisione. In queste tre decadi, sul prato del San Paolo sono passati in tanti. Uno solo, però, è rimasto. Come se non se ne fosse mai andato.

Sul palco, si alterneranno diversi interpreti della tradizione cittadina. Personaggi dello spettacolo, ma non solo. Tra questi, Clementino, che chiederà a Maradona di duettare sul suo successo «Cos cos cos» e gli dedicherà un freestyle, prima di cimentarsi con «Don Raffae'» di De Andrè, e Valentina Stella, che intonerà alcune canzoni napoletane. Il suo eloquente «no comment» vale una conferma. Ma con Diego - per il quale, come si conviene per un sovrano del pallone, sarà allestito un trono al centro di un finto prato - dialogherà anche con personaggi della società civile. Forse anche con l'amico Gianni Minà, che dovrebbe intervistarlo. Al folletto che trascinò l'Argentina nel trionfo di Mexico 86 e dieci mesi dopo il Napoli al primo scudetto parleranno dal maxischermo tre grandi numeri dieci del passato recente: Roberto Baggio, Alex Del Piero e Francesco Totti. E un videomessaggio potrebbe arrivare anche dagli States, dove Paolo Sorrentino è impegnato con la promozione della serie tv «The Young Pope».

Nel 2014 il regista, tifosissimo del Napoli, stringendo tra le mani l'Oscar appena conquistato con «La grande bellezza» citò tra le sue «fonti d'ispirazione» proprio Maradona. Sono stralci da un canovaccio in continuo divenire per una serata che scorrerà tra momenti di intrattenimento, dialoghi, amarcord, filmati e immagini d'annata. «Maradona è per sempre la città di Napoli. Solo chi non è napoletano o tifoso del Napoli non comprende quanto è nel corpo, nell'anima, nel cuore, quanto ha fatto sognare questa città nei momenti difficili», sgombra il campo dalle perplessità il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. «Il San Carlo, del quale sono presidente è il teatro più antico del mondo», aggiunge. «Ma non bisogna assolutamente preoccuparsi se un giorno ospita un genio del calcio. Quando feci fare un concerto a Nino D'Angelo qualcuno disse che il popolo non può entrare al San Carlo, ma è esattamente il contrario».

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