Saputo: «Disgustose minacce ai dirigenti del Bologna»

Saputo: «Disgustose minacce ai dirigenti del Bologna»
Sabato 15 Dicembre 2018, 17:16 - Ultimo agg. 20:32
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Un «episodio disgustoso» che deve «rappresentare l'occasione per una riflessione»: «non è ammissibile che il calcio diventi il pretesto per dare sfogo agli istinti più beceri, spesso tollerati o persino fomentati». Così Joey Saputo, patron del Bologna Calcio, condanna l'atto intimidatorio di ieri a Casteldebole, dove sono comparse tre croci con i nomi di altrettanti dirigenti del club: l'ad Claudio Fenucci, il direttore sportivo Riccardo Bigon e il manager Marco Di Vaio.

«Desidero per prima cosa ringraziare tutti i bolognesi, gruppi organizzati e singoli tifosi, che in queste ore hanno condannato pubblicamente la messinscena allestita ieri davanti ai cancelli di Casteldebole», aggiunge Saputo. «Claudio Fenucci, Riccardo Bigon e Marco Di Vaio sono persone perbene che godono della mia piena stima professionale: a loro va la mia personale solidarietà. Resta la gravità del fatto: mai avrei pensato che in una città come Bologna potessero verificarsi episodi del genere, che non posso in alcun modo collegare alla passione genuina dei veri tifosi rossoblù. Non concepisco e non concepirò mai che per uno sport, che dovrebbe essere motivo di divertimento e aggregazione, si arrivi a minacciare tre persone. Tre persone che peraltro ricevono da mesi offese di ogni tipo, sui social e nei messaggi inviati a radio e tv, perché la squadra quest'anno non sta ottenendo i risultati sperati. Ora si è superata la misura e giustamente la condanna è unanime».

I carabinieri hanno ricevuto le denunce e informato la Procura dopo l'atto intimidatorio scoperto ieri pomeriggio a Casteldebole, davanti al centro tecnico del Bologna Calcio, dove sono comparse tre croci con i nomi di altrettanti dirigenti del club. A presentare denuncia, per il reato di minacce, sono stati la società sportiva e, individualmente, i tre dirigenti citati sulle croci: l'ad Claudio Fenucci, il direttore sportivo Riccardo Bigon e il manager Marco Di Vaio. Le indagini sono condotte dagli investigatori della compagnia Borgo Panigale con il supporto della Sis (la sezione investigazioni scientifiche dell'Arma), che svolgerà accertamenti tecnici sulle croci ed esaminerà i filmati di telecamere della zona alla ricerca di tracce utili all'individuazione dei responsabili. L'atto intimidatorio non è stato rivendicato e, a quanto si apprende, le prime ipotesi sono che si sia trattato del gesto di un 'cane sciolto', forse un singolo o un piccolo gruppo, non necessariamente legati a tifoserie organizzate.

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