Sport, l'estate delle donne: cuore, talento e voglia di stupire

di Francesco De Luca
Giovedì 27 Giugno 2019, 08:13 - Ultimo agg. 08:14
4 Minuti di Lettura
Brave come gli atleti e i dirigenti. Forse di più. Perché sanno colpire anche al cuore. L’estate italiana è azzurra più che mai grazie alle donne. Quelle che hanno conquistato i quarti ai Mondiali di calcio a 28 anni dall’unica e ultima volta e quelle che hanno dato una spinta importante all’assegnazione delle Olimpiadi d’inverno 2026 all’Italia con le loro parole e il loro entusiasmo a Losanna, aspettando che dagli Europei di basket e dai Mondiali di nuoto arrivino altre vittorie. Gli uomini, nel pallone, si sono fatti progressivamente da parte: la Under 19 si è fermata al quarto posto nei Mondiali e la Under 21 neanche è riuscita a superare il girone di qualificazione degli Europei organizzati in Italia. Nella banda di Di Biagio vi sono alcuni grandi talenti (Chiesa e Meret) e anche ragazzini viziati (Kean e Zaniolo). Nella squadra di Bertolini, la ct nata nel paese di Bagni, neanche una calciatrice sopra le righe ed è anche questo il segreto di un gruppo che ha voglia di stupire, arrivando fino alla finale del 7 luglio a Lione: sognano di ripetere, queste benedette ragazze, i trionfi dell’Italia di Bearzot e Lippi, quelli dell’11 luglio ‘82 a Madrid e del 9 luglio 2006 a Berlino.

Alla vigilia dei Mondiali in Francia, e subito dopo un episodio di violenza di cui era stata vittima l’arbitra di calcio Giulia Nicastro, era stato diffuso un «Manifesto dello sport femminile» con una forte denuncia: «Oltre alla grave e intollerabile discriminazione economica tra atlete e atleti e all’insufficiente promozione dello sport femminile c’è una modesta e spesso stereotipata rappresentazione degli sport femminili sui media». In questa estate non è così perché l’avventura ai Mondiali femminili ha significativi risvolti tecnici e non soltanto quelli di colore, legati al look e alle passioni delle azzurre. Loro sono protagoniste sul campo, non sui giornali di gossip, e adesso puntano a far fuori l’Olanda per poi sfidare in semifinale la vincente di Germania-Svezia. Hanno conquistato il Paese, come confermano i dati dei telespettatori: per la partita con la Cina sono stati quattro milioni e mezzo e sabato lo share salirà ancora di più. Merito di una squadra che sa vincere, con un’allenatrice che fa le mosse giuste, come togliere un’attaccante e inserire una centrocampista in un momento difficoltà, entusiasmandosi proprio per il gol di quella centrocampista, Galli. E c’è di più: le vittorie in Francia saranno la spinta decisiva per il professionismo femminile.

Ma la forza delle azzurre - delle regine degli sport invernali, ad esempio - è anche nella diplomazia. Perché il presidente del Coni, Giovanni Malagò, si è complimentato per la magnifica performance delle «Fab Four» Sofia Goggia, Michela Moioli, Arianna Fontana ed Elisa Confortola, appena 17enne, in occasione dell’assemblea del Cio a Losanna di lunedì scorso, quando si è decisa l’assegnazione dei Giochi 2026 a Milano-Cortina. Perfette durante il discorso a sostegno della candidatura, brillanti con il loro show che ha fatto sorridere i serissimi esponenti del Comitato olimpico internazionale. Hanno valutato il dossier, certo. Ma hanno colto anche l’entusiasmo di campionesse allenate a salire su un podio, non su un palco per fare discorsi «da grandi», cioè da dirigenti che puntavano a raggiungere un obiettivo di prestigio non per il Coni, non per il governo, ma per il Paese, perché quello dei Giochi invernali è un affare da 4 miliardi che può creare 38mila posti di lavoro. «Fiere di aver fatto qualcosa di bello per l’Italia», ha sintetizzato l’oro olimpico Goggia, dopo aver lanciato con la campionessa di snowboard Maioli lo slogan «Sogniamo insieme». E Malagò il primo abbraccio - da vincitore di questa sfida - lo ha dedicato all’ex campionessa di scherma Diana Bianchedi, al suo fianco in un’altra battaglia, quella persa, per i Giochi olimpici a Roma.

L’onda azzurra si spingerà adesso fino agli Europei di basket (oggi prima sfida con la Turchia, l’obiettivo è conquistare un posto per i Giochi a Tokio) e ai Mondiali di nuoto, dove le stelle saranno Federica Pellegrini, l’Eterna che a 16 anni conquistò la prima medaglia pesante (argento) ai Giochi di Atene, e Simona Quadarella, protagonista agli Europei di Glasgow con quattro medaglie d’oro un anno fa. Il loro fascino, ma anche la loro forza e l’ansia di riscatto che ad esempio ha animato la Divina nelle successive tappe dopo il flop ai Giochi di Rio 2016. In quel «manifesto» di un mese fa che sottolineava la disparità di trattamento tra atleti e atlete c’era tuttavia un dato di crescita: perché, secondo i dati 2017 del Coni, la percentuale femminile è arrivata al massimo storico del 28,2 di praticanti su 4,7 milioni. E salirà dopo i sogni di questa estate.
© RIPRODUZIONE RISERVATA