​La Supercoppa è dell’Atletico:
il Real Madrid si arrende senza CR7

La Supercoppa è dell’Atletico: il Real Madrid si arrende senza CR7
Mercoledì 15 Agosto 2018, 23:35 - Ultimo agg. 16 Agosto, 12:29
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Comincia male il post Cristiano Ronaldo del Real Madrid che, a Tallin, cade nel derby contro l’Atletico e vede la Supercoppa europea viaggiare verso la parte biancorossa di Madrid. In Estonia la squadra di Simeone è semi-perfetta: va in vantaggio dopo appena un minuto con una magia di Diego Costa, pareggia ancora con il suo centravanti a dieci minuti dal 90’ dopo che Benzema e Sergio Ramos su rigore avevano permesso ai Blancos di mettere la freccia, e poi stravince ai supplementari grazie al super gol di Saul e al poker di Koke
 
 
 
Per i colchoneros si tratta del terzo successo in questa competizione e, fatto unico, l'Atletico, detentore dell'Europa League, è l'unica squadra negli ultimi 10 anni ad aver battuto la squadra vincitrice della Champions. Un successo alla fine meritato e sudato, anche se il Real, che pure era andato sotto dopo neppure un minuto ma era riuscito a fare il sorpasso, se le deve prendere solo con sé stesso per degli errori difensivi non da squadra regina d'Europa. Il pareggio, quando mancavano poco più di 10' alla fine, ha lasciato storditi i ragazzi di Lopetegui che hanno incassato l'uno-due nel primo supplementare (Saul 98' e Koke 104'), frutto di strafalcioni di tutto il reparto difensivo. 
 
Partita bella e vibrante, nonostante si sia ancora a inizio stagione, che ha premiato la squadra più caparbia e fisica, aggettivi cari a Simeone ancora squalificato e in tribuna, rispetto ad un Real, a tratti veramente bello e meno scontato nel gioco dopo la partenza di Cristiano Ronaldo ma che si è spento dopo un'ora. Lopetegui sceglie inizialmente la squadra fisicamente più pronta e non figlia del mercato, così Modric e Courtois iniziano dalla panchina (solo il secondo entrerà dopo un'ora), a favore di un tridente Asensio-Benzema-Bale. Di contro, il Cholo opta per il classico 4-4-2, con il nuovo Lemar esterno destro e Gelson Martins in panchina. Rispetto alla gestione Zidane e senza più la calamita CR7, il Real (finché le gambe reggono) gioca paradossalmente meglio, con i tanti trequartisti che non danno riferimenti alla difesa avversaria. Dopo essere andato subito avanti (grazie a un'intuizione di Diego Costa che si porta avanti la palla di testa, brucia Varane e infila tra palo e portiere) l'Atletico non crea più per tutto il primo tempo occasioni serie davanti a Keylor Navas. Il Real non si scompone, crea gioco e raggiunge meritatamente prima il pari (grazie a un assist al bacio di Bale che Benzema trasforma in oro) e poi il vantaggio per un rigore sacrosanto (trasformato da Ramos) dopo un fallo di mano di Godin. Sembrerebbe fatta, anche perché Lopetegui manda in campo Modric per un esausto Asensio ma al 34' ancora un caparbio Diego Costa approfitta testardamente di un errato disimpegno blancos e servito da Correa la mette dentro. Lì finisce la partita del Real e inizia il trionfo dell'Atletico che nel giro di 6 minuti nel primo supplementare chiude la pratica, sempre grazie al pressing di uno straripante Diego Costa che mette pressione ai difensori blancos: così ad approfittarne è prima Saul con uno strepitoso sinistro sotto la traversa e poi Koke, con una palla all'angolino basso che apre nel peggiore dei modi il post-epopea CR7.
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