Cattura Zagaria, una tesi di laurea sul metodo di indagine hi tech

Cattura Zagaria, una tesi di laurea sul metodo di indagine hi tech
Lunedì 22 Luglio 2019, 18:12 - Ultimo agg. 23 Luglio, 07:06
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Il sistema utilizzato per la cattura del boss dei Casalesi Michele Zagaria diventa metodo scientifico, oggetto di studio: si intitola «Diritto Processuale Penale dell'Unione Europea; tecniche d'investigazione per la cattura latitanti: il caso Zagaria», la tesi di laurea magistrale in Giurisprudenza che domani una candidata discuterà all'Università della Campania Vanvitelli. Nella veste di relatore e di correlatore, rispettivamente i professori Antonio Pagliano e Catello Maresca, il magistrato che riuscì ad arrestare il capoclan che, da qualche anno, collabora con Università Vanvitelli.
 


Quella che portò alla cattura di uno dei latitanti più pericolosi d'Italia, com'è noto, fu un'indagine avveniristica. E diversamente non poteva essere visto che l'ex primula rossa del clan dei Casalesi sfuggiva alla giustizia da ben 16 anni. Ma anche grazie a strumenti come i trojan e i droni, oggi diventati colonne portanti delle attività investigative, Michele Zagaria, ricercato dal 1995, venne stanato, il 7 dicembre 2011, dopo quattro anni di indagini asfissianti, da un bunker che lui stesso aveva fatto costruire in una villa di Casapesenna (Caserta).

«Quando il 22 ottobre 2007 fui nominato alla direzione distrettuale antimafia di Napoli - ricorda Maresca - con il compito dichiarato di catturare Michele Zagaria, già latitante da oltre 12 anni, non avrei mai immaginato che il metodo utilizzato e sperimentato sul campo potesse diventare oggetto di studio di una tesi di laurea». Maresca non nasconde la sua soddisfazione: «Ô per me sicuramente motivo di vanto e un bel riconoscimento per i tanti sacrifici miei, dei colleghi e dei collaboratori tutti. Ma è anche occasione per ricordare e incasellare scientificamente quel lavoro che per lo più nasceva e si sviluppava sulla base di intuizioni e tentativi spesso vani. E chissà che non possa diventare con l'analisi e lo sviluppo tecnico un vero e proprio metodo, un sistema che si opponga a quello del malaffare e della criminalità organizzata».

Molti spunti sono stati presi dalla candidata da due libri scritti proprio da Maresca («L'ultimo Bunker» e il «Manuale di Legislazione Antimafia») con l'intento di proporre modelli alternativi a quelli che propongono cliché più vicini alla malavita che alla legalità.
Tra le iniziative che vedono il sostituto procuratore di Napoli impegnato a indicare una via di legalità, una alternativa per i ragazzi di Napoli, figura anche «l'Associazione Arti e Mestieri», nata con lo scopo di avvicinare le giovani generazioni alle arti e ai mestieri della tradizione partenopea.

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