Frank Matano scende in campo:
«Adesso fa figo tifare Carinola»

Frank Matano scende in campo: «Adesso fa figo tifare Carinola»
di Giovanni Chianelli
Martedì 9 Ottobre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 11:43
4 Minuti di Lettura
È finita per il Real Madrid pluridecorato, per i miliardari del Psg e le stelle come Cristiano Ronaldo e Neymar: ora tutti gridano forza Carinola. Merito di Frank Matano: «Per scherzo e per passione calcistica ho firmato per la squadra del mio paese. Ho postato la foto col contratto e ha fatto il giro del web», dice. L'idea gli è venuta in un momento di relax, dopo l'estate. Il popolare conduttore televisivo, ventinove anni, ha pensato di giocare con il Carinola, formazione di Prima Categoria e squadra del suo paese in provincia di Caserta. Ed è scoppiata la Carinola-mania: attori, soubrette e calciatori sono diventati supporter della squadra campana. Attestati di tifo da Fiorello a Diletta Leotta, da Cristian Vieri a Carlo Conti, con Checco Zalone che si lagna: «Ho cancellato» l'abbonamento a Dazn, non dà le partite del Carinola». Dopo Borriello tra le fila dell'Ibiza e Berlusconi a rifondare il Monza è un momento d'oro per il calcio minore: «Forse è una risposta agli eccessi del professionismo. Sembra che ora faccia tendenza tifare per noi. Per me è un modo involontario ma efficace per dare una vetrina al mio paesino».

Frank Matano, ci può raccontare come è andata?
«Una storia magica, assolutamente imprevista. A inizio settembre avevo un paio di mesi di tregua dopo aver girato un film e, come al solito, ho deciso di trascorrere le vacanze a casa. Con un po' di tempo a disposizione, per dare seguito alla mia passione calcistica, ho pensato che sarebbe stato bello giocare per la squadra del paese dove sono cresciuto. È bastato mettere in rete la foto con la firma del contratto, fatta tra due anziani dirigenti della società in uno spogliatoio scalcinato, e il risultato è questo vorticoso giro di adesioni di amici del mondo dello spettacolo».
 
Per il paese è un'occasione di notorietà.
«Mi fa felice che un po' di vetrina nasca da un'attività sana, dallo sport. Parliamo di un centro che va dagli ottocento abitanti del comune alle poche migliaia che raccoglie con le frazioni. Di solito non è sulla bocca di tutti, o quando succede magari non è per buoni motivi. E invece è un posto normale, dove la gente che mi ha cresciuto non mi tratta da vip ma da ragazzo come gli altri. Quando sono a Carinola sto al bar, tra una birra e il biliardino. Ah, voglio precisarlo: nel calcio balilla non ho rivali, almeno nel mondo della tivù, proprio perché mi alleno da quando sono nato. Non scherzo, lo dico con grande convinzione: è la cosa che faccio meglio al mondo».

Ama molto il calcio?
«Da morire, sin da piccolo. Gioco spesso a calcetto ancora adesso, quando ho vissuto negli Stati Uniti vincevo diversi tornei. Ma là non è difficile, non sono proprio capaci di concepirlo, il calcio. Qui ho ritrovato il mio vecchio allenatore dei tempi degli esordienti, quando avevo poco più di dieci anni. Si chiama mister Carmine Liberti e ha tirato su generazioni di miei concittadini».

Come è la vita delle categorie minori?
«Si vive un dualismo interessante. Da un lato, la bellezza di chi lo sport lo pratica per pura passione. Nessuno dei miei compagni di squadra lo vive professionalmente, fanno tutti altri lavori. È bello ritrovarsi tre volte a settimana per gli allenamenti, il rito della partita domenicale, la fuga dalle abitudini. Dall'altro, un'accanita tensione quando si scende in campo, soprattutto con certe formazioni rivali. Questo a volte può far degenerare la situazione, ma è il riflesso dell'amore verso lo sport più popolare».

Dopo la firma di Borriello all'Ibiza e l'impegno di Silvio Berlusconi per il Monza, è un momento di riabilitazione del calcio minore.
«Anche io ho firmato col Carinola per restare agganciato alla movida del Casertano! Scherzo, però mi piace che la gente possa seguire le categorie minori, normalmente escluse dall'attenzione dei media. Forse è una risposta agli eccessi del calcio professionistico, girano troppi soldi e interessi spesso non limpidi».

Questa mania per il Carinola come la commenta?
«Oltre Claudio Bisio, che è un amico, mi hanno sorpreso certe dichiarazioni di tifo: Carlo Conti, Ilary Blasi, anche Max Vieri che è stato un grande campione. Stupendo. Non è per niente studiata eppure sta avendo il successo di un'importante operazione mediatica. Mi fa piacere che ne approfitti una formazione dove a volte mancano i soldi per i completini, anche se a questo stiamo provvedendo. Per me che studio comunicazione, poi, è l'occasione di notare quanto possa essere imprevedibile il web e le sue dinamiche. Chi poteva aspettarselo? Adesso fa figo tifare il Carinola».

E lei che contributo darà alla squadra?
«Al massimo qualche doppio passo solo col destro e i colpi di testa, rigorosamente senza saltare... Tra poco riprendo gli impegni in televisione con Italia's got talent. Ma quando avrò l'occasione tornerò, sono pur sempre un tesserato. E forza Carinola!».
© RIPRODUZIONE RISERVATA