Pontida, partita di calcio con insulti razzisti dalla panchina, l'altra squadra esce dal campo

Pontida, partita di calcio con insulti razzisti dalla panchina, l'altra squadra esce dal campo
Lunedì 17 Dicembre 2018, 19:14 - Ultimo agg. 20:24
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Era il big match del girone E di terza categoria, ma è finito nel caos. E il campo di gioco non era un terreno qualunque, bensì quello caldo di Pontida, culla sacra della Lega nord. Domenica scorsa al 22’ della ripresa, sul 3-0 per i padroni di casa, la formazione ospite ha ritirato la squadra dal terreno di gioco. Il motivo della decisione lo spiega Simone Perico, presidente dell’Aurora Terno: un insulto razzista lanciato contro il difensore di colore Dabre, offesa che sarebbe arrivata dalla panchina del Pontida.


ALTA TENSIONE
«Per due volte ho sentito “negro di m...” arrivare dalla panchina», ribadisce Simone Perico. Tanto è bastato per indurlo ad abbandonare la partita e chiedere all’allenatore di portare tutti i giocatori negli spogliatoi. Un gesto forte arrivato al culmine di un match ad altissima tensione, solo un minuto prima dell’ingiuria infatti sono stati espulsi Cottini dell’Aurora e Gamba del Pontida. Da lì gli animi si sono ulteriormente surriscaldati, portando alla sospensione dell’incontro decretata dall’arbitro Andrea Massardi di Bergamo. Poi l’insulto e il ritiro dell’Aurora Terno. A questo punto il caso passa alla giustizia sportiva, mentre il giorno dopo è ancora polemica tra le due squadre. Se il presidente del Terno conferma la versione degli insulti a sfondo razziale e la decisione di abbandonare il campo, «al termine di una partita molto dura», sul fronte opposto il Pontida preferisce non commentare.


SCUSE A FINE PARTITA
L’Aurora dirama anche un comunicato ufficiale per «precisare che il momentaneo allontanamento dal terreno di gioco è stato voluto per riportare la calma tra i propri tesserati, onde evitare spiacevoli conseguenze, e non per “ritirare la squadra”, poiché l’unica figura presente sul terreno di gioco in diritto di decretare la fine di una partita è l’arbitro. Del quale, aggiunge la squadra, non intende giudicare l’operato: se il Terno avesse voluto disputare nuovamente l’incontro, «avrebbe fatto ricordo al giudice sportivo, prendendo in considerazione il possibile errore tecnico commesso dall’arbitro in relazione all’assegnazione del calcio di rigore».

Pertanto «l’Asd Aurora si rimette alla decisione del giudice sportivo, accettandone qualsiasi provvedimento» e «si dichiara dispiaciuta poiché episodi di violenza fisica e razziale sono molto lontani dal concetto di sport e si impegna a sanzionare i propri tesserati ritenuti responsabili anche in parte dell’accaduto».
Non solo: «Si ringraziano inoltre i tesserati del Pontida Briantea che a fine gara si sono recati nello spogliatoio ospite porgendo le scuse, a dimostrazione che quando accaduto non sia presunto ma reale».
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