Inter, Spalletti: «L'aereo per l'Europa
passa da check-in con la Spal»

Inter, Spalletti: «L'aereo per l'Europa passa da check-in con la Spal»
di Roberto Salvi
Sabato 9 Settembre 2017, 15:54 - Ultimo agg. 10 Giugno, 07:29
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La terza vittoria è l’obiettivo contro la Spal, avversaria dell’Inter a San Siro domani all’ora di pranzo. « Se i calciatori accettano il fatto di dover andare in Champions, vorrei andare più in là. Se si dice che bisogna andare in Champions a me sta bene, per salire sugli aerei che ci portano in giro per l’Europa dobbiamo fare il check-in in queste partite e l’anno scorso si sono portati a casa pochi risultati. Non siamo sulla scaletta degli aerei, siamo a casa a guardare le partite», la riflessioni di Luciano Spalletti.
 
Spal. «Mi complimento con Semplici per quello che ha creato, ma anche a Gazzoli, Bagnati, Colombarini, Mattioli, a quelli che hanno portato la squadra in A dove mancava da quando ero piccolo e raccoglievo figurine. Ci sono 4 allenatori toscani? In Toscana si ha qualche vantaggio, è la terra dei campanili, dei rioni, del palio, si finisce a sfidarsi a pochi metri di distanza. C’è la possibilità di fare più gavetta con le tantissime squadre che ci sono, si finisce poi per vivere a pane e strategie, è un campanilismo continuo».
 
Inter. «Qui c’è una società che lavora in modo corretto, moltissime persone lavorano qui e ci mettono in condizione di sviluppare il nostro meglio. Ho collaboratori che sono la mia estensione, sono i miei occhi dietro, le mie sette-otto braccia e per me è tutto facilitato».
 
Tifosi. «Andremo a fare uno spettacolo davanti a un pubblico su cui non abbiamo messo mano, è un’occasione per dimostrare di poter far parte di quell’Inter che ha vinto. Ci saranno 60mial tifosi? Ma non abbiamo messo mano a questo, i tifosi vengono a esprimere la loro fiducia che dobbiamo ripagare. Il merito è di Moratti, di Mourinho, di Zenga, Burgnich, Facchetti, Cambiasso, Eto’o, Ronaldo, Bergomi, Materazzi, Ibrahimovic, Milito. Il merito è loro. Qualche calciatori individualmente ha fatto bene, ma noi dobbiamo lasciare una traccia, nessuno si ricorderà i contrasti vinti da Gagliardini eppure avrà portato a casa più contrasti di tutti».
 
Obiettivo. «Dobbiamo cominciare a ragionare come se creassimo qualcosa da cui dover andare avanti il prossimo anno. Non da ripartire. I punti fermi oggi sono Icardi, Perisic, poi? Bisogna creare i presupposti di sapere che tipo di squadra siamo e cosa siamo riusciti a creare. Se i calciatori accettano il fatto di dover andare in Champions, vorrei andare più in là. Se un giocatore è convinto di poter dare 10, io vorrei che desse 12 o quanto meno non andare mai sotto il suo massimo. Se si dice che bisogna andare in Champions a me sta bene, per salire sugli aerei che ci portano in giro per l’Europa dobbiamo fare il check-in in queste partite e l’anno scorso si sono portati a casa pochi risultati. Non siamo sulla scaletta degli aerei, siamo a casa a guardare le partite».
 
Perisic. «La società ha fatto un buon lavoro, ha lavorato perché Perisic rimanesse. Lo consideriamo un grande calciatore. E se si è una grande persona, si tira fuori anche il grande calciatore. Hanno creato questa tranquillità perché lo considerano un potenziale futuro capitano dell’Inter anche se ne abbiamo altri e in una squadra ne servono molti a prescindere da chi porta la fascia. Ivan ha qualità incredibili. È un giocatore completo in entrambe le fasi, è stato inserito nelle clip che vediamo in settimana per i suoi rientri, 100 metri in apnea con uno strappo per aiutare il compagno».
 
Bilancio. «Mi aspettavo che la mia squadra continuasse a fare bene a prescindere dai risultati. Io sono a posto, poi è chiaro che i risultati creano una risonanza maggiore. Ma avrei detto le stesse cose, l’essenziale è mostrare la strada dove si vuole andare. Non ci accontentiamo di niente, siamo contenti. Io sono convinto che domani metteremo il timbro, per restituire ai tifosi la loro fiducia».
 
Gagliardini-Vecino. «Gioca Gagliardini e lo sa da martedì, dopo la partita contro la Roma».

 

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