Hamilton, vegano ed anti-Trump eguaglia Vettel con il quarto Mondiale

Hamilton, vegano ed anti-Trump eguaglia Vettel con il quarto Mondiale
Domenica 29 Ottobre 2017, 22:11 - Ultimo agg. 22:30
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«Strano che Sebastian Vettel abbia vinto quattro Mondiali e Lewis Hamilton soltanto tre». Una provocazione quella di Fernando Alonso durata lo spazio di pochi giorni visto che, a due Gran Premi dal termine della stagione (Brasile e Abu Dhabi), Lewis Hamilton, il primo pilota di colore della storia della Formula 1, è riuscito ad agguantare il 'collegà tedesco della Ferrari vincendo a Città del Messico il Mondiale della consacrazione come miglior pilota attuale. Il tutto a vantaggio di un Circus, quello passato di mano dal vecchio Ecclestone agli americani di Liberty Media, costantemente alla ricerca di personaggi pronti a fare scintille per riportare lo show in uno sport diventato ormai più utile ad accompagnare il sonno che a soddisfare la voglia di motori degli appassionati. E chi meglio di Hamilton, il ragazzino della pista accanto che si è fatto uomo tra spot e glamour, passando dall'etichetta di figlioccio di Ron Dennis a paladino degli anti-Trump può meglio rappresentare l'immagine della Formula 1 moderna. Un pilota capace di andare con classe e rabbia più forte di tutti, ma anche sensibile ai problemi ambientali e pronto a cambiare il suo stile di vita abbracciando la scelta vegana nel rispetto della sua salute e dell'amore per gli animali. In pista un vero super atleta che oggi, a 32 anni, può davvero dire di essere diventato grande come uomo e come driver grazie ai suoi quattro titoli meritatissimi (nel 2008 con la McLaren e nel 2015-2015 sempre con la Mercedes) e di poter puntare a diventare uno dei più forti di sempre avvicinandosi al record delle sette corone iridate conquistate da Michael Schumacher. Proprio lui che invece di sognare le gesta di Re Michael è cresciuto ispirandosi all'indimenticato e indimenticabile Ayrton Senna che solo per quella maledetta giornata dell'1 maggio si è dovuto fermare a tre Mondiali.
Poker, quello dell'asso del volante venuto da Stevenage, arrivato in una stagione cominciata in salita per l'inglese e la Mercedes per il ritorno prepotente della Ferrari di nuovo competitiva dopo diversi anni di brutte figure. Una Rossa capace di mettere in grande difficoltà l'inglese che è, però, riuscito a sfruttare al massimo gli errori degli uomini di Maranello culminati nel 'pasticciaccio bruttò di Singapore con Vettel e Raikkonen capaci di autoeliminarsi al via in una corsa che doveva e poteva essere vinta agevolmente dal Cavallino Rampante. Dopo una prima metà di 2017 in costante affanno con un Vettel in grado di allungare in classifica, Hamilton non si è perso d'animo ed è riuscito a rimontare ed a non sbagliare niente dalla fine della pausa estiva in poi, vincendo anche a Monza davanti ad una sconsolata 'marea Rossà. I tanti tifosi ferraristi che anche quest'anno dovranno vedere gli altri festeggiare un titolo che manca a Maranello dal 2007 con Raikkonen e che ad un certo punto del campionato era sembrato possibile, ma che la forza e la maturità di Hamilton l'hanno rimesso nella sempre più scintillante cassaforte della Mercedes. Stella d'Argento che, vinto anche il Costruttori, trionfa per il quarto anno consecutivo nella classe regina dando l'impressione, con un Hamilton così, di voler continuare ancora a lungo. Red Bull e Ferrari sono avvertite.
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