Terremoto a Pozzuoli, gli effetti del bradisismo: nel porto si solleva il fondale

Difficoltà di manovra per le barche: «Non si può usare come via di fuga»

Il porto di Pozzuoli
Il porto di Pozzuoli
di Antonino Pane
Sabato 7 Ottobre 2023, 23:31 - Ultimo agg. 8 Ottobre, 19:03
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Un solo dato certo: dal 2016 a oggi il fondale nel porto di Pozzuoli è diminuito di 80 centimetri. Il bradisismo sta facendo sentire i suoi effetti anche sotto il mare e, seppure lentamente, la crosta terrestre sta risalendo anche nei fondali. Il fenomeno è visibilissimo sulle banchine, anche queste sollevate, dove i traghetti incontrano sempre più difficoltà per sbarcare o imbarcare veicoli.

Il tenente di vascello Edoardo Russo, comandante del porto di Pozzuoli, anche se si è insediato solo da qualche settimana, su disposizione dell’ammiraglio Pietro Vella, direttore marittimo della Campania, segue passo dopo passo l’evoluzione di questa emergenza che riguarda i Campi Flegrei, perché la completa funzionalità del porto è fondamentale per tutta quest’area. «Abbiamo interessato - dice Russo - Regione e Comune perché riteniamo necessario un costante monitoraggio batimetrico del porto sotto il controllo dell’Istituto geografico della Marina.

La Regione è l’ente che autorizza le linee dei traghetti che collegano con Ischia ed è quindi l’ente di riferimento per quanto riguarda il trasporto pubblico via mare». Per ora i rilievi che sono stati fatti sono quelli artigianali, affidati per lo più a privati, ai pescatori e agli operatori portuali. Per avere una esatta radiografia della situazione ci vuole una indagine completa che, con gli allarmi di questi giorni, sta diventando sempre più urgente.

«Al momento - spiega il comandante Russo - si opera ancora in sicurezza, abbiamo 60/80 centimetri di eccedenza nell’area di manovra del porto. Naturalmente questo dato è influenzato anche dalle maree e dalle correnti. Nella darsena, ad esempio, dove si accumula anche la sabbia mossa dalle eliche dei traghetti, fino a ieri siamo riusciti a far attraccare una nave di 180 metri. Certo la manovra è avvenuta con qualche difficoltà, ed è questo dato che ci preoccupa per il futuro». Il porto di Pozzuoli, comunque, al momento non è stato interessato a nessuna limitazione di traffico per quanto riguarda l’emergenza bradisismo. «Il porto è operativo - dice il comandante Edoardo Russo - in tutte le sue attività. Eventuali limitazioni non sono dipese da nostre disposizioni. Solo la carenza di spazi può influenzare la disponibilità di ingresso». 

 

Al momento non è stato ancora comunicato all’autorità marittima e neanche alle compagnie di navigazione che ruolo dovrà eventualmente avere il porto di Pozzuoli nel piano di abbandono dell’area. «Non ci è stata impartita nessuna disposizione», dice Emanuele D’Abundo, presidente di Med.Mar, la compagnia dei traghetti che utilizza il porto di Pozzuoli per i collegamenti con Ischia e Procida. «Comunque, al di là dell’emergenza - aggiunge D’Abundo - sono almeno due anni che operiamo con crescenti difficoltà a causa del sollevamento delle banchine. Il bradisismo noi lo misuriamo giorno dopo giorno perché piano piano non riusciamo più ad aprire i portelloni delle navi per lo sbarco e l’imbarco degli automezzi. Siamo costretti a servirci di piani di appoggio mobili che rallentano enormemente le operazioni. Ci vorrebbero degli scivoli, così come sono stati realizzati in passato a Porta di Massa, ma nonostante i nostri appelli, la situazione diventa sempre più grave».

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Le difficoltà operative di Med.Mar, dunque, sono direttamente collegate al sollevamento delle banchine. Per ora i fondali non preoccupano eccessivamente anche se il sollevamento sta interessando progressivamente anche il fondale marino. «Nel medio termine - sottolinea il comandante Russo - per quanto riguarda i fondali credo che si potrà continuare ad operare. È certo, comunque, che per il lungo periodo bisognerà intervenire con un dragaggio per mantenere almeno gli attuali pescaggi». Pescaggio che si riduce, banchine che si sollevano. Forse anche per questo, al momento, il porto di Pozzuoli non risulta mobilitato come eventuale via di fuga. In questa decisione ha probabilmente influito anche la posizione dello scalo, troppo centrale rispetto all’area rossa più esposta ai pericoli. In pratica il contrario rispetto al piano di fuga messo a punto per il Vesuvio che, invece, indicava il porto di Napoli come via di fuga. 

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