Si svolgerà venerdì 9 febbraio l’udienza del Riesame di Napoli che deciderà sull’istanza di liberazione dell’imprenditore pregiudicato di camorra Salvatore Langellotto, agli arresti domiciliari con l’accusa di aver aggredito nel cortile di un condominio di Sant’Agnello l’ambientalista del Wwf Claudio d’Esposito, che si procurò l’incrinazione di una costola e lesioni per oltre 40 giorni di prognosi.
La Procura di Torre Annunziata – procuratore Nunzio Fragliasso, pm Antonio Barba – lo accusa di lesioni aggravate, minacce, violenza privata: per questo ultimo reato il Gip non ha ritenuto sussistenti i gravi indizi. Secondo gli inquirenti, il movente dell’aggressione, che si sarebbe compiuta nel marzo scorso, risiede nel rancore covato dall’imprenditore contro l’ambientalista, autore di esposti che ne frenarono alcune speculazioni edilizie. La vicenda fu ripresa in Parlamento con un intervento del deputato M5s Federico Cafiero De Raho, già procuratore nazionale antimafia.
Intanto, si apprende che per il giornalista del Fatto quotidiano Vincenzo Iurillo è stata disposta una misura di vigilanza della Polizia di Stato in seguito ad alcune minacce ricevute per essersi occupato del caso Langellotto.
Iurillo, che vive anche lui a Sant’Agnello, è il cronista che si occupò dell’inchiesta sull’aggressione a d’Esposito e che il 5 gennaio ha pubblicato un articolo sulla benedizione religiosa dei camion dell’imprenditore già condannato a 4 anni e mezzo per concorso esterno in associazione camorristica.
La storia è stata ripresa da un servizio delle Iene. Giulio Golia ha intervistato telefonicamente Langellotto, che si è sottratto alle domande su d’Esposito e sulla benedizione dei camion ed ha ripetuto in modo minaccioso più volte il cognome del giornalista de Il Fatto quotidiano. Di qui un comunicato del Cdr del Fatto di solidarietà per le intimidazioni, che sarebbero proseguite anche dopo.