Napoli, il Palavesuvio è un cantiere: a rischio le gare della Dike

Napoli, il Palavesuvio è un cantiere: a rischio le gare della Dike
di Stefano Prestisimone
Venerdì 26 Ottobre 2018, 08:37 - Ultimo agg. 09:53
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È prima in classifica, è imbattuta dopo tre giornate di campionato e punta allo scudetto. Ma non ha più l'impianto dove giocare. È la Dike, il club partenopeo di A1 femminile che da anni tiene alto il vessillo dello sport dei canestri partenopeo, tra semifinali scudetto, playoff da protagonista e un vivaio di eccellente livello. Da qualche giorno la società ha scoperto che la Palestra B del Palavesuvio, dove vengono effettuate le gare di campionato (e che è stata chiusa a lungo nella scorsa stagione per motivi di agibilità generale del complesso di via Argine), resterà off limits dal 10 novembre prossimo fino a marzo. Il motivo? I lavori previsti per le Universiadi, che riguardano anche questo impianto, a partire dal palasport principale che ospiterà ginnastica artistica e ritmica e le palestre collaterali, compresa la B, che fungeranno da campi di allenamento e riscaldamento. Che ci sarebbe stato lo stop alle attività era certo fin da mesi fa, ma non era ancora ufficiale. Perché l'ufficialità è arrivata in questi giorni per tutti gli impianti.
 
Nella palestra del basket, che domenica scorsa ha ospitato il derby con Battipaglia, saranno effettuati solo lavori di messa in sicurezza e antincendio, niente che riguardi il campo da gara. E quindi la Dike in cuor suo sperava che l'attività non sarebbe stata bloccata o che si sarebbe risolto tutto in un mesetto. Ma è intervenuto un problema generale: tutto il Palavesuvio è investito dall'operazione Universiadi ed è considerato zona cantierabile nella sua totalità. Dunque complicato far svolgere attività regolare in un cantiere per motivi di sicurezza.

Ora il club potrebbe essere costretto ad emigrare altrove, forse al Caravita di Cercola, che ha già ospitato la Dike in passato ma che pure sarà oggetto di lavori. «Siamo attoniti, preoccupatissimi. La chiusura del nostro impianto e l'impossibilità a trovare oggi, con tutte le emergenze che ci sono, un altro campo, potrebbe portarci finanche all'esclusione dal campionato», spiega il vicepresidente della Dike, Pino Zimbardi. Che poi sottolinea: «Abbiamo fatto investimenti grossi, la squadra è molto competitiva e speriamo davvero si trovi una soluzione così come si è trovata per il Calcio Napoli, ovvero consentendoci di non abbandonare l'impianto. Anche noi vogliamo vincere il campionato e speriamo non ci vengano tarpate le ali. Sapevamo dei lavori, ma dovevano partire a maggio. Così ad ottobre sarebbe stato tutto pronto. La nostra palestra è perfetta, non ha alcun problema, e i lavori da fare sono roba da 15-20 giorni. Sappiamo che da parte del Rup, il responsabile unico del procedimento delle Universiadi, l'architetto Genoveffa Acampora, è stato chiesto il nostro calendario delle gare per impattare il meno possibile sulla stagione. Questo ci dà una speranza. Vogliamo anche fare dei sacrifici, giocando qualche gara su un altro campo, ma toglierci l'impianto per 4 mesi vuol dire farci fuori».

«Purtroppo i ritardi dovuti all'interpretazione corretta delle norme hanno fatto slittare l'inizio dei lavori al 10-15 novembre prossimo per ciò che riguarda le palestre piccole, mentre nel palasport principale sono già iniziati, ma stiamo tentando di trovare soluzioni per salvaguardare l'attività delle tre palestre che effettivamente hanno bisogno di lavori non invasivi e che fungeranno da zone di riscaldamento per le Universiadi - chiarisce Ciro Borriello, assessore allo Sport del Comune - Valutata la disponibilità dell'impresa e della direzione dei lavori e del commissario alle Universiadi, cercheremo quindi di far svolgere le attività creando meno disagi possibili alle tre federazioni che operano nelle palestre, ovvero la Federbasket, e quindi la Dike, la Federvolley, ovvero la Molinari, e la Federjudo, cioè la Nippon, dove si allena il bronzo mondiale Christian Parlati».
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