Fi: Lotito fuori al 90’, c'è la Fascina. E nel Pd bocciati Amendola e Iannuzzi

Fi: Lotito fuori al 90’, c'è la Fascina. E nel Pd bocciati Amendola e Iannuzzi
di Paolo Mainiero
Mercoledì 7 Marzo 2018, 10:02
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La beffa arriva al novantesimo e non c'è Var che tenga. Claudio Lotito è fuori, il presidente della Lazio e patron della Salernitana non entra in Senato. È uno dei tanti nomi eccellenti che restano fuori dal Parlamento e in questa speciale classifica di chi non ce l'ha fatta il primato spetta sicuramente al Pd. Undici i parlamentari uscenti bocciati dalle urne e tra loro il segretario regionale Assunta Tartaglione (che ieri si è dimessa), il sottosegretario agli Esteri Enzo Amendola, Massimiliano Manfredi, Tino Iannuzzi, Luigi Famiglietti.

La parte del leone la fa il M5s che sfiora il 50 per cento ed elegge sessanta parlamentari tra Camera (40) e Senato (20). Anzi, la vittoria del movimento è stata tanto schiacciante che vi sono più eletti che candidati per cui tre dei sessanta seggi per la Camera saranno assegnati a esponenti di collegi plurinominali di altre regioni. Il M5s conferma i nove uscenti: alla Camera, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Luigi Gallo, Carlo Sibilia, Angelo Tofalo; al Senato tornano Vilma Moronese, Paola Nugnes, Sergio Puglia, Andrea Cioffi. Ricco il parterre dei debuttanti. Tra gli altri, ci sono l'ex presidente dell'Unicef Vincenzo Spadafora (tra i più vicini a Di Maio), i docenti universitari Angela Ianaro (Farmacologia alla Federico II) e Ugo Grassi (Diritto civile alla Parthenope), l'oncologa e ricercatrice del Cnr Domenica Castellone, il presidente dell'Ordine degli avvocati di Nola Francesco Urraro, il geologo Franco Ortolani, il generale dell'Esercito Antonio Del Monaco. Dal mondo della scuola arrivano Rina De Lorenzo, Luisa Angrisani, Virginia Villani. Sono eletti alla Camera Nicola Acunzo, attore con Carlo Verdone e Michele Placido, e il biologo e artista Raffaele Bruno. Ma tra i sessanta c'è anche Catello Vitiello, ripudiato dal movimento per i suoi trascorsi nella massoneria. «Ma non mi dimetto, semmai spero di ricucire», dice l'avvocato.
 
Se il M5s fa il pienone, al Pd non resta che riflettere sul tracollo. Nove gli eletti. Alla Camera c'è Piero De Luca, battuto nel collegio di Salerno ma ripescato nel proporzionale a Caserta. Con il figlio del governatore entrano a Montecitorio gli uscenti Gennaro Migliore e Umberto Del Basso De Caro e due volti nuovi: il pediatra Paolo Siani e il consigliere regionale Lello Topo. In Campania è eletto il ministro dell'Interno Marco Minniti, bocciato nel collegio di Pesaro. Un altro ministro che era stato paracadutato in Campania ed eletto al Senato è Valeria Fedeli, battuta a Pisa. La Fedeli di fatto toglie il posto al presidente regionale del Pd Stefano Graziano. Gli altri due senatori sono Valeria Valente (grazie alla elezione di Renzi a Firenze) e il lucano Gianni Pittella (pure lui sconfitto nel suo collegio). Insomma, su tre senatori eletti in Campania, due sono forestieri e non è proprio una bella immagine.

Nel centrodestra sono diciotto i parlamentari eletti. Tredici sono di Forza Italia. Alla Camera, conferma per Mara Carfagna, Paolo Russo, Cosimo Sibilia, Carlo Sarro, Enzo Fasano. Le novità sono il coordinatore provinciale di Napoli Antonio Pentangelo; Maria Antonia Fascina, la «dama misteriosa» che non si è mai vista in campagna elettorale; Marzia Ferraioli, la docente universitaria che ha vinto nel collegio di Agropoli, l'unico strappato ai cinque stelle. Proprio l'exploit della Ferraioli ha spianato la strada al giornalista Gigi Casciello. Al Senato entrano due vecchie conoscenze: il coordinatore regionale Domenico De Siano e Luigi Cesaro (che passa dalla Camera a Palazzo Madama). Le novità sono Sandra Lonardo, che occuperà uno scranno del Senato dodici anni dopo il marito Clemente Mastella, e il sindaco di Palma Campania Vincenzo Carbone.

Conquista tre storici seggi la Lega e lo fa con tre nomi della destra. Alla Camera andranno Pina Castiello, ex An, e Gianluca Cantalamessa, figlio di Antonio, una vita nel Msi. Al Senato c'è Claudio Barbaro, romano, dirigente sportivo, cresciuto nella vecchia Fiamma, deputato nel 2008 con il Pdl, candidato (e non eletto) nel 2013 con Futuro e libertà di Gianfranco Fini, ora con i sovranisti di Alemanno e Storace.

Per restare a destra, Fratelli d'Italia ottiene due seggi, entrambi a Salerno. Uno alla Camera con Edmondo Cirielli e uno al Senato con l'ex presidente della Provincia Antonio Iannone. Tra gli esclusi eccellenti, l'uscente Marcello Taglialatela, capolista a Napoli. Niente da fare anche per la casertana Giovanna Petrenga, eletta cinque anni fa con il Pdl.

Infine, Liberi e Uguali. Il movimento di Piero Grasso riesce a eleggere due deputati, l'ex pd Michela Rostan a Napoli, e Federico Conte, figlio dell'ex ministro socialista Carmelo a Salerno. Restano fuori Arturo Scotto, ex capogruppo di Sinistra Italiana, e Peppe De Cristofaro.

Flop eccellenti anche tra i centristi che lasciano fuori il sottosegretario alla difesa, Gioacchino Alfano, e Giuseppe De Mita, nipote dell'ex presidente del Consiglio. Battuti nei rispettivi collegi, il loro partito, Civica popolare, non ha raggiunto il 3 per cento.
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