Yoko Plebani al Circolo Posillipo,
​set del docufilm «Corpo a corpo»

Veronica Yoko Plebani
Veronica Yoko Plebani
di Diego Scarpitti
Lunedì 6 Luglio 2020, 22:48
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Figlia del Sole. Con una forza di volontà incredibile, prototipo del coraggio. Non a caso Vogue Usa l’ha inserita tra le 100 ragazze al mondo come simbolo di accettazione del proprio corpo. La sua storia un esempio da tenere a mente. Facile distrarsi ammirando i suoi occhi azzurri. Guarda con fiducia alle Paralimpiadi di Tokyo Veronica Yoko Plebani, atleta della Nazionale di paratriathlon, che ha scelto il Circolo Nautico Posillipo come set per il documentario «Corpo a corpo» (regia di Maria Iovine  - L'Age d’Or società di produzione).

Grazie allo sport, e ad una tenacia non comune, Veronica ha saputo riprendere le redini del suo destino. Porta sulla pelle i segni di una malattia sconfitta anni addietro. Fino a 14 anni faceva danza e sognava di diventare ballerina. Poi nel 2011, a 15 anni, è stata colpita da una meningite batterica fulminante, a causa della quale ha perso le falangi di mani e piedi e ha dovuto cambiare i suoi piani. Costretta a letto per un anno, in bilico tra la vita e la morte, Veronica non si è mai persa d’animo: ha trasformato in opportunità la sua terribile malattia. 

Pratica snowboard e poi triathlon, conquista le prime pesanti medaglie, partecipa alle Paralimpiadi di Sochi 2014 (para-snowboard) e di Rio 2016 (paracanoa).

Nella canoa bisogna avere molta forza mentale, per tenere testa alla fatica. E la 24enne atleta di Gavardo insegna a non cedere mai. Ad accoglierla nel Sodalizio rossoverde il presidente Vincenzo Semeraro e il vicepresidente sportivo Antonio Ilario. Occasione per nuotare nelle acque di Napoli con vista Capri e Vesuvio. Nella sua visita napoletana non poteva mancare il dirigente del settore triathlon Neil MacLeod, nonché project manager della Fitri.

«Siamo fieri e orgogliosi che un’atleta come Veronica abbia scelto il Circolo Posillipo, per girare alcune scene del suo racconto di vita, che si lega a doppio filo con lo sport», ha concluso Semeraro.
 
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