Napoli, più progetti per uscire dalla logica dei rappezzi

di ​Leandro Del Gaudio
Venerdì 10 Maggio 2024, 00:00 - Ultimo agg. 06:00
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È il punto centrale su cui vertono le indagini della Procura contabile: si scrive manutenzione, si legge progettualità, capacità di rilancio del territorio, pianificazione della spesa. Ne sono convinti gli inquirenti di Mergellina, quelli della Procura della Corte dei conti, che in questi giorni stanno conducendo un’indagine che prende le mosse dal crollo di un pezzo di via Morghen – nobile arteria del Vomero – sulla scorta di quanto accaduto lo scorso 21 febbraio. Ricordate? Una voragine che ha ingoiato auto, alberi e passanti (miracolosamente illesi) e che ha vomitato per giorni fango e detriti. Un caso non isolato, a giudicare dagli allarmi dei mesi precedenti, tra esposti di cittadini, mail e segnalazioni partite dalla municipalità cittadina. Qual è il punto? Comprendere come vengono spesi i soldi per la manutenzione; come vengono calati i vari rattoppi in una più ampia strategia di riqualificazione delle nostre strade, dei servizi nel sottosuolo, come vengono gestiti i piccoli o grandi momenti di emergenza che si abbattono su un territorio argilloso e friabile come la città collinare. 

Una traiettoria investigativa che punta ad accertare ipotesi di mancato utilizzo di fondi o di mancata progettazione, in uno scenario che va raccontato da una premessa. A finire al centro dell’inchiesta della Procura contabile (ma anche della Procura ordinaria, che procede per disastro colposo) è un terreno complesso, specie in un comune che sta uscendo da una condizione di pre-dissesto ed ha di recente incassato un ticket per il futuro grazie a 1,2miliardi di euro per la bonifica di Bagnoli e grazie alla tenuta del cosiddetto patto per Napoli.

Ma cosa c'entra la manutezione con i più recenti investimenti pubblici in arrivo a Napoli? 

A leggere le mosse della Corte dei Conti, si capisce che c'è un contatto, un punto di snodo che lega passato e futuro della città. Nel senso che, se non c’è capacità di pianificazione, viene meno l’affidabilità del sistema Napoli. E vacillano le fondamenta su cui poggiano i progetti finanziati dal Pnrr. Strategia e progettualità diventano così - anche agli occhi della stessa magistratura - due facce della stessa medaglia: chi non investe in modo strategico sulla manutenzione, non può ambire ai finanziamenti europei. Una premessa ben nota a Palazzo San Giacomo dove, proprio sulla scorta del Patto per Napoli, la nuova giunta ha deciso di investire parte dei finanziamenti pubblici nell’assunzione di figure specializzate: impiegati giovani, funzionari, dirigenti in grado di progettare e di rimettere Napoli sulla strada giusta. Non quella dissestata e dei rattoppi perenni, dei contenziosi infiniti (e costosi), ma quella della strategia di risanamento in grado di cancellare le immagini del ground zero di via Morghen.

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