L’INCHIESTA
È stato un «improvviso malessere» la causa «più probabile» che ha fatto perdere il controllo della moto guidata da Massimo Bochicchio, il broker romano accusato di aver truffato decine di vip e morto carbonizzato nello schianto contro il muro di cinta dell’aeroporto dell’Urbe, alla periferia nord di Roma. Dopo 13 mesi di indagini - in mancanza di altri indizi - il sostituto procuratore Alessandro Di Taranto ha chiesto al gip del Tribunale capitolino l’archiviazione dell’inchiesta sul decesso del consulente finanziario, in cui era ipotizzato il reato di istigazione al suicidio. Resta però una strana coincidenza temporale: qualche mese prima del fatale incidente Bochicchio aveva stipulato due polizze assicurative che «coprivano il rischio morte», di cui era beneficiaria la moglie ed ex concorrente di Miss Italia, Arianna Iacomelli. Considerato che il 56enne doveva restituire almeno 600 milioni di euro ai suoi clienti, quali soldi aveva versato nelle polizze? E, soprattutto, perché proprio in quel momento aveva deciso di fare questo investimento? Forse temeva di morire.
L’INCIDENTE
Bochicchio era sotto processo a Roma per esercizio abusivo della professione finanziaria e il giorno successivo all’incidente era in programma una nuova udienza in cui si sarebbe dovuto presentare in aula.
IL TATUAGGIO
A dissipare definitivamente i dubbi sull’identità del corpo reso irriconoscibile dalle fiamme divampate nello schianto, è un tatuaggio raffigurante un capo indiano sul braccio destro del defunto. Arianna Iacomelli ha infatti portato una foto del marito in cui era visibile sullo stesso braccio «un tatuaggio del tutto simile a quello rinvenuto sulla salma carbonizzata». A ulteriore conferma, il medico genetista, incaricato dal pm di tipizzare il dna dei campioni biologici acquisiti sul cadavere, ha trovato corrispondenza con quello di Tommaso Bochicchio, fratello del broker. «Il dato ottenuto quindi supporta in maniera determinante l’ipotesi che la salma rinvenuta nel luogo dell’incidente appartenga a Massimo Bochicchio», è la conclusione della genetista.
IL CONTO
I finanzieri del nucleo di Polizia valutaria, subito dopo l’incidente, avevano sequestrato dall’abitazione della vittima tutti i suoi dispositivi elettronici. Ma dall’analisi svolta dal consulente informatico su pc, tablet, cellulari e dalla documentazione inviata dal Regno Unito (su specifica rogatoria), «non sono emersi elementi degni di nota», spiega il pm.
Quella che si palesa, invece, è l’ultima beffa del consulente finanziario. Per rassicurare i suoi clienti, e anche gli inquirenti, aveva detto di aver contattato la piattaforma Interactive brokers per disinvestire i capitali investiti. Ma gli unici account ancora aperti su quella piattaforma, intestati a una delle sue società (la Tiber Vapital Llp), hanno un saldo attivo complessivo di soli 6.700 euro, al 18 marzo 2022. La Procura ha chiesto l’archiviazione anche dell’indagine per riciclaggio, perché nonostante sia emerso che alcuni account di Interactive brokers erano intestati alla moglie, al socio Sebastiano Zampa e al cugino Luca De Lucia (trovato senza vita nella sua casa di Londra a ottobre 2019), non ci sono elementi sufficienti per sostenere che lo abbiano aiutato a riciclare il denaro investito dai vip, in quanto «il loro datore di lavoro è sempre indicato in Massimo Bochicchio».