Guerra Ucraina, la Polonia alla Nato: «Dateci missili nucleari». E nel mondo è record di spese per le armi

Duda negli Usa per trattare l’invio delle difese atomiche. Mosca: «Pronti a reagire»

Guerra Ucraina, la Polonia alla Nato: «Dateci missili nucleari». E nel mondo è record di spese per le armi
Guerra Ucraina, la Polonia alla Nato: «Dateci missili nucleari». E nel mondo è record di spese per le armi
di Sara Miglionico
Martedì 23 Aprile 2024, 00:13 - Ultimo agg. 24 Aprile, 09:05
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La corsa al riarmo è globale, in un mondo dilaniato da guerre e rischi per la sicurezza degli Stati. Non c'è solo l'Ucraina. C'è il Medio Oriente, la prospettiva di un conflitto nell'estremo Oriente per Taiwan, l'instabilità ei golpe a catena in Africa, l'esercito delle gang nei Caraibi. A fotografare il 2023 come anno record nell'impennata degli investimenti governativi in ​​armi è l'ultimo rapporto del Sipri, l'Istituto internazionale per la Pace di Stoccolma, che fissa a 2.443 miliardi di dollari (quasi 2.300 miliardi di euro) la spesa mondiale per la difesa, con un aumento del 6.8 per cento al netto dell'acquisto rispetto all'anno precedente. Il livello più alto in 60 anni, con un incremento per la prima volta dal 2009 in tutti e 5 i continenti. La percentuale media globale sul prodotto interno lordo degli Stati tocca il picco del 2.3 per cento, con i 5 investitori più forti (Usa, Cina, Russia, India e Arabia Saudita) che da soli contano per il 61 per cento del totale. Dati sconvolgenti, fotocopia di un mondo bellicoso, e quadro da terza guerra mondiale “a pezzi”.

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IL NUCLEARE
Sullo sfondo, c’è lo spettro della Bomba. Proprio ieri il presidente della Polonia, Andrzej Duda, reduce da una visita a New York dove ha tenuto incontri all’Onu e discusso della guerra russo-ucraina con l’ex presidente Usa, Donald Trump, in un’intervista a “Fakt”, ha dichiarato che il suo Paese è «pronto a ospitare armi nucleari Nato».

Lo scorso marzo, era già andato a Washington e aveva parlato col presidente Biden alla Casa Bianca. Le discussioni sulla cooperazione nucleare della Polonia vanno avanti «da tempo», ha rivelato Duda. «Devo ammettere che, interpellato al riguardo, ho dichiarato la nostra disponibilità». Immediata la reazione del Cremlino. «L’esercito analizzerà la situazione – ha detto il portavoce di Putin, Peskov – e in ogni caso prenderà tutte le contromisure per garantire la nostra sicurezza». E il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, accusa “gli occidentali” di mettersi «pericolosamente sull’orlo di uno scontro militare diretto tra potenze nucleari». Nel giugno 2023, Putin aveva confermato l’invio di atomiche nel territorio alleato della Bielorussia, confinante con la Polonia. E la consegna è stata resa pubblica di recente. Inoltre, non è un mistero che Mosca disponga di armi nucleari nell’enclave di Kaliningrad, incastonata tra Polonia e Lituania e collegata con Madre Russia attraverso un corridoio. Le affermazioni di Duda hanno subito provocato la reazione del premier polacco, Donald Tusk, che ha vinto le ultime elezioni ed un moderato. «Sono impaziente di incontrare il Presidente Duda e conoscere tutte le circostanze che lo hanno portato a fare questa dichiarazione».

LA POLONIA
Il fatto è che per la Costituzione polacca il capo dello Stato è il comandante supremo delle Forze Armate, ma esercita la sua funzione attraverso il ministro della Difesa e non può quindi prescindere da un “passaggio”, nelle sue prese di posizione sul tema, con il governo. E col premier. «Ci tengo molto che la Polonia viva in sicurezza – precisa Tusk – e che sia armata il meglio possibile, ma vorrei anche che ogni possibile iniziativa fosse, prima di tutto, ben preparata dai responsabili».

AIUTI ALL’UCRAINA
Sono giorni delicati sul tema delle armi, specialmente quelle da destinare all’Ucraina dopo l’approvazione del pacchetto di aiuti militari americano da 60 miliardi di dollari per Kiev. La Nato e i Paesi europei seguiranno. Ieri il segretario generale Nato, Jens Stoltenberg, ha detto di «aspettarsi» un impegno di Paesi membri per una più efficace difesa aerea dell’Ucraina. Pressioni dell’Alleanza sono in atto su Spagna e Grecia. Questo lo scenario europeo, coerente col quadro esplosivo descritto dal Sipri di Stoccolma. Nan Tian, ricercatore senior dell’Istituto, osserva che «la crescita senza precedenti della spesa militare è la risposta diretta al deterioramento globale della pace e della sicurezza. Gli Stati danno priorità alla forza militare, ma in questo modo rischiano di innescare una spirale di azione e reazione in un panorama geopolitico e di sicurezza sempre più volatile».

INVESTIMENTI
I due investitori maggiori nella Difesa sono Stati Uniti (37%) e Cina (12%), che insieme rappresentano metà della santabarbara globale, con un incremento nel 2023 rispettivamente del 2.3 e del 6 per cento. Gli Usa, in particolare, si sono concentrati sulle spese in “ricerca, sviluppo, test e valutazione” (+9.4 per cento), considerando fondamentale il vantaggio tecnologico. Rispetto ai 916 miliardi di dollari investiti da Biden, la Cina di Xi ha dato fondo a 296 miliardi, circa un terzo. La spesa militare russa è aumentata del 24 per cento, quasi un quarto, nel 2023, fino a 109 miliardi di dollari, pari al 5.9 per cento del Pil. L’Ucraina, per difendersi dalla Russia, è oggi l’ottavo Paese al mondo nella corsa al riarmo, avendo raddoppiato la sua spesa militare a 65 miliardi di dollari, pari al 37 per cento del Pil. Infine, nel 2023 i Paesi Nato hanno raggiunto insieme i 1.341 miliardi di dollari (il 55 per cento del budget per le armi di tutto il mondo) e ben 11 dei suoi 31 membri spendono più del 2 per cento del Pil in armi, quattro in più rispetto al 2022.

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