«Mattarella non si opponga agli italiani». Una bufera su Di Battista

Di Battista: «La maggioranza c'è, Mattarella non tema il governo»
Di Battista: «La maggioranza c'è, Mattarella non tema il governo»
Mercoledì 23 Maggio 2018, 12:27 - Ultimo agg. 21:35
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Tale padre, tale figlio. Anzi di più. Diventa un caso la critica di Alessandro Di Battista su Facebook, al presidente Mattarella. Ma lo diventa ancor di più l'intervento del papà Vittorio Di Battista, che commenta il momento politico dopo il caso Conte. Vittorio Di Battista invoca la rivoluzione francese e la presa della Bastiglia, dimenticando, però, che appena un mese fa scriveva: "Salvini è pronto a tutto, anche ad un governo a guida leghista con l'appoggio del Nanetto ladro di tasse". Questo post è ancora pubblicato on line. Mentre l'ultimo è sparito «Qualche fonte ha affermato che avrei cancellato il post su Mister Allegria - scrive Di Battista senior - E' una fianata. Non ho cancellato un bel fiano di niente, è stato FB che ha oscurato il mio post».

Intanto Alessandro attacca: «Il presidente Mattarella per giorni ha insistito sull'urgenza di formare un governo nella pienezza delle sue funzioni. Ebbene, finalmente, una maggioranza si è formata» per «un governo capace di ristabilire un principio sacrosanto in democrazia: il primato della politica sulla finanza. Mi rendo conto che ristabilire questo principio possa far paura a qualcuno, ma non dovrebbe intimorire chi ha l'onore di rappresentare l'unità nazionale».



«Il Presidente Mattarella ha prestato giuramento di fedeltà alla Repubblica ovvero ai cittadini ai quali appartiene la sovranità. Per settimane, in una fase delicatissima dal punto di vista istituzionale, ha ricordato ai partiti politici le loro responsabilità», spiega Di Battista nel post dove sottolinea: ora «una maggioranza c'è, una maggioranza che piaccia o non piaccia al Presidente Mattarella o al suo più stretto consigliere, rappresenta la maggior parte degli italiani. Sono gli italiani ad avere diritto ad un governo forte, un governo capace di intervenire, se necessario con la dovuta durezza, per ristabilire giustizia sociale». «Il Presidente della Repubblica non è un notaio delle forze politiche ma neppure l'avvocato difensore di chi si oppone al cambiamento. Anche perché si tratterebbe di una causa persa, meglio non difenderla», sottolinea ancora Di Battista che fa un appello ai militanti: «invito tutti i cittadini a farsi sentire. Usiamo la rete, facciamo foto, video. È in gioco il futuro del Paese #VoglioIlGovernoDelCambiamento».

Il padre rincara la dose. Poco dopo anche il padre di Alessandro Di Battista, Vittorio, pubblica un post su Facebook:
«Forza, mister Allegria, fai il tuo dovere e non avrai seccature».
Un chiaro riferimento - ma senza citarlo - al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
«È il papà di tutti noi. È quello che si preoccupa di varare un governo. È quello che ha avallato la legge elettorale che impedisce di varare un governo. Poveretto, quanto lo capisco. In più ci si mettono le fianate sul cv di Giuseppe Conte, le perdite in Borsa e la irresistibile ascesa dello spread. Poveretto, quanto lo capisco. Lo capisco e per questo, mi permetto di dargli un consiglio, un consiglio a costo zero. Vada a rileggere le vicende della Bastiglia, ma quelle successive alla presa», scrive il padre di Di Battista. E il post in versi - pubblicato quasi in contemporanea con quello del figlio, sempre diretto al Colle - prosegue: «Quando il Popolo di Parigi assaltò e distrusse quel gran palazzone, simbolo della perfidia del potere, rimasero gli enormi cumoli di macerie che, vendute successivamente, arricchirono un mastro di provincia. Ecco, il Quirinale è più di una Bastiglia, ha quadri, arazzi, tappeti e statue, Se il popolo incazzato dovesse assaltarlo, altro che mattoni. Arricchirebbe di democrazia questo povero paese e ridarebbe fiato alle finanze stremate».

Duro Fassino. «Da Di Battista parole e toni di stampo eversivo e intimidatorio di chi ignora la Costituzione e le prerogative del presidente della Repubblica». Piero Fassino ha stigmatizzato le parole di Alessandro Di Battista. «Non si può che esprimere la più severa condanna e dovrebbero farlo per primi coloro che si apprestano a formare un governo i cui ministri giureranno fedeltà alla Repubblica e alla Costituzione davanti al Capo dello Stato», ha aggiunto l'esponente del Pd.
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