Benevento, l'altolà di Vigorito:
«In attacco siamo a posto così»

Benevento, l'altolà di Vigorito: «In attacco siamo a posto così»
di Luigi Trusio
Mercoledì 10 Luglio 2019, 12:00
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«Il pranzo con Sebastiani a Pescara? Abbiamo parlato di questioni afferenti la Lega di B e anche di investimenti che abbiamo intenzione di fare insieme». Oreste Vigorito, tra smentite, velate ammissioni e qualche rivelazione fa il punto su ciò che sta accadendo in Lega, trattative di mercato e campagna abbonamenti. «Altro che maretta - precisa il patron giallorosso -, in Lega è in atto una tempesta. Ho rassegnato le dimissioni dal consiglio direttivo per dare un segnale forte, non condivido il modo di risolvere certe questioni. Molti colleghi mi hanno chiesto di ripensarci e questo mi inorgoglisce, ma sarei disponibile a riparlarne solo qualora si formasse un nuovo direttivo».
 
Vigorito è sulle posizioni del presidente uscente Mauro Balata, in questa delicata fase di trapasso tra club uscenti e nuovi ingressi. Con il presidente del Pescara, anch'egli componente del consiglio direttivo, Vigorito sta affinando le strategie per cercare di superare la fase di stallo. «Con Sebastiani ci vediamo spesso ultimamente, ma Benevento e Pescara per ora non hanno obiettivi in comune. Dovesse nascere qualche opportunità, saremmo pronti a discuterne. C'è grande stima. In questo momento i calciatori del Pescara non interessano al Benevento, mentre qualche calciatore del Benevento (Iemmello, ndr) potrebbe anche interessare al Pescara, ma non alle condizioni che chiederei io e quindi non se ne fa nulla. Brugman? Se dicessi che non mi piace non sarebbe vero. Ma a me piace anche Viola, che oltre ad essere un ottimo calciatore è già nostro, e io doppioni non ne prendo più».

Oltretutto a centrocampo il Benevento, con l'arrivo di Kragl e quello imminente di Schiattarella, ha sopperito in larga parte alle partenze di Bandinelli e Buonaiuto. «Kragl è un giocatore funzionale alle nostre esigenze. Può giocare indistintamente in entrambi i moduli che predilige Inzaghi, sia come esterno nel 3-5-2 che come mezzala nel 4-3-1-2. Noi cerchiamo solo calciatori le cui caratteristiche siano aderenti al progetto tecnico dell'allenatore. Schiattarella è un altro che risponde a queste prerogative, visto che oltre a giocare interno può adattarsi a fare il centrale. Ma con lui finora c'è stata soltanto una chiacchierata». Sull'attacco idee chiare: «Mancuso? Sembrerà strano, leggo il suo nome dappertutto, ma noi non lo abbiamo mai trattato (ieri si è accordato con l'Empoli, ndr). Foggia si è incontrato con la Juventus ma ha parlato d'altro, giocatori giovani e altre questioni. Come mai ricorre così spesso? A volte nei discorsi tra diesse, procuratori e addetti ai lavori può capitare che venga buttato giù qualche nome, ma questo non significa che è stata aperta una trattativa. Il nostro reparto avanzato per ora è ok, abbiamo Coda, Armenteros, Insigne e Iemmello. Sfido chiunque a trovarne uno migliore. E non lo dico io, ma le richieste che riceviamo. Se poi qualcuno avesse desiderio di andar via, vedremo. Ma partiranno alle nostre condizioni».

Il concetto sulle cessioni è chiaro. «Non capisco perché quando noi chiediamo un calciatore, all'improvviso diventa il più forte e pretendono di farselo pagare a peso d'oro. Quando gli altri ne cercano uno nostro, lo vogliono gratis e pretendono pure che contribuiamo all'ingaggio. Parliamo di calciatori di cui abbiamo rilevato i cartellini pagandoli profumatamente, non presi a parametro zero». Questione rinnovi. «Diciamo che abbiamo Letizia nella Coda. Battute a parte, vogliamo tenerli e lavoriamo ad un accordo. Se intendono andar via, vale il discorso fatto prima». Il Benevento non ha intenzione di realizzare minusvalenze e tantomeno di fare «beneficenza». Chiosa sugli abbonati a pochi giorni dalla chiusura della prelazione. «Il dato risponde esattamente alle mie previsioni. È periodo di vacanze, la campagna è lunga, c'è chi aspetta novità di mercato e chi la seconda fase per cambiare posto. Con questo ritmo dovremmo arrivare tra le 6mila e le 7mila tessere, un buon dato. Tra i 260 spettatori della mia prima partita da presidente e i 10mila di media dello scorso anno il passo avanti è stato enorme. Ma la cosa che più mi fa piacere è il ringiovanimento delle presenze allo stadio».
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