Benevento, la difesa smarrita:
Bucchi si affida a Caldirola e Antei

Benevento, la difesa smarrita: Bucchi si affida a Caldirola e Antei
di Luigi Trusio
Giovedì 21 Marzo 2019, 12:00
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Focus sugli automatismi difensivi. Il Benevento punta a ritrovare quella solidità e quella impermeabilità che gli avevano consentito di incassare appena 3 reti in 10 gare. Un mese e mezzo con la saracinesca abbassata: dal 30 novembre a Palermo (0-0) fino alla vittoria casalinga col Cittadella (1-0), con Montipò costretto a capitolare solo contro Verona (0-1, gol di Matos in doppio fuorigioco), Brescia (1-1, contropiede micidiale Donnarumma-Torregrossa) e Lecce (1-1, perla di Mancosu). Da quel momento in poi il trend si è invertito con 8 reti subite nelle successive 5 gare. Il bunker ha cominciato a scricchiolare a Foggia con il gol nel finale di Kragl beccato in superiorità numerica, poi la settimana dopo col Pescara altro segnale allarmante col gol di Mancuso e dormita collettiva. Ma il meccanismo si è inceppato a Livorno, dove Diamanti ha letteralmente preso a sassate la porta sannita grazie agli spazi concessi e ad una prestazione tra le linee senza capacità di contenimento da parte dei giallorossi. Da lì è stato un calvario, determinato probabilmente da una serie di fattori che Bucchi sta analizzando con la dovuta attenzione.
 
Sarebbe però riduttivo ascrivere tutto agli infortuni e al non eccellente stato di forma dei vari interpreti del pacchetto arretrato. Più o meno la stessa giustificazione trovata nel periodo nero tra novembre ed inizio dicembre scorsi. In quel caso i problemi fisici avevano condizionato il rendimento di tutti i reparti perché avevano colpito diversi elementi e non solo quelli della batteria difensiva. Stavolta a centrocampo e in attacco c'è l'imbarazzo della scelta tant'è l'opulenza di opzioni. Ma la retroguardia, com'era prevedibile visto che Tuia e Antei - lo dicono i fatti - denotano una certa fragilità osteo-muscolare, mentre Caldirola - lo sapeva anche Bucchi e lo aveva paventato in qualche conferenza stampa - dopo essere tornato a giocare partite ufficiali a distanza di un anno poteva accusare qualche fastidio o contraccolpo fisico, è stata falcidiata da acciacchi di ogni genere sia prima che dopo. Ovvero dalle noie più svariate, che hanno dato tregua solo per un breve periodo, che non a caso è coinciso con il rientro a pieno regime di Antei e il suo ritorno alla piena efficienza in termini di condizione atletica, con la ritrovata disponibilità di Tuia capace sempre di farsi trovare pronto e, in seguito, con l'arrivo di Caldirola resosi subito arruolabile a dispetto di quanto immaginavano tutti. Nel giro di qualche settimana, il Benevento ha reclutato due leader difensivi e un gregario di lusso in aggiunta a Volta sorretto da una notevole integrità fisica, a Costa che quelle (poche) volte in cui sta bene riesce a dare il suo contributo limitando i danni, al punto che si è potuto permettere di cedere Billong al Foggia e tenere Di Chiara fuori per infortunio per oltre un mese senza pagare alcuno scotto.

Tutto è filato per il verso giusto fino a quando non si è fatto male Volta (contro il Cittadella), seguito da Antei (fermatosi qualche giorno dopo) e poi da Tuia, Costa e infine Caldirola. Risultato: tutti e sei i centrali, compreso Di Chiara, alle prese con i malesseri più disparati. Una vera e propria ecatombe, anche se spalmata su un lasso temporale di una ventina di giorni, che avrà inciso di sicuro sulle risultanze complessive delle ultime partite. Soprattutto contro lo Spezia nessuno dei tre centrali era al top (Caldirola è addirittura sceso in campo con un'infiltrazione) e non è che in panchina ci fossero parecchie alternative con Tuia e Costa ancora fuori causa. Gli errori tecnici e di posizionamento commessi però non possono essere unicamente ascrivibili ai malanni e alle loro scorie non smaltite. In quel caso subentra altro: il problema principale è la mancata protezione e il relativo filtro da parte del centrocampo, nonostante la scelta di Bucchi di affidarsi a due mediani come Tello e Bandinelli molto più abili nella fase di copertura rispetto a Buonaiuto e Viola, per esempio. La flemma di Crisetig nell'impostare il gioco e la sua prevedibilità nell'abbassarsi per ricevere palla hanno fatto il resto, mettendo costantemente sotto pressione i tre davanti a Montipò, già costretti a battagliare e a mettere rattoppi qua e là, non essendo dei fulmini, contro i velocissimi e sguscianti Okereke e Da Cruz.

Per Ascoli le idee di Bucchi sono molto chiare: in difesa non si cambia. Antei e Caldirola sono i pilastri che reggeranno l'impianto tattico fino alla fine. Il tecnico attende il rientro di Tuia per evitare di spostare Antei a destra e Caldirola centrale (con Di Chiara marcatore mancino). Ma anche Costa potrebbe essere preso in considerazione qualora, come pare ipotizzabile, dovesse tornare a disposizione.
 
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