La tragedia del treno di Salerno:
un dolore lungo vent'anni

La tragedia del treno di Salerno: un dolore lungo vent'anni
di Pasquale Tallarino
Venerdì 24 Maggio 2019, 12:00
3 Minuti di Lettura
Venti anni, sono passati già venti anni. Se fosse soltanto una distanza sportiva, misurabile con il metro dei gol, delle vittorie e delle sconfitte, si farebbe presto a riassumere: due fallimenti, una lunga e avvincente scalata dalla serie D alla serie B, l'attuale «galleggiamento». Oggi, però, è il 24 maggio e il tempo corre, anzi si è fermato sui binari dove venti anni fa morirono quattro giovanissimi tifosi della Salernitana. Il 24 maggio 1999, Simone Vitale, Peppe Diodato, Ciro Alfieri, Enzo Lioi non tornarono a casa.

Il giorno prima, insieme agli altri novemila tifosi - arrabbiati, in lacrime, ma ritornati a Salerno sani e salvi avevano sperato sugli spalti di Piacenza. Poi avevano assistito alla retrocessione della Salernitana, alla sua mesta discesa in serie B, dopo una coda di polemiche, pugni e schiaffi in campo. Simone, Peppe, Enzo e Ciro morirono in un treno in fiamme, una bara rovente, estratti carbonizzati dal vagone numero 5 del convoglio 1681. Simone Vitale, 21 anni, giocava a pallanuoto in serie A2 con la Rari Nantes. I compagni di squadra lo chiamavano «Vito» e tante foto storiche lo ritraggono in calottina, mentre spalanca le braccia da portiere per evitare un gol. Simone spalancò le braccia anche su quel treno sul quale risalì per provare a mettere in salvo tante persone in pericolo tra le fiamme e il fumo.
 
Aveva prestato servizio nei Vigili del Fuoco, da ausiliario, e l'amore per gli altri, fino a donare la propria vita, prevalse quel giorno sull'istinto di sopravvivenza. Parlando per l'ultima volta al telefono con il papà, il collega Giovanni Vitale, definì «un carrettone» quel treno strapieno di tifosi granata, in partenza da Piacenza. Fece riferimento alla calca e all'impossibilità di muoversi. Il freno d'emergenza fu tirato due volte, lungo il tragitto: a Bologna e poi a Nocera Inferiore, intorno alle 6. Qui un gruppo di scalmanati mise a soqquadro la stazione e prese a sassate i vetri delle abitazioni. A Salerno, sotto la galleria Santa Lucia, furono incendiati due punti diversi del treno, le carrozze quinta e sesta. A giugno 2018, la terza sezione civile della Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Rete Ferroviaria Italia che aveva impugnato la sentenza della Corte di Appello di Salerno, con la quale era stata parzialmente accolta la richiesta di risarcimento avanzata dalla famiglia Vitale. Recependo le conclusioni della Corte d'Appello, la Cassazione un anno fa ha condannato le Ferrovie a risarcire danni morali ed esistenziali ai familiari di Simone Vitale «perché a Nocera Inferiore il personale del treno, pur accorgendosi dell'assenza degli estintori, omise l'adozione di un comportamento di fermo tecnico del convoglio svolgendo un rilievo concausale nella determinazione dell'evento, sebbene l'incendio fosse stato dolosamente appiccato da terzi». Nessun risarcimento, però, potrà restituire alle famiglie i propri cari. Venti anni dopo, Enzo Lioi è stato ricordato nel centro storico dov'era nato. Le famiglie Diodato e Alfieri hanno ricordato Peppe e Ciro con le Sante Messe. La famiglia Vitale ha voluto ricordare Simone in modo al solito riservato, strettamente familiare, in una località mariana. Gli ultras hanno preparato striscioni da esporre in città. Stamattina, alle 11, il sindaco Enzo Napoli, l'assessore allo sport Caramanno, i tifosi del club Mai Sola deporranno fiori sulle tombe, a Brignano. Presente una delegazione della Salernitana che pubblicherà anche un messaggio sul sito ufficiale.

In questi venti, lunghissimi anni, Salerno ha tenuto viva la memoria attraverso gesti e intitolazioni: la curva Sud Siberiano volle dedicare a Simone, Peppe, Ciro ed Enzo la scenografia confezionata allo stadio Arechi in occasione della partita con il Poggibonsi; a Simone Vitale, medaglia d'oro al valore civile alla memoria, è stata intitolata la piscina comunale; in via Quintino di Vona, a Sant'Eustachio, sorge il campo di calcio 24 Maggio 1999.
© RIPRODUZIONE RISERVATA