L'Avellino rischia la penalizzazione,
Mauriello: «Abbiamo molti nemici»

L'Avellino rischia la penalizzazione, Mauriello: «Abbiamo molti nemici»
di Marco Ingino
Sabato 31 Agosto 2019, 11:30
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Mezz'ora di nervi a fior di pelle. In sala stampa, dove il presidente Claudio Mauriello si è presentato con una settimana di ritardo scortato dal ds Salvatore Di Somma e l'amministratore Sandro Iuppa, il clima è stato a dir poco rovente.

Colpa di una fideiussione inseguita pure ieri invano e che adesso mette a rischio persino il tesseramento di Karic, Minucci, De Marco, Stojkovic e di Gabriel Charpentier, 20enne attaccante di passaporto francese di proprietà dello Spartaks Jurmala, squadra del campionato lettone, che lunedì sbarcherà in Italia con il suo agente dopo aver già spedito i documenti alla società biancoverde per un prestito secco comprensivo di premio di valorizzazione. L'accordo con il gigante di quasi 190 centimetri, cresciuto nel Nantes, è stato siglato giovedì sera grazie alla mediazione di Giuseppe Cannella.
 
In queste ore, però, Di Somma è terrorizzato dall'ipotesi di ricevere una telefonata simile a quelle che gli sono pervenute dagli agenti di Saraniti e Gondo. Con entrambi gli attaccanti esistevano accordi conclusi ma, stanchi di attendere, il primo si è accasato a Vicenza e il secondo a Catanzaro via Lazio che ne ha rilevato il cartellino dal Rieti. Tutta colpa, dicevamo, di una fideiussione che Mauriello, come presidente e avvocato Sidigas rimasto in trincea, sta inseguendo disperatamente da giorni e che ieri pomeriggio, dopo aver appreso dall'agenzia incaricata che se ne riparlerà lunedì, si è lasciato andare ad un clamoroso sfogo, figlio della tensione accumulata anche perché si rischia di rispedire al mittente i calciatori (termine ultimo il 6 settembre) e di beccare un punto di penalizzazione: «Ho deciso di presentarmi in sala stampa perché in questi giorni ho letto di tutto e di più - ha esordito. La cosa che mi infastidisce maggiormente è leggere che la società si nasconde. Siamo sempre presenti al campo per verificare quali siano le esigenze a cui fare fronte. Non ci siamo mai nascosti e non vedo perché dovremmo farlo. Abbiamo sempre detto di lasciare una porta aperta per un'eventuale cessione. Ricordo a tutti che 20 giorni fa non avevamo una squadra. Oggi ne abbiamo una composta prima da uomini e poi da calciatori. Siamo reduci da un campionato vinto sul campo ed abbiamo uno scudetto cucito sul petto. Nonostante ciò conviviamo con qualcuno sempre pronto a metterci i bastoni tra le ruote. L'Avellino ha tanti nemici, ma di sicuro non ne ha al proprio interno. Io ad esempio ho firmato personalmente un assegno per evitare un'ammenda e punti di penalizzazione».

Un monologo proseguito con la disponibilità a farsi da parte: «Qualcuno dice che ce ne dobbiamo andare e io sono d'accordo - ha ribadito- ma mi dite chi si è fatto avanti in maniera seria? Gianandrea De Cesare, che non ha bisogno della mia difesa d'ufficio, ha avuto tanto da questa terra, ma ha anche restituito tanto rispetto a chi, invece, non ha lasciato nulla. Siamo pronti ad accogliere chi si fa avanti per rilevare Avellino e Scandone, ma fino a quando questo non accade restiamo noi e lo proviamo a fare al meglio delle nostre possibilità. L'offerta di D'Agostino? Ci sono dei commissari che valutano. Se non si è andati avanti, probabilmente, è perché quell'offerta non è stata giudicata congrua. Se poi devo dire la mia, sinceramente, per quello che ho avuto modo di leggere, non ho capito quale fosse l'offerta. O è un limite mio, o andava spiegata meglio. Con chi dice di voler acquistare chiedo un incontro pubblico. Personalmente non sarò il miglior dirigente d'Italia, ma ho sempre operato con l'amore per l'Avellino e di questo nessuno mai mi potrà accusare. E sottolineo di non aver preso mai un centesimo. Io vivo del mio lavoro. Siamo i primi a dire che sia giusto andare via e lasciare spazio ad altri, non ci prendiamo certo gusto a farci massacrare e offendere quotidianamente, ma nessuno si fa avanti».

Tornando alla fideiussione, che lunedì sarà fatta (in agenzia o in extremis in banca) solo per l'importo necessario a tesserare i giocatori indicati da Di Somma perché i dirigenti non intendono sguarnire la cassa e rischiare di non pagare, a settembre, le pendenze dello scorso giugno e, a ottobre, quelle relative ad agosto di quest'anno, Mauriello ha concluso così: «Questo problema è arrivato in un momento difficile. Abbiamo interessato diverse agenzie e stiamo provando a superare questo ostacolo. Abbiamo fornito quello che ci è stato richiesto, ora non possiamo entrare con un M12 e pretendere la fideiussione. Si fidano di noi anche se ultimamente non veniamo visti di buon occhio. Sono moderatamente ottimista ed abbiamo tempo fino al 6 settembre per ottenerla. De Cesare sta provando a salvare l'azienda e il suo asset sportivo. È un lavoro massacrante, soprattutto nel clima in cui sta operando. Ogni giorno mi sveglio con la speranza di affrontare la giornata nella normalità e non nella presenza di un problema, ma vengo puntualmente smentito».
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