Avellino, stop alla trattativa:
De Cesare vuole due milioni

Avellino, stop alla trattativa: De Cesare vuole due milioni
di Titti Festa
Martedì 10 Settembre 2019, 12:00
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Ogni mese ha la sua telenovela. A giugno quella per l'iscrizione e la riconferma, mai avvenuta di Bucaro e Musa, a luglio per le note vicende giudiziarie, ad agosto per la costruzione della squadra ed ora per la cessione della società. Lo stile Sidigas oltre ad essere silenzioso è pure tormentato. L'Us Avellino non trova proprio pace e chissà quando la avrà. Di certo non prima dell'inizio di novembre quando ci sarà la presentazione del concordato per ripianare gli oltre sessanta milioni di euro di debiti contratti dalla azienda di gas, come emerso dall'inchiesta della procura di Avellino.
 
Giovedì scorso infatti i legali di Gianadrea De Cesare hanno presentato, presso la sezione fallimentare del tribunale di Piazza D'Armi, l'istanza con la quale hanno richiesto lo slittamento, come previsto dalla legge, del piano a novembre. Per avere l'ok, non ci dovrebbero essere ostacoli, basterà il parere del giudice Pasquale Russolillo, mentre non è vincolante quello dei commissari. Venerdì prossimo invece si discuterà in modo congiunto, al tribunale del riesame, sia del ricorso presentato dalla Sidigas per la richiesta di dissequestro degli otto milioni di euro, sia della Procura che si era invece opposta al dissequestro degli ottantanove milioni, sempre appartenenti alla azienda gas. Questo il fronte giudiziario, quello della trattativa per la cessione della società, presunta perché in realtà l'impressione è che la proprietà non ne abbia avuto mai la reale volontà.

Ieri pomeriggio, presso la sede di Piazza dei Martiri, c'è stato un nuovo confronto tra la cordata capeggiata da Luigi Izzo, imprenditore del settore costruzioni di Montesarchio, rappresentata dal diesse Nello Martone, e l'ingegnere partenopeo, accompagnato dal fido Claudio Mauriello. Dopo gli incontri precedenti la discussione è entrata finalmente nel vivo, ma le parti sono distanti. Gianadrea De Cesare ritiene che il valore del club sia pari a due milioni, la cordata non vuole spingersi oltre il milione e mezzo, cifra che includerebbe anche i circa duecentomila euro di debiti pregressi relativi alla iscrizione al campionato di Lega Pro. La discussione pero' si sarebbe inceppata anche su altri soldi: quelli presenti in cassa e pari a circa 400mila euro, frutto degli incassi di abbonamenti e biglietti, che secondo De Cesare non andavano inclusi nella trattativa.

Per ora dunque la trattativa si puo' dire arenata e l'Avellino resta nelle mani della Sidigas che spera di risolvere tutto in modo positivo dopo la presentazione del concordato. Anche se va detto che non c'è solo il gruppo di Izzo, del quale faceva parte anche Nicola Di Matteo e altri due imprenditori edili, ma c'è anche quello che fa riferimento ad un manager che si occupa di appalti con la società autostrade. Per ora un suo intermediario, tra l'altro di origini irpine, ha avuto un colloquio telefonico prima con Iuppa e poi con De Cesare. Non ci sono stati faccia a faccia, è tutto rinviato alla metà di settembre quando l'imprenditore tornerà da un impegno all'estero, senza dimenticare che ora nella valutazione delle proposte ha un ruolo rilevante anche il dottore Dario Scalella, nominato da poco amministratore della Sidigas.

In questo caso non si è parlato di cifre e non è stata formulata una offerta, per cui non si può parlare ancora di vera e propria trattativa. E i tifosi come vivono tutto questo? Con la solita attenzione ed anche un pizzico di apprensione perché tante caselle nel puzzle Avellino non sono ancora chiare, e come sarà organizzato e programmato il futuro resta davvero tutto da scoprire. Ma fin quando la squadra, come tutti si augurano, continuerà a vincere e convincere i dubbi, le incertezze e le paure saranno messe momentaneamente da parte.
 
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