Zullo prende per mano l'Avellino:
«Grazie per questa possibilità»

Zullo prende per mano l'Avellino: «Grazie per questa possibilità»
di Annibale Discepolo
Giovedì 12 Settembre 2019, 12:00
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Quella dell'Avellino di Giovanni Ignoffo e Daniele Cinelli, nel segno del celebre brano di Battisti sarà, calcisticamente parlando, un'avventura, una stella che brilla e che al mattino non sparirà? Walter Zullo che la discografia di Battisti la conosce bene, sorride: «Ci auguriamo tutti che lo sia, nel senso però che ad illuminarla possa essere una stella, specchio del nostro lavoro e dell'applicazione che ci mettiamo tutti, dai mister, dallo staff medico a noi calciatori. Ogni martedì, alla ripresa degli allenamenti e fino alla domenica successiva, giorno liberatorio della partita, dobbiamo dare tutto, andando anche oltre perché alla fine resta il campo l'unico giudice del nostro impegno».
 
Cosa è cambiato per questo sannita tenace, cocciuto, che lì dietro con capitan Morero e compagni, costituisce un argine a bloccare le esondazioni avversarie e che oltre a saper giocare al calcio, parla bene ed ha le idee chiarissime? «Dopo l'infortunio occorsomi, mi sento in dovere di ringraziare la proprietà che ha creduto ed ha puntato su di me, come pure lo staff tecnico che l'anno scorso anche con mister Cinelli, il dottor Esposito, La porta ed i massaggiatori, mi ha dato una mano importante, mettendomi in condizione di recuperare, riprendere confidenza con la palla, affinchè potessi definitivamente mettermi al servizio della squadra, di un gruppo meraviglioso». «Naturalmente - prosegue Zullo - l'opportunità quest'anno me l'ha data mister Ignoffo insieme al suo secondo: entrambi hanno scommesso su di me e li ringrazio perché non sono più giovane e dopo uno stop agonistico abbastanza lungo, volevo rimettermi in discussione. Loro me ne hanno dato l'opportunità e farlo in una piazza importante, per me è motivo d'orgoglio ed amplifica tutto, mi dà forza per andare oltre l'ostacolo e sfruttando anche la professionalità che c'è in questo ambiente, proverò a dare il massimo per la causa. Questo è un gruppo eccezionale, che ha predisposizione ad un lavoro importante e non è facile trovare ciò di questi tempi; i risultati ad oggi ci stanno dando ragione ma questo è un campionato insidioso e quindi dopo aver smaltito la vittoria, il giorno dopo bisogna ricominciare più concentrati di prima, lavorando forte e non mollando mai».

Un Zullo che s'è lanciato subito nella mischia, metabolizzando i due moduli adottati da Ignoffo. «Effettivamente dobbiamo capire le esigenze del mister - commenta il difensore - io ho avuto la fortuna di giocare sia a quattro che a cinque e questo mi ha facilitato nel comprendere cosa voglia il mister. Comunque posso dare il mio contributo sotto tutti i punti di vista ed in base alle esigenze del momento. Ho avuto la fortuna di rompere subito il ghiaccio a Pagani dopo una lunga inattività e questo ha inciso in positivo a proposito soprattutto del recupero della mia tenuta psicologica. Mi ritengo soddisfatto e dico che i presupposti per migliorare ci sono tutti». Cosa è cambiato dopo i sei gol presi col Catania? «Penso che su quella gara sia stato detto tutto; le cause vanno ricercate nell'assetto generale: fummo un po' troppo timorosi e con certi tipi di squadre paghi. Oltre al fatto di avere rispetto per l'avversario serve sempre coraggio ed a noi mancò. Comunque è stato un discorso più generale, di insufficiente approccio alla partita, la prima in casa, sentita un po' di più, ma la risposta è stata subito positiva, di immediato riscatto con Vibonese e Teramo». Contro un Picerno, vera sorpresa del campionato, che gara sarà? «Sembrano frasi fatte ma per fortuna ogni gara è una storia a sé. Il Picerno fa dell'intensità l'arma migliore, ha gamba, inserimenti giusti e noi prepareremo questa gara come sempre nei dettagli, senza prescindere dall'atteggiamento di fame che dovremo avere rispetto all'approccio alla sfida. Ce la giocheremo sfruttando al meglio le nostre armi, ma coscienti che non sarà una gara semplice, ma di difficoltà elevata».
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