Casertana, si salvano solo i tifosi:
il tonfo dei big chiamati da Martone

Casertana, si salvano solo i tifosi: il tonfo dei big chiamati da Martone
di Domenico Marotta
Martedì 14 Maggio 2019, 12:00
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Dalle sfavillanti luci della presentazione di settembre scorso al plumbeo cielo di Brindisi.

Nove mesi dopo, il sogno della Casertana si spegne nel fango del Fanuzzi. Anche quelli che ancora ci credevano hanno dovuto togliersi la benda dagli occhi: la squadra che doveva conquistare la B è mediocre e demotivata. I numeri lo certificano ormai senza appello: nono posto in campionato e eliminazione al primo turno dei playoff contro un Francavilla organizzato, ma alla portata. Le doti tecniche di Castaldo, unico da assolvere con formula piena, e compagni non si discutono, ma a Brindisi sono mancate la tenacia nei contrasti, la corsa, la fame sui palloni vaganti. Se i falchetti ci avessero messo almeno quello, forse, sarebbero usciti tra gli applausi nonostante la sconfitta. Così, invece, solo fischi, e addio ai propositi di rivalsa più volte sbandierati da dirigenti e calciatori alla vigilia degli spareggi promozione. Questa Casertana ha fallito miseramente l'obiettivo, anzi, non ci si è neppure avvicinata. Ed ora è il momento di riflettere sul futuro perché la piazza non pretende la promozione ma neppure accetta di essere svilita nel suo orgoglio. L'ambiente ha scelto il principale responsabile del fallimento sportivo: lo hanno detto in coro a chiare lettere i 174 tifosi presenti a Brindisi e lo ripetono costantemente gli altri appassionati attraverso i social network. «Martone deve andare via». È quasi un'invocazione rivolta al presidente D'Agostino che ancora gode della fiducia di una rilevantissima parte della tifoseria ma che ora deve riflettere sul futuro.
 
La squadra degli alieni ha fallito in campionato e ancor più nei playoff. Castaldo l'unico a salvarsi anche se impalpabile contro il Francavilla. Degli altri, nella partita dell'anno, non c'è stata traccia. Zito è rimasto a Caserta: infortunato non ha avuto la delicatezza di raggiungere i compagni in ritiro come hanno fatto gli altri indisponibili Russo,

Mancino e Romano. Floro Flores è rimasto tristemente in panchina, vittima del cronico infortunio al polpaccio: nel corso della manifestazione elettorale di un candidato suo parente svoltasi la settimana scorsa, Martone lo aveva scelto come sponsor e lui ci si è prestato partecipando. In quella occasione il consulente lo invitò a giocare a calcetto: «Se usciamo domenica prossima, ci andiamo a fare una partita» disse Martone in un vide. Forse Floro potrà scendere in campo almeno in quella amichevole occasione. Sempre a Brindisi, Vacca ha dato forfait dopo un quarto d'ora e D'Angelo è stato impalpabile. I big che Martone si è sempre fregiato di aver scelto personalmente, hanno deluso ancora una volta. Ciononostante, alla prossima scadenza degli stipendi, andranno a batter cassa da D'Agostino. E il conto da pagare, per il presidente, è salatissimo. In un contesto del genere chi ha scelto i giocatori, i tecnici e la squadra è sempre il primo responsabile ed i tifosi, a gran voce, chiedono a D'Agostino una presa di posizione. Martone, stando alle sue dichiarazioni, a quella responsabilità non si è mai sottratto. «Stateci vicino i conti li faremo a giugno» ha dichiarato più volte. Purtroppo l'ora dei conti è arrivata con un mese d'anticipo e il bilancio vede in perdita solo il capiente portafogli del presidente e la passione della tifoseria. Spesso i dirigenti hanno chiesto lo stadio pieno.

Caserta ha risposto quando c'era da sognare e si è depressa quando quel sogno è stato infranto da prestazioni sotto tono, infortuni, squalifiche evitabili. Non è fuori dalla normalità del calcio: quelli al di sopra della normalità sono i 174 del Fanuzzi, gli unici che a Brindisi, hanno tenuto alta la bandiera della Casertana.
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