L'Avellino riparte da Musa:
«E adesso mi chiedono la serie B»

L'Avellino riparte da Musa: «E adesso mi chiedono la serie B»
di Titti Festa
Giovedì 16 Maggio 2019, 12:00
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Il primo ricordo è quello di una camera di albergo. «Ero solo a Sturno, in ritiro. Lontano dalla mia famiglia e con tanti pensieri. Eravamo più dirigenti e addetti ai lavori che giocatori. Mi sono sentito un po' spaesato, poi è passato». Carlo Musa ha chiarissimi i primi giorni ad Avellino: scelto come direttore sportivo sconosciuto in una piazza delusa, ferita e diffidente. «La chiamata di Alberani mi lasciò a bocca aperta: ero al mare con gli amici e non mi pareva vero. Presi la macchina e corsi in città: ad una edicola lessi la locandina de Il Mattino: De Cesare punta sui manager giovani. Non a caso io avevo 28 anni». Un anno intenso, fatto prima di tutto di salite, di affanni, di qualche scelta non proprio azzeccata (in primis quella di Graziani), di critiche e di diffidenza, tanta. «L'ho capito sin da subito e ho cercato di non soffrirci più di tanto. I tifosi qui sono competenti e appassionati, il club ha una storia illustre e ci sono stati tanti protagonisti del calcio di grande livello. Io ho solo cercato di lavorare con umiltà, a testa bassa, isolandomi. Anche se non posso negare che a volte non è stato facile. Di certo non ho mai avuto, neanche per un minuto, la tentazione di mollare». Ma il futuro di Carlo Musa dove sarà? Il presidente Claudio Mauriello non ha lasciato spazio a molti dubbi. «Carlo ha lavorato bene, perché non dovremmo non riconfermarlo?» Il diesse però è cauto. «L'ultima volta che ho visto Gianadrea De Cesare è stato a Rieti. Era felicissimo, ci ha fatto i complimenti, si è goduto giustamente il momento di festa, però non abbiamo parlato di niente altro. Io voglio rimanere, mi pare ovvio, ma è chiaro che non sono l'unico a decidere». Di certo l'anno prossimo ci sarà più tempo per lavorare con calma, programmando il futuro e gli alibi saranno quasi pari a zero.
 
«Nella riunione in Lega continua Musa sono state dettate le linee per il prossimo campionato. Bisogna prima di tutto costruire il settore giovanile e non solo: la struttura societaria è buona e secondo me si possono fare ancora cose discrete, ovviamente con programmazione e ponendosi degli obiettivi, come è nello stile Sidigas». L'entusiasmo è talmente alto che i tifosi già chiedono la serie B per l'Avellino. «Per strada diverse persone mi hanno fermato e trasmesso questo messaggio. Non so che dire, è l'ingegnere a decidere. Da direttore sportivo credo che non siano i soldi a fare la differenza e a permettere di vincere i campionati. Il Lecce ha sempre speso dieci milioni di euro, sei in questa stagione ed è stato promosso. Per questo dico calma ed equilibrio». Da qualche giorno comunque Musa è al centro di una serie di voci di mercato: il Taranto sarebbe interessato a lui. «Non ne so niente, l'ho letto dai giornali e dai siti. Nessuno mi ha contattato finora». Ed allora se il futuro sarà ad Avellino chi farà parte della squadra? «Ripeto. Prima servirà un confronto con la proprietà, poi verrà tutto il resto. Giovanni Bucaro merita la riconferma per la rimonta incredibile di cui è stato senza dubbio protagonista insieme ai calciatori ed anche a tutto lo staff, ai massaggiatori e alle figure cosidette minori ma invece importanti». Tra i giocatori chi potrebbe restare? «Li confermerei tutti però le scelte vanno fatte anche in relazione ai traguardi che si vogliono raggiungere, al tecnico e al mercato. Insomma sono discorsi prematuri». Domenica intanto arriva il Bari. «Sappiamo che i rapporti tra le tifoserie sono da sempre accesi e che i nostri ci tengono, giustamente, a fare bella figura. Spero che la squadra non crolli dal punto di vista mentale dopo queste splendide undici vittorie consecutive, possibilità che non mi auguro ma che potrebbe anche verificarsi. I galletti sono più riposati visto che da un mese hanno vinto il campionato e dunque dal punto di vista mentale sono avvantaggiati. Domenica però dobbiamo festeggiare e serve una vittoria».
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