«Tornerei mille volte alla Turris»:
il sogno di Perinelli spezzato da una coltellata

«Tornerei mille volte alla Turris»: il sogno di Perinelli spezzato da una coltellata
di Raffaella Ascione
Domenica 7 Ottobre 2018, 11:10
3 Minuti di Lettura
Un risveglio triste anche per Gragnano e Torre del Greco, le ultime due città in cui ha cullato il suo sogno di affermarsi come calciatore partendo dalla D, prima della recente esperienza al San Martino Valle Caudina. Ha lasciato sgomenti la morte violenta di Raffaele Perinelli, accoltellato nella notte al cuore - da un venditore ambulante con cui aveva avuto un litigio una settimana fa - e lasciato agonizzante all'esterno dell'ospedale Cardarelli.

Perinelli, terzino classe 1997, arrivò alla Turris dal Gragnano nel luglio 2016, nel corso del terzo ed ultimo anno della gestione Giugliano. Una stagione che si preannunciava scintillante per i corallini e che si rivelò poi un autentico disastro. Titoli di coda amari anche per lui, dopo quel rosso diretto rimediato nella gara persa al Liguori contro il Rende. Perinelli si congedò poi dal club a stagione in corso - era il mese di aprile - con un post al veleno nei confronti di società e parte della squadra, accompagnato da un messaggio d'amore nei confronti di piazza e tifoseria. Un messaggio che finì col sollevare non poche polemiche. Anche nei suoi confronti.

«È stato un anno di alti e bassi - scrisse sulla sua pagina Facebook - più bassi che alti... non doveva assolutamente andare così. Perché nonostante i tanti problemi che abbiamo avuto durante l'anno, mi riferisco alla società "fantasma"... dovevamo dare tutto ad ogni partita. Potevamo andare ai playoff ad occhi chiusi, prenderci una bella rivincita e regalare una soddisfazione ai tifosi ma soprattutto a noi stessi, però guarda caso non ci siamo andati... perché evidentemente qualcuno non ha voluto andarci. La verità è che solo pochi sono così grandi da pensare al bene comune prima che a se stessi. Ma per il resto non ho rimpianti. Ho solo un rammarico ed è quello di aver lasciato troppo tardi. Ci tenevo a salutare tutti gli under che per me sono fratelli e li porterò sempre nel mio cuore. E invece gli over da salutare si contano sulle dita di una mano. Per me è stato un onore giocare per questa maglia e tornerei altre mille volte a giocarci. Mi dispiace di non aver dato il massimo per questa città e per questa squadra, purtroppo avendo un carattere "particolare" mi sono lasciato trasportare dalla situazione e per questo non ho scuse. Resta il fatto che i tifosi meritano di più, ma soprattutto la città merita di più. Spero che un giorno la Turris ritorni ad essere grande come lo è sempre stata e di questa cosa ne sono convintissimo. Perché Torre del greco vive di calcio».

Dieci giorni fa, la Commissione Accordi Economici - al termine di un iter passato anche per la Procura Federale - gli aveva riconosciuto il diritto a percepire la somma di 3.050 euro, proprio in riferimento a quella travagliata stagione.
Poi quella lite della scorsa settimana ed il tragico epilogo di questa notte.
In tanti hanno voluto ricordare Lello Perinelli. Dagli ex corallini Giovanni Somma, Ciro Schettino, Matteo De Gol, ai gragnanesi Giuseppe la Monica e Savino Martone, passando per il prof. Vittorio D'Amore, per i tecnici che lo hanno allenato ed i tifosi che lo hanno incrociato.
Poi un video, pubblicato da un amico, «per mettere a tacere le solite cattiverie che cercano sempre di abbinare la morte di un ragazzo alla camorra, ecco chi era Lello Perinelli. Un bravo ragazzo dal cuore grande e dal sorriso stampato sulla faccia. Si alzava alle 6 del mattino per andare a lavorare per poi fare le corse nel rientrare a casa, mangiarsi un panino di fretta, prendere il borsone e recarsi al campo per inseguire un sogno, quello di diventare un calciatore professionista».
Un sogno spezzato da una coltellata al cuore.
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