Il controllore lo costringe a scendere dal treno: «Due disabili a bordo sono troppi»

Il controllore lo costringe a scendere dal treno: «Due disabili a bordo sono troppi»
Il controllore lo costringe a scendere dal treno: «Due disabili a bordo sono troppi»
di Silvia Natella
Martedì 26 Marzo 2019, 16:14 - Ultimo agg. 16:45
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Edoardo Lucheschi ha 45 anni ed è disabile da quando, dieci anni fa, ha avuto uno shock anafilattico per un'allergia alimentare. Recentemente è stato protagonista di una disavventura sul treno a Milano. Il controllore della Trenord lo ha costretto a scendere dal convoglio perché a bordo c'era già una persona con difficoltà motorie. La storia ha subito fatto il giro dei social. È accaduto venerdì scorso tra la stazione di Cadorna e quella di Bovisa.

All'uomo e alla signora che lo assiste è stato detto che il regolamento non consenta la presenza di più di un disabile sul treno. Edoardo stava andando a prendere la figlia della sua accompagnatrice all'uscita di scuola e aveva posizionato la sedia a rotelle in modo da non intralciare gli altri passeggeri. Il controllore però gli ha imposto la discesa spiegando che avrebbe dovuto segnalare il viaggio almeno 48 ore prima. Il fratello avvocato, Stanislao Lucheschi, ha sporto denuncia parlando di "atteggiamento umiliante discriminatorio". «Edoardo non parla, ma bisbiglia e con gli estranei non riesce proprio a comunicare, quindi non ha potuto replicare. Si è limitato a scendere, piangendo di rabbia e di umiliazione - spiega il fratello - Il controllore in questione si è appellato a un regolamento che di fatto non esiste, perché sul sito di Trenord si parla della necessità di comunicare anticipatamente la presenza di un disabile solo nel caso in cui abbia bisogno di assistenza da parte del personale. Se così non fosse, sarebbe gravemente discriminatorio».



La Trenord ha poi diffuso le sue scuse con una nota: «Siamo profondamente rammaricati per quanto accaduto e ci scusiamo con la persona che ha subìto l’allontanamento dal treno. Mentre abbiamo aperto un’indagine interna, abbiamo preso contatto con il nostro cliente per poterlo incontrare presto. Il fatto segnalato non doveva accadere e non rappresenta lo standard del servizio di assistenza che offriamo ogni anno a oltre 21mila persone, per circa 60 viaggi al giorno». «Non so se accetteremo - ha concluso Lucheschi - perché a distanza di giorni mio fratello è ancora molto abbattuto e avvilito. Però ho preteso una risposta scritta perché un episodio del genere non si ripeta e possa diventare uno strumento di sensibilizzazione».

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