Giuffredi, il manager con cinque convocati nella Nazionale azzurra

Nato un blocco inedito nell’Italia di Spalletti.

Giuffredi con Di Lorenzo
Giuffredi con Di Lorenzo
di Pino Taormina
Lunedì 4 Settembre 2023, 06:44
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È nato un blocco inedito nell’Italia di Spalletti. Trasversale. Cinque giocatori convocati che fanno parte della scuderia della stessa società di management, quella di Mario Giuffredi, il procuratore napoletano che gestisce Di Lorenzo, Politano, Zaccagni, Casale e Biraghi.

Cosa si pensa in queste situazioni?

«C’è un grande orgoglio, non è da tutti raggiungere questi traguardi.

Per loro, come per me, è il coronamento di tanti anni di sacrificio, di un lungo percorso per raggiungere queste enormi soddisfazioni».

Storie italiane molto simili?

«Casale, Biraghi e Di Lorenzo li ho conosciuti quando erano ancora ai margini del grande calcio ed erano quasi a un bivio. Dovevano fare il grande salto o restare a vivacchiare nella periferia di questo mondo straordinario. La loro umiltà e la grande serietà, anche nella vita privata, sono stati il faro per fare i grandi balzi nella loro carriera. Dove ogni passo in avanti che hanno fatto è stato frutto della sofferenza, della capacità di reagire anche ai colpi bassi».

Una parola sola: gavetta.

«Questa è una cosa che colpisce Spalletti, che pure nella sua vita ne ha fatta tanta. L’aver mosso i primi passi non in un grande club ma in serie C o anche in serie B dona delle cose enormi: ti insegna a saper aspettare, alimenta i tuoi giorni nell’ambizione, dà la forza di rischiare senza aver paura. Perché chi arriva dal nulla, è diverso dagli altri. E Di Lorenzo, Biraghi e Casale hanno una voglia di Italia e hanno l’orgoglio di questa maglia azzurra della Nazionale».

Politano e Zaccagni sono i due ripescati.

«Sognavano l’Europeo e ne sono rimasti fuori in modo che loro ancora ritengono immeritato. Ma non si sono lasciati andare, non si sono arresi: hanno pensato a far bene con le proprie squadre ma avendo come faro la chiamata della Nazionale. Che hanno sempre avuto nel cuore. Ecco, sono queste le cose che avranno un peso nella nuova Italia di Spalletti dove verrà premiato chi gioca bene adesso».

Casale e Biraghi danno il senso della fame di Italia?

«Casale non lo volevano più al Verona, ho insistito perché avessero fiducia. E poi alla Lazio si è consacrato. Biraghi alla Juve Stabia sembrava arrivato al capolinea dopo un grande cammino nel settore giovanile. Questi sono ragazzi che hanno l’Italia stampata nel petto e nel cuore». Di Lorenzo sarà il nuovo capitano? «Lo sa Spalletti, ma se fosse lui sarebbe davvero una scelta giusta. Spalletti è l’uomo che rivoluzionerà il calcio italiano, Gravina non poteva scegliere meglio».

I fratelli Esposito quando arriveranno nella Nazionale?

«Presto, se continueranno a lavorare sapendo che arriveranno i momenti difficili e che in quei momenti bisogna saper assorbire i colpi. Salvatore ora è nell’Under 21, Sebastiano e Pio nelle nazionali minori. Ci vuole pazienza».

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