Salernitana, Sabatini riflessioni e silenzi: ora valuta se continuare la sua carriera

L'ultimo post dopo la sconfitta di Cagliari

Walter Sabatini, direttore generale della Salernitana
Walter Sabatini, direttore generale della Salernitana
di Alfonso Maria Avagliano
Venerdì 29 Marzo 2024, 08:43
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I silenzi di Walter durano da venti giorni in un periodo non qualsiasi. Ha incassato e lo è pure, mettendoci due zeta in mezzo, per come sta andando a finire. Sabatini è uno che nella vita non si è mai arreso. Dopo Cagliari chiese scusa un po' a tutti su Instagram e invocò la pazienza dei tifosi almeno fino al termine del campionato, con quel «vedremo di agire per il meglio» al sapore di autocandidatura per guidare la risalita in massima serie.

Però poi sono arrivati, nell'ordine, l'esonero di Liverani e il ritorno di Colantuono: l'addio all'ex playmaker e i suoi risultati oggettivamente pessimi sono stati un duro colpo, professionalmente parlando, per il diggì granata che lo aveva fortemente caldeggiato, peraltro esponendosi non poco in suo favore anche davanti a microfoni e taccuini nel giorno della presentazione del tecnico. Sabatini ha già lavorato a Palermo con Colantuono ma è anche il primo mister che esonerò da direttore sportivo granata, a febbraio di due anni fa.

Di questi tempi, nel 2022, c'erano i famosi due recuperi (che avrebbero poi fatto la differenza) e meno distacco da colmare (-9 contro il -11 attuale) a dare più speranza. Eppure sui social il dirigente richiamava gli Imagine Dragons e scriveva che «la nostra casa è avvolta da un incendio che la sta divorando e noi, con scrupolo e dedizione, stiamo cercando di mettere in salvo inutili suppellettili, votandoci a morte certa.

Ma non ci difetta il coraggio e attraverseremo di corsa le fiamme guadagnando l'unico pertugio visibile rimasto». Non sembrava esserci tutto quel fuoco figurato che invece si avverte oggi tra crepe interne ed esterne, cortocircuiti tecnici difficili da resettare, numeri che dicono tutto.

Forse anche per questo Sabatini ha optato per il low profile non commentando l'esonero di Liverani e l'indice puntato sulla campagna acquisti improduttiva da parte della stessa proprietà a partire dall'immediato dopopartita col Lecce. Il club ha comunque eletto il direttore a «valido supporto per l'allenatore ed anche per la società nell'individuare i futuri manager del club. Darà una mano in questi mesi per costruire la nuova Salernitana», come ha dichiarato l'ad Milan. Sabatini, in ogni caso ancora alle prese con condizioni di salute che non gli consentono di poter essere nella sua “agorà del calcio” del Mary Rosy (potrebbe tornare in visita dopo Pasqua, nda) preferisce attendere qualche certezza in più sul futuro prima di pronunciarsi. «La Salernitana è la mia ultima squadra», ha confessato un mesetto fa.

Ma finirà davvero alla scadenza del contratto (30 giugno) la sua avventura, a questo punto nel calcio, oppure conserverà un ruolo anche simbolico di consulenza? Della retrocessione ha già detto cosa pensa in tempi non sospetti. Rewind al 23 dicembre, data della conferenza di presentazione-bis a Salerno: «Non voglio e non devo retrocedere. Mi voglio salvare ma se ciò non dovesse succedere, la Salernitana dovrà andare avanti negli anni e riprogrammarsi per stabilire un ciclo virtuoso.

Qualora non ci salvassimo lo considererei un fallimento personale». Che si sta concretizzando, beffardo, proprio in un momento in cui il fisico lo sorregge meno. Proprio nel momento in cui avrebbe la possibilità di sgambettare la sua ex squadra, seppur... dalla tv. Al Dall'Ara non è mai più tornato da ex dopo la separazione di fine settembre 2021: sette punti nelle prime tre partite, poi un pareggio casalingo col Genoa in mezzo a due sconfitte pesanti (6-1 a Milano con l'Inter e 4-2 a Empoli).

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Bastò tutto per presentare le dimissioni dal ruolo di coordinatore dell'area tecnica di Bologna e Montreal, l'altro club di Saputo. Un'esperienza biennale in cui conobbe e supportò Mihajlovic nella sua battaglia. Un mese prima del divorzio dai felsinei, invece, aveva detto di voler proseguire pur avendo appena beccato cinque ceffoni in casa dalla Ternana in Coppa Italia. Il contratto di consulenza, nonostante le affermazioni di una convinta permanenza in Emilia, non sarebbe mai stato rinnovato. Sabatini è così, furioso e disperato come il suo calcio.

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