Le mani di Meret sul Napoli: prima estate da titolare

Ha subito conquistato la fiducia di Garcia

Alex Meret
Alex Meret
di Pino Taormina
Lunedì 14 Agosto 2023, 09:37 - Ultimo agg. 18:06
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È tornata la dittatura del portiere. Basta con l'alternanza tra i pali, Spalletti ha detto stop e anche Garcia la pensa alla stessa maniera ed è tornato all'antico. E così per Alex Meret questa è la prima estate della serenità, quella in cui non deve preoccuparsi di nulla, del mercato o di un altro numero uno. Non corre il rischio di ricevere la telefonata nel cuore della notte per dirgli che lo Spezia lo vuole. Il ritorno della vecchia scuola: campionato o Champions, sempre e comunque ci sarà Meret. Con Gollini «abbonato» alla Coppa Italia. Finché le cose vanno bene, hanno ragione tutti: sia i fanatici della tirannide, sia i sostenitori della democrazia. Era la riserva di Ospina nel passato, poi l'estate scorsa era in bilico tra Kepa e Keylor Navas. Nessuno dei due volle venire e alla fine si ritrovò con la maglia da titolare sulle spalle. Ed è stata un'ascesa lenta, con il sapore anche acido della rivincita.

Per Meret è arrivata l'ora di prendersi tutto. Il primo pre-campionato senza punti interrogativi. Chi gioca? Si prende tutto e con gli interessi. Non vuole saltare una gara neppure la prossima stagione, già ha costretto Sirigu ad andare via alla velocità della luce. E non è un caso che Pastorello, il suo agente, non metta il Napoli sulla graticola, non abbia bussato alla porta di De Laurentiis per il rinnovo del contratto.

Ora da campione di Italia non ha rivali, è sereno, ha vissuto un ritiro senza fiato sul collo, senza doversi sentire sotto esame. Ha preso un gol con la Spal da metà campo ma nessuno gli ha gettato la croce addosso. Ha conquistato un diritto degno dei grandi: può sbagliare, senza che venga messo in discussione. Non è poco perché Meret ha passato momenti difficili, sembrava a un passo dalla cessione ma ha reagito da grande campione e da grande uomo. Meret è l'unico portiere italiano che non ha una riserva: gioca sempre lui.

La riscossa di Alex parte da lontano. Ora si gode il momento: non si è mai smarrito, si è sempre tirato su. Il ragazzo friulano ha un record: non ha un alter ego. Ed è per questo che è cresciuto. E non poco: non ha più timore di nulla, non si sente sotto esame a ogni tiro o per ogni passaggio coi piedi che fa. Ha lavorato con umiltà per migliorare questo aspetto e ha continuato a farlo anche durante questo ritiro con il nuovo allenatore. Alex che una volta di professione faceva il precario, ora si scopra un cannibale che vuole giocarle tutte. Per lui questa estate il lavoro è cambiato poco: Alejandro Rosalen Lopez, il preparatore dei portieri è lo stesso che c'era con Spalletti, uno dei pochi sopravvissuti alla diaspora post-scudetto. Lopez è uno di quelli che ha più meriti per questa crescita di Meret: gli ha fatto capire che non è vero che tutto il mondo ce l'aveva con lui, che è il calcio che porta in cielo in un attimo e subito dopo riporta per terra, trattandoti malissimo. Non è facile ricominciare pensando che non è vero che tutti ce l'hanno con te. Missione compiuta: e ora tra i pali c'è una certezza. Altro che il precario di dodici mesi fa.

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