Caro Sarri, cambia così il Napoli:
subito dentro Ounas, Rog e Zielinski

Caro Sarri, cambia così il Napoli: subito dentro Ounas, Rog e Zielinski
di Francesco De Luca
Domenica 3 Dicembre 2017, 08:11 - Ultimo agg. 19:55
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Amareggiato per la sconfitta con la Juve, orgoglioso per quell'87 per cento di possesso palla e nostalgico verso Higuain, Sarri ha rivolto una domanda a chi l'altra sera nella sala stampa del San Paolo evidenziava la stanchezza degli azzurri e suggeriva qualche cambio: «Mi date voi un'idea?». I giornalisti non sono allenatori, però osservano e il cambio di passo del Napoli in negativo si nota. Ecco perché proponiamo questa formazione già per la prossima partita con il Feyenoord, decisiva per la corsa Champions: Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Mario Rui; Rog, Jorginho, Zielinski; Ounas, Mertens e Insigne (se le condizioni fisiche consentiranno a Lorenzo di scendere in campo). E qui di seguito cerchiamo di spiegare perché.

Un ko in quindici partite, e dopo nove mesi di imbattibilità in campionato, ci sta e non può generare alcun allarme anche se adesso gli azzurri si trovano i bianconeri alle spalle e oggi potrebbero essere sorpassati dall'Inter di Spalletti, che ha augurato a Sarri di arrivare settimo per poter giocare quell'altro sport, come lo ha definito Maurizio, cioè una stagione senza coppe e con una partita a settimana. Si può lanciare una proposta a questo maestro del calcio che ha il pregio di giocare benissimo ma in un solo modo. E questo, quando il ritmo si abbassa e la stanchezza emerge, diventa il limite. Senza affidarsi alle logiche dei numeri, cioè ai milioni investiti dalla Juve sul mercato e alle differenze di monte ingaggi e fatturati, ci sono risorse che vanno prese in considerazione. Si è capito che Maksimovic, pur essendo costato 26 milioni, e che Giaccherini, pur avendo giocato 4 partite agli Europei con Conte, non rientrano nei piani di Sarri, meno che mai Tonelli, escluso non soltanto per problemi fisici. Ma ci sono giocatori giovani e affidabili, tre o quattro, che possono essere di aiuto in un momento in cui la fatica per aver disputato 22 partite in tre mesi e mezzo (oltre a quelle con le nazionali) si fa notare e c'è da battersi per difendere il primato in campionato e conquistare l'accesso agli ottavi di Champions League.

Rog, Zielinski, Diawara e Ounas. Sono questi i giocatori da prendere in considerazione, con un minutaggio più elevato di quello attuale. In difesa le scelte, dopo l'infortunio di Ghoulam, sono diventate obbligate e in attacco si può ipotizzare il solo utilizzo del giovanissimo franco-algerino acquistato dal Bordeaux, su cui Sarri l'altra sera non ha speso parole incoraggianti. «A Napoli, quando si prende un giocatore, si parla sempre del nuovo Cristiano Ronaldo. Ounas è un ragazzino di 20 anni, in questo momento è un talentuoso anarchico». Non ha l'esperienza di Callejon, però può dare vivacità su quella fascia dove sembrano momentaneamente in difficoltà sia lo spagnolo, definito l'equilibratore, che Hysaj. È vero che con questo allenatore si allungano i tempi di inserimento, però uno come Ounas va considerato anche perché non sempre vi saranno difese solidissime come quella della Juve, che ha chiuso qualsiasi varco al Napoli.

Non ci sono alternative per Mertens e Insigne (che però ha qualche problema muscolare e va utilizzato con cautela) almeno fino alla riapertura del mercato. Dries, a secco in campionato da quattro partite, vive un comprensibile momento di flessione dopo mesi straordinari: potrebbe non essere stato bello per lui ascoltare dal suo allenatore venerdì sera che «con Higuain si parte sempre da 1-0».
 
È il centrocampo il reparto in cui Sarri effettua il turnover più intenso fin dalla scorsa stagione, avendo formato le coppie Allan-Zielinski e Jorginho-Diawara. Ma è il caso di considerare il polacco, uno dei pochi azzurri sicuro di partecipare al Mondiale, un'alternativa anche ad Hamsik, che gioca a corrente alternata fin dall'inizio della stagione, tanto è vero che è stato sostituito in diciassette partite e quasi sempre dopo un'ora di gioco. Marek ha fatto un solo gol, al momento non dà profondità all'azione e le sue giocate sono prevedibili. Zielinski ha forza fisica e personalità, si inserisce abilmente in attacco, ha un tiro da fuori preciso che può aiutare se il tridente è bloccato. Peraltro può essere utilizzato pure come esterno sinistro alto, al posto di Insigne, come è accaduto per venti minuti nel secondo tempo della partita con lo Shakhtar Donetsk.

Il Napoli ha bisogno di giocatori che corrano e aggrediscano in questa fase della stagione, aspettando che alcuni titolarissimi ritrovino la migliore condizione. Tosto è Rog, che involontariamente mise un anno fa l'uno contro l'altro De Laurentiis e Sarri per il suo limitatissimo impiego. Adesso è cresciuto ed è più disciplinato, sa interrompere la trama avversaria e ripartire. Rog meriterebbe una chance da titolare perché altrimenti Allan, il centrocampista cresciuto sotto la guida di Sarri e ora in grado di abbinare la quantità alla qualità, rischia di non reggere la frequenza degli impegni: va tutelato anche riducendone l'impiego in alcune partite. All'uomo d'ordine Jorginho si può rinunciare in poche e rare occasioni.

Alla riapertura del mercato manca un mese e De Laurentiis dovrà fare almeno due interventi - un attaccante e un esterno - per affrontare l'emergenza provocata dagli infortuni di Milik e Ghoulam. È chiaro che il franco-algerino era entrato in modo perfetto nei meccanismi di Sarri (dopo due anni di lavoro), però bisogna adattarsi, aspettando il complessivo miglioramento della condizione fisica. Differente è il discorso per l'attacco perché Inglese non ha le caratteristiche di Mertens e i compagni si sono abituati ai suoi movimenti e infatti, quando è stato utilizzato, Milik è andato in difficoltà perché meno abituato a giocare palla a terra. Se manca la velocità, il Napoli ne risente, così come è accaduto contro la Juve, un muro su cui gli azzurri sono andati a sbattere, come era accaduto anche nel primo scontro diretto al San Paolo, quando ha pareggiato con l'Inter. Un punto su sei, ma la squadra è prima (nella peggiore delle ipotesi oggi scivolerebbe al secondo posto a una lunghezza dai nerazzurri) e ha giustamente raccolto gli applausi del San Paolo dopo aver perso di misura contro una Juve più cinica e abituata a gestire quel tipo di partita, con il vantaggio fuori casa da difendere per quasi un'intera gara.

È più difficile pensare a un cambio di modulo perché Sarri ha apportato variazioni al 4-3-3 (4-2-4 e 4-2-3-1) durante le partite, quando lo hanno chiesto le circostanze.

Ci siamo permessi di dare un consiglio a un grande allenatore. Perché se una squadra bella e forte soffre, è il caso di farsi qualche domanda.

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