Il baratro e l’onta sono proprio qui, manca solo qualche piccolo passo. Un’altra sconfitta stasera, per esempio, ma anzi basta pure un pareggio, e la vergogna sarà completa. Perché neppure la Conference verrebbe centrata senza i tre punti contro l’Udinese. Mancava solo di tornare sul luogo del delitto, un anno dopo esatto, mentre al cinema c’è l’amarcord dello scudetto e le scene di allora sono uno spettacolo decisamente migliore di quello di adesso. D’altronde, quando ti prende così la malinconia, vuol dire che il presente è davvero orribile. Ora entrare nella testa di Osimhen che questa sera insegue un gol per portare i suoi in Europa, mentre dodici mesi fa con la sua rete nel vecchio stadio Friuli sfidò la storia, entrando nella leggenda, è complicato proprio come mettere in fila tutti i disastri combinati in questa interminabile stagione iniziata esattamente il giorno dopo l’1-1 di Udine. Il vero elenco che interessa, però, a Calzona è quello dove ci sono i nomi degli assenti: un bel po’ hanno rimediato acciacchi negli ultimi giorni e non ci saranno. Neppure convocati. E sono assenze pesanti: Kvara in primis e poi il suo naturale sostituto, ovvero Raspadori. Anche lui ko. Peraltro come è al tappeto l’umore di Jack da parecchio tempo, dopo una stagione da portatore d’acqua, umile gregario di una squadra che è andata a picco, senza che a lui sia stato chiesto aiuto.
Mister X
Ora lì sulla sinistra del tridente non potrà che giocare, anche per mancanza di alternative, che mister 30 milioni, l’uomo che, invece, per De Laurentiis e per i suoi fogliettini è un’ala destra. Jesper Lindstrom sarà titolare con l’Udinese e di tutto ha bisogno questo Napoli ferito e offeso, ma non di un’altra partita senza dignità come quelle con Frosinone ed Empoli.
E sulla strada c’è Fabio Cannavaro: avrebbe fatto carte false per essere sulla panchina del Napoli. Da due settimane è su quella dell’Udinese pericolante a caccia della miracolosa salvezza. Ha rianimato Samardzic e domenica scorsa ha fatto tremare il Bologna. Pure Cannavaro è pieno di guai, per via di ben sette forfait tra squalifiche e infortuni con cui deve fare i conti. Il capitano dell’Italia mondiale ha tutte le intenzioni di cercare l’impresa, mettendo da parte le ragioni del cuore. Se si può chiamare “impresa” battere questo Napoli. Già, ma quale Napoli vedremo, però, non lo sa nessuno: la squadra ha abituato a tali picchi di mortificante rendimento che ormai ogni gara diventa un uovo di Pasqua con sorpresa acclusa, ma ignota. Nella buriana di uno spogliatoio a nervi tesi Calzona fa fatica a tenere barra a dritta. Ma le epopee delle grandi squadre finiscono anche così, con la crudeltà che il destino riserva ai protagonisti più sfrontati, a chi prova a sfidare la ragione, la logica delle cose. Appena 250 i biglietti venduti nel settore ospiti: la trasferta era vietata ai residenti in Campania. Ma tutti gli altri sono rimasti a casa.