Biglietti omaggio a parenti del boss:
Cannavaro con l'uomo del clan

Biglietti omaggio a parenti del boss: Cannavaro con l'uomo del clan
Lunedì 21 Maggio 2018, 19:49 - Ultimo agg. 22:01
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Risale al 17 gennaio 2014 la telefonata relativa ai biglietti omaggio in favore di persone ritenute legate al clan, vicenda che ha dato origine a uno degli addebiti contestati oggi a Paolo Cannavaro da parte della procura della Figc. A chiamare è un tale Lello che, come sottolineano gli investigatori della Dia nella informativa trasmessa ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, chiede al calciatore «biglietti omaggio per una partita del Napoli destinati a due soggetti legati al clan Lo Russo di Miano». L'uomo «manifestava la necessità di mantenere il massimo riserbo».

Questo uno stralcio dell'intercettazione:
L: senti dobbiamo fare certi accrediti per certi amici della
curva.
P: .Lello, io già ne ho presi sei!!
L: e vedi di trovarne altri due!!
P: vedo se me li danno
L: e vedi chi te li deve dare.. perché non possiamo fare una
figura di merda... capisci a me!!
P: si! lo so! ma se non li trova?!..
L: ma tu sei il capitano!! ...non siamo nessuno più qua???!!!

Alla telefonata faranno seguito alcuni messaggi Sms in cui si indicano i nominativi dei beneficiari dei biglietti. «Premesso che nulla di rilevante e minimamente censurabile può essere dedotto dal fatto che Paolo Cannavaro si prodigasse per reperire due accrediti allo stadio S.
Paolo - chiosano gli investigatori della Dia - , ciò che invece ha spinto a segnalare la vicenda riguarda certamente i nominativi dei beneficiari dei biglietti della partita di calcio. Da accertamenti esperiti all'anagrafe comunale ed in banca dati SDI, infatti, le persone indicate con tanto riserbo da Lello sono risultate inesistenti con le date di nascita comunicate negli sms riportati nella presente. In realtà, però, gli stessi nominativi corrispondono a nomi conosciuti a questo ufficio, poiché corrispondenti a soggetti notoriamente affiliati e/o attigui al clan camorristico Lo Russo». Si tratta di un pregiudicato imparentato con il capo clan Antonio Lo Russo, all'epoca dei fatti ancora latitante), della sorella di un boss di un clan del centro storico detenuto in regime di 41/bis, e di un uomo ritenuto in stretti rapporti con il parente dei Lo Russo. Un capitolo della Dia è dedicato ai rapporti tra i fratelli Paolo e Fabio Cannavaro con i fratelli Esposito, imprenditori, (arrestati nei giorni scorsi nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Napoli): compaiono intercettazioni risalenti al 2013 e riguardanti progetti di investimenti nel settore della ristorazione attraverso l'acquisizione di noti locali.
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