De Laurentiis-Insigne
​ora serve chiarezza

di Francesco De Luca
Domenica 14 Luglio 2019, 11:06
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Ancor prima di mettere piede in ritiro, Capitan Lorenzo è diventato un caso. A Dimaro s’è parlato più di giocatori che non ci sono che di quelli che si allenano. Ovvero di Insigne e James Rodriguez. Il colombiano è nei progetti del Napoli però De Laurentiis non accetta che il Real Madrid gli attribuisca una valutazione da campione, quale effettivamente lui è (e infatti il club azzurro, su input di Ancelotti, lo cerca affinché si possa elevare la qualità), e chiede di essere accontentato sulle modalità di pagamento. All’unico nazionale italiano della squadra, invece, sono state lanciate stilettate prima dall’allenatore e poi dal presidente, che ha detto due giorni fa: «Non deve avere un comportamento infantile». Insigne ha reagito, apparentemente, bene. In viaggio verso il Trentino, ieri pomeriggio, ha postato una foto con il nuovo compagno Manolas e soprattutto con un largo sorriso. Ma perché ci sono stati questi richiami così forti nei suoi confronti? Come era facile intuire, i rapporti tra Lorenzo e il Napoli (De Laurentiis e Ancelotti) non sono stati del tutto chiariti dopo il vertice di inizio maggio in casa dell’allenatore, tanto è vero che sul mercato è scattata la caccia a James, che potrebbe giocare con Lorenzo o in alternativa a lui. Un’offerta da 80 milioni non si vede all’orizzonte, i sondaggi del procuratore Raiola sono rimasti tali e allora, all’inizio della stagione, il più alto dirigente del Napoli arriva a chiedere a Insigne di comportarsi «da uomo, quale è appunto». Queste parole lasciano credere che il capitano, titolare dei gradi dopo la cessione di Hamsik, abbia avuto comportamenti censurabili, seppure non in pubblico, perché non ha detto una parola dopo essere stato fischiato al momento della (inopportuna) sostituzione in Napoli-Arsenal. Oppure si tratta di avvisi che partono da chi comanda nel club e nella squadra affinché Insigne accetti le decisioni del tecnico, ad esempio una collocazione in campo a lui non gradita o una panchina? C’è un’altra domanda da porsi, senza azzardare paragoni con quella commedia in atto da mesi tra Icardi e l’Inter: al Napoli - inteso come club ma anche come spogliatoio - va bene Insigne capitano? Pochi giorni fa, a Dimaro, Ancelotti ha così risposto alla domanda di un tifoso: «Ci sono delle gerarchie da rispettare e dopo Hamsik era il momento di Insigne». Dunque, una decisione presa in base alle presenze e non alla leadership che un capitano deve avere nel gruppo.
Per partire quest’anno con il piede giusto, affrontando e finalmente vincendo le sfide stagionali, l’allenatore sa che è necessario un confronto con l’unico napoletano della squadra, mettendolo di fronte alle sue responsabilità. Non è facile per un napoletano essere capitano del Napoli, come ricorda Paolo Cannavaro, che venne degradato nel primo anno di Benitez, quando Rafa lo mandò in panchina e promosse Hamsik (il fratello del campione del mondo accettò pochi mesi dopo l’offerta del Sassuolo). Se De Laurentiis prima dice che eventuali offerte per Insigne saranno valutate (quindi non lo considera incedibile) e poi chiede comportamenti consoni al ruolo di capitano, qualcosa non funziona. Se il Napoli non considera più Lorenzo un capitale, lo ceda, anche se è difficile pensare che arrivi una proposta da 80 milioni. Se invece lo considera ancora tale, lo tuteli ed eviti di spingere i tifosi a chiedersi: ma che avrà fatto mai per essere richiamato così platealmente all’ordine? Lorenzo, intanto, ha risposto con un sorriso ed è quello che dovrà continuare a mantenere sul campo, nei confronti con Ancelotti e i tifosi che lo aspettano già stamane sul campo di allenamento a Carciato. Dopo due ottime operazioni per la difesa (Manolas è una certezza e Di Lorenzo va tenuto in considerazione) il Napoli procede a piccoli passi sul mercato. Perché deve prima vendere e non è facile sistemare tutti i giocatori in sovrannumero dal momento che De Laurentiis fissa prezzi elevati, come peraltro fanno tutti i suoi colleghi, a cominciare da Florentino Perez, il numero uno del Real Madrid. James riaccenderebbe la fantasia popolare ma i tempi non sembrano brevi per la conclusione di una trattativa che sta molto a cuore ad Ancelotti. Non sarebbe, comunque, un colpo per la campagna abbonamenti perché De Laurentiis non ha mai avvertito questa esigenza e infatti, a fronte di investimenti e buoni piazzamenti, le tessere vendute per le partite al San Paolo sono state poche migliaia negli ultimi anni. Il presidente, intanto, ha seguito l’amichevole contro il Benevento al fianco del patron sannita Vigorito: sconfitta degli azzurri nel derby stagionale, un amarcord rossonero tra Ancelotti e Inzaghi, che vuole riportare i giallorossi in A e ha cominciato bene questa avventura. Solo tre titolari - Ghoulam, Callejon e Di Lorenzo - utilizzati per spezzoni di partita, si aspetta il completamento della rosa che avverrà soltanto in agosto, al rientro di Koulibaly dalla Coppa d’Africa.
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