Il Grande Fratello al San Paolo:
ecco come funziona la control room

Il Grande Fratello al San Paolo: ecco come funziona la control room
di Pino Taormina
Lunedì 4 Febbraio 2019, 11:30 - Ultimo agg. 16 Febbraio, 20:22
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La telecamera indugia su un gruppetto di tifosi, all'esterno dei Distinti. Con lo zoom digitale l'immagine viene ingrandita fino a consentire persino di vedere la marca delle giacche a vento. Falso allarme, sono lì che divorano un panino. Poi ecco che ad attirare l'attenzione c'è uno striscione che viene sistemato in Curva A: due teli con una scritta di incoraggiamento. «È quello autorizzato», battezzano dalla cabina di regia, la «control room» dello stadio San Paolo. Benvenuti nel centro di gestione delle manifestazioni sportive dove tutto ciò che avviene dentro al San Paolo, ma anche nell'area adiacente l'impianto di Fuorigrotta - prima, durante e dopo la partita - non può sfuggire: sono un centinaio le telecamere al servizio della sicurezza degli spettatori. Poche fisse, tutte che possono essere comandante da qui, a seconda delle esigenze. Telecamere multifocali, che permettono un controllo continuo e costante delle tribune, garantendo non solo di filmare qualsiasi evento si verifichi, ma anche di individuarne i responsabili con estrema precisione. È possibile, sia durante la registrazione che a posteriori, rivedere il filmato e zoomare sulla zona interessata in qualsiasi momento della ripresa. Gli obiettivi di ogni dispositivo forniscono immagini ad alta definizione.
 


Molto più di un Grande Fratello: a guidare tutto c'è il questore di Napoli, Antonio De Iesu. Nel centro di gestione delle manifestazioni sportive, il coordinamento è affidato a Paolo Esposito, dirigente del commissariato San Paolo. A ogni gara sono impiegati decine di uomini della polizia scientifica, dei vigili del fuoco, dei carabinieri e una moltitudine di steward alla dipendenze del Calcio Napoli (che affianca le operazioni con un suo delegato alla sicurezza, Angelo Iannone). Se lo stadio è fatiscente in molti punti, qui nel centro tutto funziona con mezzi all'avanguardia. Da qui si affrontano tutte le possibili criticità: ogni fermo ai tornelli viene segnalato. E non solo. Le telecamere si spostano sul gate e sono pronte ad affiancare nell'intervento. Spesso i tifosi possono essere accompagnati nel camper per controlli anche nel caso in cui il nome sul biglietto non coincida con la carta di identità. «Noi siamo preparati ad affrontare ogni genere di criticità. Allestiamo misure organizzative differenti perché tutto può accadere. Le telecamere non servono solo per l'ordine pubblico, ma anche per i controlli ai tornelli», dice il dirigente Esposito.

I 38 tifosi della Sampdoria, nella fattispecie, non sono motivo di ansia, anche se proprio gli ultrà blucerchiati con i loro cori anti-Napoli portarono alla storica sospensione di una partita, a maggio scorso. Eppure, oltre agli uomini ai tornelli, almeno una decina di telecamere resta fissa su di loro. Così come altre sono posizionate verso gli spalti. «Con le Universiadi ci sarà un ulteriore salto verso il futuro, perché il sistema verrà ancor di più rafforzato». L'uscita della tangenziale di Fuorigrotta, viale Marconi, viale Augusto, via Terracina e tante altre vie sono blindate: i controlli sono serrati, continui e servono a prevenire anche eventuali agguati. Basta un capannello di persone per concentrare le attenzioni. L'arrivo e la partenza dei bus con le squadre a bordo sono tra i momenti di allerta. Ma non solo: persino i cori dagli spalti vengono registrati e catalogati. Un eventuale canto contro questa o quella tifoseria può segnalare una criticità, una inimicizia e spingere a drizzare le antenne in vista della partita successive. È un lavoro frenetico, continuo, che non ammette momenti di pausa.

Perché anche qui, nella struttura che sovrasta la tribuna Posillipo e che deve restare al buio perché nessuno dall'esterno deve vedere chi c'è dentro e come opera, che si decide se ordinare all'arbitro di mandare tutti a casa in caso di cori, striscioni o altro. Sarebbe sempre il dirigente Esposito a prendere la decisione, alla luce delle disposizioni del Viminale. Con la Sampdoria è la prima gara dopo il varo della Figc della nuove norme anti-razzismo. Pairetto, l'arbitro, lo spiega: «Se succede qualcosa io fischio l'interruzione, poi voi mi dite come andare avanti», spiega in sintesi. A seguire i filmati sui monitor personale della polizia scientifica.

Polizia, Carabinieri e Finanza; vigili del fuoco; medici e ambulanze (118); il referente della sicurezza strutturale (impianti, caldaie, ascensori); gli stewart della società che gestiscono posti e biglietti; il responsabile dei piani di evacuazione dello stadio. Ognuno è collegato via radio al suo personale, dentro e fuori lo stadio. «È una stanza dei bottoni - spiega Esposito - che coordina le relazioni tra i vari soggetti preposti alla sicurezza». Lo stadio è un posto dove si amalgamano criminali di diversi punti della città e che interpretano il senso di appartenenza a Napoli in maniera del tutto distorta. Con le Universiadi, è atteso un ulteriore balzo nel futuro: un nuovo modello di sorveglianza, tecnologicamente ancor più all'avanguardia. Lo stadio sarà sempre più un posto sicuro. Chi non ci va, non lo fa certo per la sicurezza.
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