Le grandi manovre di Raiola:
da lui passa il mercato del Napoli

Le grandi manovre di Raiola: da lui passa il mercato del Napoli
di Angelo Rossi
Domenica 16 Giugno 2019, 08:53
3 Minuti di Lettura
Chi l'avrebbe detto? Il caro nemico rischia di diventare il miglior alleato di mercato. E che alleato. Il più potente, il re delle trattative, l'uomo al quale si rivolgono tutti i paperoni del calcio. Anche se per gli invidiosi Carmine Mino Raiola è soltanto «il pizzaiolo»: nasce nel 1967 a Nocera Inferiore, ad appena un anno si trasferisce con la famiglia ad Haarlem in Olanda dove il papà gestisce una pizzeria. Oggi è un italo-olandese che parla indifferentemente sette lingue (italiano, francese, inglese, spagnolo, portoghese, tedesco, olandese) e che vive a Montecarlo con moglie, due figli e un cane. Della sua scuderia fanno parte campioni del calibro di Ibrahimovic, Insigne, Balotelli, Pogba, Lozano, Manolas.

 

IL RAPPORTO CON ADL
Con il Napoli, cioè con De Laurentiis, i rapporti si sono gioco forza ammorbiditi. Colpa, o merito, di Insigne: da quando Lorenzo è finito sotto la sua procura, Mino e Aurelio hanno ripreso a parlarsi. Il caso ha voluto che sia stato proprio un incontro per chiarire la posizione di Insigne a riavvicinare il procuratore al Napoli. Il presidente due anni fa lo definì «un cartone animato simpaticissimo ma per fare qualsiasi operazione sui calciatori del Napoli deve prima passare sul mio cadavere». Adesso Ancelotti si è messo in testa Lozano e giustamente il boss gioca le sue carte: per avere il messicano, già promesso da lui stesso al Psg, il club deve mollare qualcosa su Insigne, leggasi prolungamento del contratto. O, peggio ancora, aprire alla cessione di Lorenzo se davvero qualcuno si presenterà con almeno 70-80 milioni cash.
OCCHI SU MANOLAS
I contatti sono quotidiani, ieri ad esempio con Raiola s'è discusso a lungo di Manolas: il greco e Koulibaly formerebbero una coppia di centrali mozzafiato, Mino potrebbe dirottare il suo assistito a Napoli e non alla Juventus, c'è bisogno di tutta la sua astuzia per convincere la Roma ad abbassare le pretese (i 36 milioni della clausola). Lo chiamano pure Mister 50 milioni perché la scorsa estate ha movimentato 500 milioni tra valore dei trasferimenti, commissioni e ingaggi, fatturandone per sé appunto 50: ha accumulato in una quindicina d'anni un conto in banca che sfiora i trecento milioni, tanto che due anni fa Forbes lo classificò tra i quattro procuratori più potenti del calcio mondiale, con Mendes, Barnett e Otin.
«FREGATO DA FERLAINO»
Ci sa fare, in media ogni anno porta a casa trenta milioni. Proprio il Napoli, anzi Ferlaino, gli dette la prima fregatura. Offrì Bergkamp per 700 milioni di lire, 10 sarebbero andati a lui. «Dammi la mano, siamo napoletani e abbiamo una sola parola» disse l'ingegnere. «Non ho mai visto quei soldi ma Bergkamp dall'Ajax all'Inter iniziò a cambiarmi la vita» ha ricordato Mino. I capolavori sono stati le cessioni di Pogba, Ibrahimovic a costo zero e Mkhitaryan. Solo per Pogba incassò 25 milioni dalla Juventus e 10 dal Manchester per la mediazione perché la sua provvigione si aggira intorno al 7 per cento. Una volta Ibra gli disse: «Mino portami a Napoli». Il campione svedese giocava nella Juventus: parlava con il cuore, non se ne fece mai niente perché per Mino non c'è mai stato business. Oggi gestisce una fortuna, guadagna più di Messi e Ronaldo, di se stesso dice: «Sono napoletano di passaporto e straniero ovunque. Gli altri vanno in bicicletta, io su una nave spaziale». Ma la definizione più bella l'ha data l'amico del cuore Ibra: «Un meraviglioso ciccione idiota».
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