Il ministro-pallanuotista ex Posillipo:
«Napoli, a Belgrado sarà una festa»

Il ministro-pallanuotista ex Posillipo: «Napoli, a Belgrado sarà una festa»
di Francesco De Luca
Giovedì 13 Settembre 2018, 09:24 - Ultimo agg. 09:40
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Il ministro dello sport della Serbia era a Napoli quella domenica. «Giocavo nel Posillipo e abitavo a Fuorigrotta, a metà strada tra la piscina Scandone e la sede del circolo. Seguivo poco il calcio e veramente non riuscivo a capire cosa stesse accadendo quella domenica». Era il 10 giugno 2007, il Napoli tornava in serie A dopo il pareggio a Marassi contro il Genoa e la città esplodeva di gioia. «Scesi anche io in strada: bellissimo». Uno degli ultimi ricordi napoletani di Vanja Udovicic, 36 anni compiuti ieri, da cinque ministro del governo serbo dopo essere stato una delle glorie della pallanuoto. La tappa napoletana è durata due stagioni. «Indimenticabile». Il ministro Vanja apre le porte ai napoletani che si preparano alla prima trasferta del girone Champions a Belgrado martedì 18, appuntamento nell’ex stadio Marakana, adesso intitolato a una delle glorie della Stella Rossa, Raijko Mitic.  
Ministro, c’è preoccupazione perché gli ultrà della Stella Rossa sono ritenuti tra i più violenti in Europa.
«Come conferma il sold out per le tre partite interne del girone, c’è una grande attesa, assolutamente sportiva. Ci prepariamo ad accogliere con orgoglio tre delle migliori squadre d’Europa dopo il rientro della Stella Rossa in Champions League, a 27 anni dall’ultima apparizione nel torneo calcistico più prestigioso. Ci sarà una grande partecipazione popolare, saranno autentiche feste di sport».

Ma gli ultrà della Stella Rossa sono stati messi al bando dall’Uefa per due trasferte.
«I tifosi del Napoli, del Liverpool e del Paris St. Germain possono venire tranquillamente a Belgrado. Non ci saranno problemi di ordine pubblico. Piuttosto ci sarebbe voluto uno stadio da 200mila posti per ognuna delle tre partite. La Stella Rossa e i suoi tifosi mettono lo sport al di sopra di tutto. Ci sono stati problemi con una limitata parte della tifoseria, per slogan più che per atti di violenza. Questo è un argomento che riguarda non soltanto la tifoseria del nostro paese, ma anche quella italiana, inglese, olandese».

Un tempo gli ultrà della Stella Rossa erano collegati alle Tigri del comandante Arkan, uno dei sanguinari protagonisti della pulizia etnica che sconvolse la Jugoslavia.
«Arkan e le sue milizie sono storie del passato. Chi verrà a Belgrado nei giorni delle partite, a cominciare da quella contro il grande Napoli, coglierà l’emozione di una città, anzi di un Paese intero perché la Stella Rossa ha tre milioni di tifosi in Serbia. C’è il desiderio di mandare un messaggio sportivo all’Uefa e all’Europa intera, così come è accaduto in occasione della partecipazione di due squadre all’Europa League nella scorsa stagione. Tutto si svolgerà nella massima tranquillità e sicurezza, ne sono assolutamente convinto».

A che punto è arrivato il calcio serbo?
«Le partecipazioni ai Mondiali e alla Champions ci confortano per il futuro. Ci sono stati anni difficili e non soltanto a causa delle vicende politiche. È stato avviato un lavoro di grande qualità e i risultati stanno arrivando. Ci auguriamo che la Stella Rossa possa ben figurare anche se il girone di Champions è impegnativo».

Qual è il suo ricordo di Napoli.
«Ero nel migliore periodo della mia carriera ai tempi del Posillipo. Sono stato in una grande famiglia sportiva e ho vissuto in una città che ti lascia il segno per la sua bellezza, la sua storia, la sua cultura, il suo sentimento anche verso lo sport. Sono arrivato a Napoli nel 2005 e allora il Posillipo era tra i grandi team internazionali mentre la squadra di calcio giocava in C. Vivevo a Fuorigrotta e ogni domenica era un’esplosione di passione per la partita al San Paolo. Sarà bello vedere gli azzurri e i loro tifosi a Belgrado».
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