Napoli, Sarri carica Milik e Zielinski:
furore polacco contro la Juventus

Napoli, Sarri carica Milik e Zielinski: furore polacco contro la Juventus
di Pino Taormina
Venerdì 20 Aprile 2018, 10:04 - Ultimo agg. 17:24
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Inviato a Castel Volturno

Sarri non è tipo da farsi sconti: ieri mattina si è messo al lavoro e pure nel pomeriggio di riposo post Udinese la sua personale preparazione è entrata nel vivo. C'è già stata una riunione tecnica con lo staff guidato dal suo vice Calzona, poco prima dell'allenamento mattutino degli azzurri. Sarri, in realtà, alla Juventus pensa dal giorno dopo la partita con il Chievo. L'ha studiata grazie a un numero consistente di dvd e alle relazioni che si è fatto preparare: da quest'oggi completerà il trasferimento di tutti i dati alla squadra. Stando ai precedenti, il tecnico programmerà, da qui al match di domenica sera, almeno quattro riunioni prettamente tecniche con Callejon e soci. Come affrontare questa Juventus sarà il tema dominante. Con chi, in realtà, Sarri non deve averlo già deciso. E lo si capisce da qualche frase che ha pronunciato quasi di sfuggita. Ed è questa una piccola novità.

Non è questione di insicurezza ma qualche dubbio lo deve avere anche alla luce del rendimento nelle ultime due gare. Ed è giusto, quindi, parlare delle soluzioni che ha a disposizione. Non è messo in discussione il 4-3-3 che non ha variabili se non a partita in corso, ma vanno prese in considerazioni due incognite che riguardano il ballottaggio di due big. La prima incognita riguarda la punta centrale: giocherà Milik o Mertens? Ecco, il polacco ha messo la freccia nei confronti del belga ed è seriamente candidato a prendersi una maglia da titolare per il match-scudetto. Ora se la gioca più o meno alla pari con Dries il cui rendimento appare nettamente in flessione: la sua disciplina, la sua disponibilità al sacrificio e la sua freschezza contro il talento e l'imprevedibilità del falso nove. Oggi si può dire Mertens 50% e Milik 50%: per Arek è già un successo, ripensando a non molto tempo fa.

All'improvviso, però, Sarri si trova a dover fare i conti con un imprevisto non di poco conto: la flessione di uno degli uomini chiave, di uno dei suoi intoccabili ovvero Marek Hamsik. Sì, il capitano ha colpito per la sua passività nella prova contro l'Udinese ma anche per il suo atteggiamento non brillante contro il Milan. Non ci fossero alternative, il capitano scenderebbe in campo senza dubbio: ma lo Zielinski visto in azione contro l'Udinese, pungente nelle sue incursioni offensive e disciplinato tatticamente, gli consente di poter riflettere. D'altronde, evviva questo tipo di problemi.
 
Molto dipende anche da come Sarri penserà che Allegri affronti il Napoli: perché ogni volta lo ha fatto in maniera differente. Il 29 ottobre del 2016, il giorno dell'ultimo ko in trasferta degli azzurri, Max giocò con un 3-5-2 con Mandzukic e Higuain punte; l'anno prima quando la Juve vinse con la rete di Zaza, Allegri scese in campo con un 4-4-2; lo scorso anno al San Paolo in campionato i bianconeri giocarono con un 4-4-1-1 e in Coppa Italia con un 4-3-2-1. Nella gara di andata, decisa da un gol di Higuain, la Juve ha schierato un 4-3-2-1 con Pjanic, Matuidi, Douglas Costa, Dybala e Higuain. Ed è evidente che le lezioni delle prossime ore devono tener conto di tutto questo.
Ovviamente Sarri sa che non c'è bisogno di parlare tanto in questi giorni. Non c'è bisogno di motivazioni particolari e così, la riunione di ieri è ruotata principalmente sull'analisi della gara di mercoledì, quella del triplo volto: fino al 25' positivo, dal 25' al 60' terrificante e infine schioppettante. «Dobbiamo solo andare a divertirci» ha spiegato l'allenatore misurando le frasi e centellinando gli aggettivi e nell'intento di sgonfiare le attese per la sfida della verità. E per rilassarsi, Jorginho ha scelto uno sparring partner speciale: la mamma.

Oggi Castel Volturno sarà blindato come sempre, perché verranno provati anche nuove situazioni su calcio piazzati: 12 gol sugli sviluppi da palla inattiva e la voglia di allungare la serie anche domenica sera. Sarri ha capito che questa grande sfida di nervi e pazienza non sarà un western, ma un gioco d'equilibrio. Decideranno gli episodi, forse i palloni inattivi, sperando che non sia troppo attiva la Juventus.

Sarri non vede l'ora che arrivi domenica. Ha iniziato il cammino l'8 luglio con il ritiro a Dimaro e la stagione vista da lì sembrava di una lunghezza infinita, e infatti lo è stata, ma piena di soddisfazioni. Un respiro a pieni polmoni, concentrazione massima: ci siamo. Il Napoli è pronta. Non è uno scudetto da prendere a tutti i costi. Ma gli azzurri sono convinti di meritarselo. Di essere i più forti. Di averlo dimostrato.
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