Napoli, se il grande sogno non s'interrompe

di Marilicia Salvia
Domenica 19 Agosto 2018, 11:00
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Ronaldo fa paura solo quando abbatte - senza batterlo - il portiere del Chievo. I non colorati vacillano prima di vincere, mister Sarri si aggiudica il derby del Tamigi e idealmente pareggia la sfida a distanza (3 a 2, gol della vittoria nei minuti finali) con i detestati scippatori dello scudetto, Immobile fa il core ingrato, e - soprattutto - Milik, e dopo poco anche Insigne, fanno dimenticare Cavani. Dopo i primi novanta minuti è impossibile prevedere quale sarà la classifica a maggio, ma certo si prospetta complicata la vita del tifoso azzurro, costretto a saltare da un campionato all'altro, a incrociare e confrontare risultati, e come se non bastasse a cambiare pure canale tv e volti e voci dei commentatori, in un crescendo di emozioni inedite ed esagerate.

Non giochiamo una sola partita, cerchiamo analogie e differenze, leggiamo auspici e profezie nei risultati e nelle mosse altrui: tutto pur di trovare conforto al nostro unico grande desiderio, quello di (ri)vedere il Napoli bello e vincente di un anno fa, il Napoli che affrontava gli avversari a viso aperto e li schiacciava nella loro metà campo, che dopo otto partite aveva già da parte ventiquattro punti. Perchè noi, diciamocela tutta, di questo avevamo paura, di non riconoscerla più, la squadra del nostro sogno nel cuore. E per la prima mezzoretta in effetti qualche dubbio ci è venuto. Chi erano quegli undici uomini agli ordini di un allenatore in camicia e giacca scura? Nomi identici sulle maglie, eppure posizioni in campo diverse, scambi lenti, resi lentissimi dal segnale incerto di questa nuova impronunciabile piattaforma digital. Ma poi Zielinski ha preso una traversa. E niente è stato più come prima.

Milik che fa impallidire Ronaldo, lui fa il top player, il portoghese a Verona solo scena. Karnezis, il portiere meno accreditato dai tifosi dell'intera storia del Napoli, che fa dimenticare in fretta il non memorabile Reina. La difesa che dopo il primo errore non molla più Immobile, Ciruzzo Mertens che in attesa di tempi e prestazioni migliori sostituisce il suddetto Reina nel ruolo di trascinatore e leader. E Ancelotti, il James Bond Ancelotti, che si prende i primi tre punti in trasferta, gli applausi e tutto il merito di una vittoria tonda e pulita su cui pochi avrebbero scommesso. Una vittoria in rimonta, tanto per non tralasciare nessuno degli elementi di continuità delle stagioni griffate Sarri. Alla faccia di chi diceva che sarebbe stata una partenza in salita, il primo ostacolo è alle spalle, e già non vediamo l'ora di abbattere tutti gli altri. Carlo è il nuovo re, il Napoli è tornato, il sogno nel cuore pure.
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