Napoli, il Web lancia #Ancelottiback:
«Meglio quando si stava peggio»

Napoli, il Web lancia #Ancelottiback: «Meglio quando si stava peggio»
di Delia Paciello
Sabato 11 Gennaio 2020, 22:52 - Ultimo agg. 12 Gennaio, 12:30
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#Ancelottiback è l’hashtag lanciato con ironia in risposta al sempre più diffuso #Gattusoout. Perché i napoletani non sanno più a chi dare la colpa per l’intossico che gli tocca ogni weekend di Serie A, con gli azzurri che non riescono più a portare a casa i tre punti da ormai tre mesi se non fosse per il piccolo regalo sotto l’albero di Natale. «Lo zoccolo duro della squadra è sempre quello, il presidente c’era anche prima. Se ora non si vince più deve essere a causa del tecnico»; «Ci vuole un allenatore che faccia giocare la squadra a calcio, pare che i giocatori abbiano dimenticato come si fa», motiva qualcuno sui social.

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La Lazio festeggia così all’Olimpico la decima vittoria consecutiva raggiunta ancora una volta nei minuti finali, mentre il Napoli non esce dal tunnel. Neanche il santo protettore dei partenopei, invocato a gran voce dai tifosi nella speranza di qualche influsso positivo sul tecnico omonimo, ha potuto smuovere la situazione: «Ci vuole una benedizione del Papa in persona», commenta qualcuno. Ma potrebbe non bastare: «Ormai non c’è nulla da fare, questa stagione è andata. Speriamo solo nei 16 punti per la zona salvezza», scrivono sul web i più disperati.
 
 

«Le ultime due partite le abbiamo perse per quattro autogol», è opinione comune fra i tifosi del Napoli. E stavolta la colpa è di Ospina, reo di un’uscita inappropriata su Immobile dopo tante giocate positive: «Glielo ha detto Gattuso di uscire così? Che si pigliassero a schiaffi da soli»; «Il portiere ha voluto regalare la partita agli avversari»; «Forse la capata che aveva preso nello scontro precedente lo ha scemunito»; «Stavamo giocando un po’ meglio ma con le papere che facciamo non è possibile vedere luce». E c’è chi la vede proprio nera: «Speriamo non si tratti di Calciopoli 2020, è troppo strano perdere così»; «Dite la verità, vi siete accordati per perdere queste partite»; «Non la smette di fare regali questa squadra», sostengono invece i più malpensanti. Ma una cosa è certa: l’aria è insostenibile in città, i tifosi sono stufi. «Ormai siamo lo zimbello dello stivale»; «Vergogna senza fine».

In pochi hanno visto dei minimi miglioramenti: «Non fermatevi, continuate a crescere». Ma è l’approccio mentale quello che pare irriconoscibile rispetto al passato: «Sembrano rassegnati a perdere». Esattamente l’opposto di quanto hanno dimostrato i biancocelesti. E forse la risposta sta proprio nelle parole dello spettacolare Immobile, in un momento strepitoso insieme a tutti i suoi compagni: «Dicono che la nostra sia fortuna che ci fa vincere negli ultimi minuti di gara. Io penso che dietro ci sia qualcosa di più: la nostra voglia di non mollare e combattere fino all’ultimo minuto. Ecco perché per noi è un momento così positivo, è nel carattere e nella determinazione che mettiamo in campo». Caratteristiche che in passato appartenevano anche al Napoli, ma che ora sono solo un ricordo lontano.

«Non possiamo più seguire questa squadra, fa troppo male. È un calo inspiegabile», è la voce che si diffonde nelle piazze virtuali. L’unica, remota, speranza dei tifosi è nel mercato: «Speriamo che i nuovi arrivati facciano la differenza». Ma c’è chi subito spegne gli entusiasmi, onde evitare nuove illusioni dopo una proclamazione di intenti del club troppo lontana dalla realtà: «Restiamo coi piedi per terra, Demme e Lobotka non sono giocatori che possono rivoluzionare il Napoli. L’anno prossimo ci guarderemo la Champions, e forse anche l’Europa League, in Tv». Ma giocatori freschi, motivati e con la voglia di dimostrare potrebbero mettere un po’ di sale in campo e a smuovere uno spogliatoio che appare spento: «Una ventata di novità potrebbe far risvegliare tutti. O a Giugno che andassero via e si rinnovasse la rosa». I napoletani vorrebbero si trattasse solo di un brutto sogno: «Svegliateci quando tornerà il vero Napoli o meglio pensare ad altro».
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