Napoli, Allan è il solito guerriero:
Mario Rui è un disastro e Ospina...

Napoli, Allan è il solito guerriero: Mario Rui è un disastro e Ospina...
di Bruno Majorano
Mercoledì 12 Dicembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 07:03
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Un’altra volta fuori per la differenza reti. L’amarezza è tanta. Perché la torta così ben cucinata per 5 gare di Champions è venuta fuori dal forno senza la ciliegina. Colpa di un primo tempo di paura nel quale il Napoli lascia per lunghissimi tratti la possibilità di manovra al Liverpool, che ovviamente alla prima vera occasione ne approfitta. nIl secondo tempo è una girandola di emozioni condita da continui ribaltamenti di fronte, parate e tiri di poco fuori. Il cammino degli azzurri nella massima competizione europea si interrompe qui, al termine di un girone di ferro nel quale un sola sconfitta (questa di Anfield) diventa quella più pesante perché si traduce in Europa League.
 
 

5,5 OSPINA
Sul gol di Salah si addormenta, o meglio fa la figura del birillo. L’egiziano tira sul suo palo e lui si accascia goffamente sull’altro. Prova a farsi perdonare con qualche buona uscita alta e un bel colpo di reni su un pallonetto a botta sicura del solito Salah. Poi ancora da terra con il ginocchio, ma la frittata è oramai fatta.

6,5 MAKSIMOVIC
Non chiamatelo timido. Nella bolgia di Alfield affila i coltelli e lotta su ogni pallone. Protagonista di almeno una decina di duelli rusticani, non tira mai indietro la gamba. Lucido in appoggio quando c’è da dare una mano per la costruzione dell’azione, spinge e ripiega con ordine e disciplina.

7 ALBIOL
Prende per mano la difesa con chiusure previdenziali e grande gestione del pallone. Non gli serve avere il volto dipinto di azzurro per indossare i panni di Braveheart, perché lui è lottatore nell’anima. Lo sanno i suoi compagni e lo capiscono presto anche gli attaccanti di Klopp che iniziano a giragli a largo. 

7 KOULIBALY
Salah gli scappa via ed è un peccato perché quella resta l’unica sbavatura di una partita di sostanza e grande pulizia negli interventi. Nella ripresa parte subito forte staccandosi dai blocchi e provando spesso la discesa in solitaria nella metà campo avversaria. La fortuna, però, non lo assiste.

4,5 MARIO RUI
Primo tempo da incubo. Le frecce del Liverpool gli passano accanto e lui gli riesce a prendere solo la targa perché la possibilità di fermarli non c’è praticamente mai. Costantemente in apprensione, sbaglia anche le cose più facili come le diagonali che sembravano essere diventate la sua specialità.

5,5 CALLEJON
Prova ad affondare sulla destra, ma questa non  era una serata da scorribande. Allora prova a dare anche una mano in copertura dove Maksimovic è chiamato a fare spesso gli straordinari per contenere le sfuriate di Mané. José torna e si sacrifica con maturità anche se quella difensiva non è la sua fase.

7,5 ALLAN
È praticamente ovunque. Magneto in versione calciatore, perché attira a sé non solo il pallone, ma anche tutti gli avversari che passano dalle sue parti. Conquista metri con una fisicità che sembra innaturale viste le sue dimensioni, e non spreca neppure un pallone, anche quelli più caldi e difficili.

5 HAMSIK
Latita terribilmente in fase di costruzione dove un po’ si nasconde e un po’ sbaglia i palloni più caldi della gara. Mertens gli recapita sul destro gli capita un’occasione formato XL che a poco dall’inizio della gara spedisce di poco alta sulla traversa della porta di Alisson. Cresce nel finale, ma è tardi.

5,5 FABIAN RUIZ
Continua il periodo di apprendistato sulla conclusione con il “piede sordo”, il destro. E infatti dopo 5’ avrebbe l’occasione per calciare ma non trovandosela sul mancino perde tempo e l’occasione sfuma. Poi si fa perdonare con tanta generosità dispensata qua e là, ma questa volta non basta alla causa.

5 MERTENS
Tiene tutti col fiato sospeso dopo neppure un quarto d’ora quando Van Dijk lo mette a terra sulla trequarti e lui non si rialza per un bel po’. Si teme addirittura che abbia bisogno del cambio, ma stringe i denti. Nella ripresa ha subito un’occasione a capo aperto, ma la difesa del Liverpool lo bracca.

5,5 INSIGNE
Si sbraccia a più non posso, perché lui da Anfield vuole uscire con lo scalpo degli inglesi. È l’ultimo piccolo indiano a cadere, ma lì davanti la vita è dura con quei due cowboy di Maitp e Van Dijk tutti muscoli, cinturone e cappello a falde larghe. Spreca una grande occasione nel finale, forse decisiva.

5 ZIELINSKI
La prima mossa di Ancelotti per invertire la tenenza sulla sinistra. Ma dei suoi strappi non si vede neppure l’ombra. Peccato perché tra i centrocampisti del Napoli è quello dotato dei mezzi tecnici più brillanti. Continua il periodo di buio dal quale si spera riesca a venire fuori al più presto possibile.

5 MILIK
Dentro per aumentare la fisicità degli azzurri e dare fastidio ai giganti della difesa dei Reds. Finalmente un duello alla pari per Matip e Van Dijk che fino a quel momento avevano trascorso una serata di sostanziale tranquillità. Il polacco ha una voglia matta, ma Alisson gli dice no all’ultimo secondo.

6 GHOULAM
Dalla Champions alla Champions. Ritorna in Europa dopo il brutto infortunio del novembre 2017. Ancelotti lo butta dentro in un finale rovente con il preciso compito di rifornire quanti più palloni possibili all’ariete Milik. Il suo apporto, però, non è sufficiente a far venire giù il fortino dei Reds.

6 ANCELOTTI
Ha sempre detto che preferisce la coppa, ma senza specificare quale. Esce dalla Champions a testa altissima, con la consapevolezza di una squadra capace di giocarsela alla pari praticamente con tutte. Beffato dall’unica sconfitta del Napoli, quella sul campo più difficile, quella contro i vicecampioni d’Europa. Ora guarderà avanti, anche perché lui, specialista di Champions, l’Europa League non l’ha mai vinta.

6 SKOMINA
Si perde un cartellino rosso a Van Dijk che atterra Mertens in campo aperto. Chissà che non gli siano venute in mente le parole della vigilia di Klopp. Sta di fatto che ogni qual volta assegna qualcosa contro il Liverpool, Anfield lo riempie di fischi. A lungo andare, però, le sue scelte sono oculate e sempre attente. Non si lascia sfuggire di mano una partita bollente in uno stadio infernale dimostrando personalità.
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