Napoli, addio sogni scudetto:
​l'errore di insistere su uomini stanchi

Napoli, addio sogni scudetto: l'errore di insistere su uomini stanchi
di Francesco De Luca
Lunedì 16 Aprile 2018, 07:00 - Ultimo agg. 12:28
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C'è il rischio che lo scontro diretto di domenica prossima a Torino non segni la svolta: la Juve, dopo aver travolto la Samp, è in fuga verso il settimo scudetto consecutivo. Molto difficile colmare nelle ultime sei giornate il distacco di 6 punti per il Napoli, che contro il Milan ha collezionato il terzo consecutivo pareggio esterno. Donnarumma ha negato il gol a Milik laddove a Torino Mandzukic ha confermato il suo brillante momento affondando i doriani nel primo tempo. Non si scopre ora la differente cifra tecnica tra le squadre di Allegri e Sarri, coperta dalla maestria di Maurizio e dall'effervescenza degli azzurri, al comando della classifica per cinque mesi: eccellenti rivali dei bianconeri finché hanno retto le forze.

Non è stato lo 0-0 coi rossoneri a rovinare le chance del Napoli, ma il trend delle ultime settimane: fin dalla partita con la Roma (3 marzo, la seconda persa in 32 giornate) si è inceppato quello che appariva il meccanismo perfetto.

Gli azzurri avevano rischiato di finire a -7 già domenica scorsa, quando si erano trovati sotto di un gol contro il Chievo a pochi minuti dalla fine. Li avevano tenuti in corsa Milik e Diawara e sembrava essere stata un'iniezione di fiducia. Ma al Meazza non c'è stato l'atteso risveglio degli attaccanti. Insigne si è battuto con coraggio, sfiorando la rete; i suoi compagni Callejon e Mertens hanno confermato di essere appannati al punto che Sarri ha sostituito contemporaneamente il belga e Hamsik a metà ripresa, tentando di ravvivare il gioco con i polacchi Milik e Zielinski. Nella fase decisiva del campionato sta pesando l'appannamento della squadra, a cui il tecnico avrebbe potuto porre parzialmente rimedio utilizzando con maggiore minutaggio alcuni uomini - il rientrante Milik, Zielinski, Diawara, Rog - e invece ha insistito sullo stesso gruppo, anche se sfiancato da una stagione logorante. Certo, questo organico non è stato integrato dalla società nello scorso gennaio (è cosa nota: sarebbe servito un esterno per far rifiatare gli attaccanti), ma neanche è stata effettuata una minima rotazione degli uomini disponibili. Sarri non ha derogato dalla sua linea anche in presenza di una flessione evidente e questo è stato un errore.
 
Il problema ha riguardato l'attacco (5 i gol del Napoli a Cagliari e sei nelle successive sei gare, in cui Insigne, Mertens e Callejon hanno firmato una sola rete a testa) e il centrocampo, dove da tempo è meno brillante Jorginho e meno efficace Allan. Al Meazza, ieri, la difesa è andata in difficoltà nel primo tempo perché ha avuto poca copertura anche sul lato sinistro, però era prevedibile che Hysaj, adattato sulla corsia in assenza di Mario Rui (unico rinforzo del mercato estivo preso in considerazione, ma dopo il crac di Ghoulam), andasse in difficoltà contro Suso e Kessié. Il Napoli ha sofferto nel primo tempo: basso il ritmo, rare le verticalizzazioni e le conclusioni. Più aggressivo è stato a inizio ripresa e nel finale ha avuto quel lampo con Milik, che non è riuscito a creare la zona Arek: ha scelto il tiro angolato e non potente per superare Donnarumma, che non poteva trovare migliore parata per festeggiare le cento gare in rossonero. Il Milan, a 25 punti dagli azzurri e senza la coppia difensiva Bonucci-Romagnoli, ha giocato alla pari e, se vanno fatti i complimenti allo stabiese Gigio per la parata salvatutti su Milik, altrettanto bisogna fare con Reina, che è stato efficace negli interventi nel primo tempo contro quelli che saranno i suoi futuri compagni. Il Napoli dovrà scegliere uno o più portieri, ma anzitutto far chiarezza sul futuro di Sarri, che dopo la sollecitazione di De Laurentiis (assente al Meazza) a firmare il nuovo contratto ha detto: «Se i tifosi vogliono resto volentieri, senza discorsi economici». Dunque, non è questione di soldi e - a quanto pare - si potrebbe raggiungere un accordo tra la società e il tecnico per prolungare il rapporto: ecco, questo è l'unico buon segnale in una domenica amara per i tifosi napoletani, che si erano aggrappati al piede di Milik per continuare a sperare.

Come aveva fatto nel 2016, Allegri è riuscito a realizzare il sorpasso sul Napoli, che due anni fa era scattato in testa grazie ai gol di Higuain. La Juve ha sfruttato tutti i suoi campioni - fenomenale Douglas Costa, colpo del mercato estivo: tre assist nella partita con la Samp - e ha potuto così piazzarsi al vertice. Il dato delle partite giocate nell'anno solare 2018 dice tutto: la Juve ha conquistato il 95 per cento dei punti (37 su 39), il Napoli il 77 (30 su 39). La rincorsa si è fatta maledettamente più difficile, disperata, ma c'è tra sei giorni la Juve e dovrà essere la partita dell'orgoglio azzurro. E poi, in fondo, c'è un allenatore che dice di non volersi arrendere neanche davanti all'impietosa aritmetica.
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