Ancelotti a caccia dei fedelissimi:
formazione nuova anche a Torino

Ancelotti a caccia dei fedelissimi: formazione nuova anche a Torino
di Pino Taormina
Sabato 22 Settembre 2018, 11:30
3 Minuti di Lettura
A Madrid, dove al posto della dea Cibele avrebbero messo volentieri la sua statua, nella stagione in cui ha battuto il record di vittorie consecutive (22) di Leo Beenhakker e poi ha conquistato la «Decima» Champions della storia del Real, avevano il coraggio di dire: «Però, quel Carlo fa giocare sempre gli stessi». Già, poco turnover. Ma ti pare? Stessa cosa al Bayern Monaco, dove pure c'era una specie di formazione vintage con Lewandowski, Muller, Alaba, Hummels, Kimmich e Vidal che andavano in panchina solo quando erano a pezzi. Ora, invece Ancelotti, amante della buona cucina, si diverte a mescolare gli ingredienti anche in campo: e lo farà nel Napoli fino a quando non sarà contento della propria creatura.

Ancelotti è alla ricerca di un equilibrio e di una compattezza che dipendono dagli automatismi, dalla condizione atletica e dalla voglia di sacrificarsi oltre che dalle qualità individuali. Mai formazione uguale a quella di prima, fino ad adesso. E lo stesso sarà col Torino, domani.

Potrebbe riposare questo o quello, un Insigne o un Allan o persino un Koulibaly o un Hysaj, e al loro posto potremmo trovare un Verdi, un Malcuit o un Diawara. Non è questione di correttivi: Ancelotti cambia e cambierà ancora. Un modo per tracciare una riga tra sé e il suo predecessore. Non si tratta di essere aziendalista o meno, di voler piacere al nuovo presidente. È una questione di impegni: Carlo deve e vuole valorizzare la rosa che ha. Fa parte degli obiettivi che ha fissato con De Laurentiis al momento dell'intesa. E che ha condiviso. In primis perché crede negli uomini in panchina, è convinto che non sono vere riserve e poi perché l'idea di far crescere la banda di ragazzi in maglia azzurra è la sua grande scommesse. Lui continua giustamente a esaltare il materiale che ha, non può e non deve fare altro: l'arrivo della Champions, l'uso della panchina sarà una risorsa.
 
Cambiare l'ordine degli addendi ha inciso sul risultato finale di Genova con la Sampdoria e anche con la Stella Rossa. Il gruppo è rimasto quello che era. C'è chi la vuole lunga, perché gli piace annegare nelle scelte, e chi la preferisce corta, per non doverne compiere troppe. Ancelotti non ha dubbi: non esiste una formazione-tipo. Soprattutto a centrocampo e in attacco, cambierà. E lo farà perché devono giocare Zieliski e Diawara, Fabian e Allan, Verdi e Ounas. Ed è per questo che non può essere 4-3-3 ma anche il modulo cambierà. Come è sempre avvenuto nella sua carriera fatta di rombi, alberi di Natale, 4-4-2 e così via dicendo. Nelle tre stagioni alla Juventus, per esempio, all'alba della sua carriera, su 111 panchine bianconere il turnover era più che altro una sosta forzata solo in caso di necessità. Un po' di riposo veniva concesso ai big solo in Coppa Italia o nelle sfide di fascia-B. E basta. E così, lo zoccolo duro era composto dai soliti Tacchinardi (94 presenze), Filippo Inzaghi (92), Pessotto (90) Van Der Saar (88) e poi Zidane, Davids, Conte e Juliano. Gli altri, dovevano attendere.

Al Real, dove per l'appunto avevano il coraggio di muovergli appunti, poteva mettere in discussione qualche ruolo ma un posto in squadra lo trovavano quasi sempre Isco, Ronaldo, Benzema, Sergio Ramos, Bale, Marcelo e Carvajal. Neppure al Psg, dove pure ha lasciato il segno, nelle 77 panchine giocate nella Ville Lumiere, i suoi fedelissimi sono stati nell'ordine: Matuidi, Pastore, Sirigu, Maxwell, Jallet e Menex. Prima loro e poi gli altri. Non molto diversa la sua vita londinese: al Chelsea, dove ha vinto Fa e Premier, mica si è fatto tanti problemi. Nella gare chiavi, il blocco era composta da Malouda, Terry, Cech, Anelka, Drogba, Ivanovic, Lampard e Cole. Diciamo, l'ideale per potersi fidare. Neppure nei suoi nove anni al Milan, Ancelotti ha mai avuto la forza per fare a meno (se non di tanto in tanto) a Pirlo, Seedorf, Gattuso, Kakà, Dida, Nesta, Kaladze e così via.
© RIPRODUZIONE RISERVATA