Napoli, il cuore d'oro di Ancelotti:
«In campo per i bambini autistici»

Napoli, il cuore d'oro di Ancelotti: «In campo per i bambini autistici»
di Pino Taormina
Mercoledì 29 Agosto 2018, 08:00
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Inviato a Cicerale 

Sorride ogni volta che urlano il suo nome. Lo fa con il suo tradizionale garbo, Carlo Ancelotti. Non si sottrae a nulla nelle ore che ha deciso di voler regalare al suo amico Gerardo Antelmo che qui nel Basso Cilento, in questo paesino a pochi chilometri da Agropoli, ha decido di creare un centro di ricerca unico al mondo per trattare i bimbi affetti da autismo. Carlo Ancelotti lo aveva promesso quattro mesi fa, a Vancouver, nel ristorante di Pino e Celestino Posteraro quando Antelmo gli aveva illustrato le basi del suo progetto cilentano. «Neppure lui avrebbe mai immaginato che sarebbe poi venuto ad allenare il Napoli in questi giorni». Ancelotti ascolta gli interventi a piazza Umberto, nell'affascinante borgo di Monte Cicerale. Al suo fianco c'è la moglie Marianne: Ancelotti è partito subito dopo l'allenamento del pomeriggio da Castel Volturno in auto. E ha voluto guidare lui tre le stradine che dalla superstrada poi portano nella collina che dà sulla diga dell'Alento.
 

Avrebbe pure dovuto prendere parte a una gara di tressette, nella piccola terrazza del bar «Il giardinetto»: qui avevano organizzato tutto nei dettagli, compreso le squadre. Ma il duello a carte è saltato, per rispettare l'orario del talk show. Però Carlo e Marianne, sempre l'uno accanto all'altro, accettano i doni di cui il sindaco fa omaggio. «C'è pure un cornetto». «Bene, fa sempre bene», dice.
 
C'è un nuovo metodo da illustrare, una terapia in acqua per la cura dell'autismo, e Carletto sa bene che essere qui significa attirare la attenzioni verso un progetto che è in fase di decollo e che per questa realtà, famosa soprattutto per la produzione dei ceci, sarebbe vitale per evitare il continuo spopolamento. «Io ho una azienda agricola e qui riesco ancora a stare. Ma per tanti è difficile non andare via», racconta Antonio Vecchio (uno di quelli che doveva prendere parte alla sfida di tressette) un po' deluso per la partite di carte saltata per motivi di orario.

Pino Posteraro, il ristoratore cosentino legato da stretta amicizia racconta e titolare del Gioppino's: «Carlo ha una grande umanità e generosità. Sembrano cose speciali, ma queste cose per lui sono la normalità. È un uomo straordinario, sempre vicino a chi ha bisogno. Lo conosco da sette anni, si è sposato da noi». Ancelotti è rimasto colpito dal progetto. Ha promesso che non avrebbe parlato di calcio al Napoli. E nonostante i tentativi dei tifosi resta blindato.

Prende la parola Ancelotti in quella che è la sua prima vera e propria uscia pubblica non calcistica. «Non ho fatto fatica a dire di sì a questo invito, mi incuriosisce molto questo aspetto delle medicina, non ho la presunzione di fare un mestiere complicato come quello dei professori e dei medici che si occupano di queste iniziative: il mio lavoro è molto più semplice, ma anche il nostro è un mestiere sulla psiche che è assai importante anche sugli atleti, non è solo una questione tecnica o fisica. Ma anche psicologica», ha detto l'allenatore del Napoli. «Sono onorato di appoggiare questa iniziativa per i bambini, perché siamo tutti papà e siamo tutti nonni. Credo che siamo tutti noi legati ai bimbi, che sono una speranza per stare sempre meglio. E allora sono qui per appoggiare questa iniziativa molto innovativa. E ne sono fiero». Ma non è tutto. «A me piace vivere le mie esperienze calcistiche in questa maniera: conoscendo anche tutto quello che avviene nel territorio dove ho deciso di vivere». Resta anche per cena. «Mi porta avanti la passione e si fanno grande esperienze: il nostro è un lavoro di relazioni con gli altri, e se mi chiedi: «Chi sei tu? Io rispondo che sono una persona che fa l'allenatore. Davanti a tutti c'è la persona e quello che si fa. E si prova a fare il meglio»
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