«Ancelotti garanzia sul mercato,
attirerà i top player a Napoli»

«Ancelotti garanzia sul mercato, attirerà i top player a Napoli»
di Bruno Majorano
Lunedì 28 Maggio 2018, 07:00
3 Minuti di Lettura
Ha già fatto capire che con le panchine ha smesso, ma Fabio Capello resta sempre uno degli allenatori più vincenti del calcio italiano. In particolare ha conquistato tanti trofei allenando anche Carlo Ancelotti ai tempi del Milan. Ieri, però, Capello è stato tra i protagonisti di una delle tappe di Football Leader a Napoli, ed è stata anche l'occasione giusta per parlare del nuovo allenatore azzurro e non solo.

Cosa pensa dell'arrivo di Ancelotti a Napoli?
«Innanzitutto non me l'aspettavo. Avevo parlato con lui 10 giorni prima dell'annuncio e non mi ha detto niente. Mi ha sorpreso la tempestività con la quale si è concretizzato il matrimonio. Si sono incontrati e si sono subito detti sì».

Cosa cambia per gli scenari del campionato italiano?
«La sua presenza sulla panchina degli azzurri avvicinerà molto il Napoli alla Juventus, poi bisognerà anche vedere come si muoveranno sul mercato le altre squadre. I grandi allenatori sanno sempre cosa serve a una squadra per vincere, e Ancelotti è un grande allenatore».

Un grande allenatore, però, ha bisogno anche di una grande squadra.
«È chiaro che ha avuto promesse importanti dal punto di vista tecnico. In base all'uva che hai puoi fare il vino. Ogni allenatore ci mette del proprio. Ognuno ha le sue idee e anche lui cercherà di fare qualcosa di diverso. Bisogna capire cosa può cambiare».

Obiettivi?
«Mi aspetto che possa puntare alla Champions così come alle altre coppe e al campionato. Vorrà tornare ad essere competitivo in Italia e in Europa».

In chiave mercato, che segnale è l'arrivo di Carlo Ancelotti?
«Molto interessante e importante».
 
Perché?
«Stiamo parlando di un allenatore internazionale e i giocatori guardano agli allenatore prima di decidere dove andare. Ora il Napoli ha un allenatore di carattere internazionale e gioca la Champions, due fattori che possono essere molto determinanti nelle loro scelte».

Si può migliorare il lavoro di Sarri?
«Ok il calcio bello, ma la cosa che conta sono i punti perché si vince con quelli. Aveva ragione Boniperti, tutto il resto è niente. La bellezza deve essere funzionale al successo altrimenti è inutile. Mi diverto, certo, ma poi vado a vedere la bacheca e mi rendo conto che una grande squadra come il Real Madrid ha vinto tre Champions in altrettante finali nelle quali non avrebbe meritato per il gioco».

Allegri e Ancelotti hanno qualcosa in comune?
«Sono due grandi allenatori. Max è un ottimo tattico e lo sta dimostrando, dopo Conte sembrava non potesse succedergli nessuno ma si è calato alla perfezione nel contesto. Poi alla Juventus la mentalità dei giocatori aiuta gli allenatori».

Che pensa di Mancini come ct della Nazionale?
«Ha esperienza internazionale. Ora deve capire che squadra ha in mano e rendersi conto se i giovani sono maturi per indossare il peso della maglia azzurra».

Il calcio italiano è ancora poco allenante?
«Quest'anno abbiamo fatto un passo in avanti. Quando dominavamo in Europa e nel mondo i giocatori migliori venivano qui. Adesso i migliori vanno subito via e noi rimaniamo sempre a un livello più basso».

Zidane ha conquistato la sua terza Champions di fila, se lo aspettava?
«Ha fatto grandi cose».

Perché?
«I giocatori gli danno credito e poi lì c'è la mentalità del club che è vincente».

Cosa pensa delle parole di Cristiano Ronaldo dopo la finale di Champions?
«Secondo me era arrabbiato perché non ha segnato e teme di aver perso il Pallone d'oro».
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