Napoli, rabbia e accuse sui social:
«È rottura completa, tutti contro tutti»

Napoli, rabbia e accuse sui social: «È rottura completa, tutti contro tutti»
di Delia Paciello
Domenica 1 Dicembre 2019, 22:42 - Ultimo agg. 2 Dicembre, 07:00
4 Minuti di Lettura
Parolacce, imprecazioni e sfoghi di ogni genere da parte dei tifosi azzurri sul web. «Questo non è il mio Napoli», è il pensiero di molti. È successo davvero l’inaspettato infatti al San Paolo: il Bologna ha battuto 2-1 i padroni di casa reduci dal pareggio contro i campioni d’Europa all’Anfield Stadium, lì dove da oltre un anno tutti uscivano distrutti e senza neanche un punto in saccoccia. Se in Champions infatti la situazione appare molto favorevole, in campionato la classifica piange: 17 punti dalla vetta, assai pesanti da recuperare per la squadra che in estate si era autocandidata allo scudetto. «Com’è possibile? Sembrano due squadre diverse in Europa e in Serie A», notano in molti. «Forse in Champions ai giocatori conviene giocare bene per trovare altri acquirenti, in campionato sono demotivati»; «Prendono tanti soldi e poi giocano male per dimostrare il dissenso contro la società e non gli importa di far prendere collera a noi tifosi che manteniamo con le nostre forze questo sport», è l’insinuazione nei confronti dei calciatori.
 
 

Ma per la maggior parte dei napoletani il problema non è solo mentale e non dipende dai giocatori. Il primo capro espiatorio resta infatti Ancelotti: «Questa squadra non ha più un gioco, tatticamente e tecnicamente è distrutta»;  «Ma il blasonato tecnico ha capito che non ha a disposizione i campioni che ha avuto nelle altre squadre? Questi calciatori vanno allenati e indirizzati tatticamente, non sono i fuoriclasse che risolvono le partite leggendo autonomamente le situazioni»; «Imbarazzante quello che sta facendo questo allenatore»; «Carlo è un golosone che attende impaziente di mangiare il panettone», si legge sui social. Mentre impazza sempre più l’hashtag #Ancelottiout.

Eppure si sperava la crisi fosse finita dopo la buona prestazione con la squadra di Klopp: invece, a quanto pare, è stata solo una pausa momentanea. «Il Napoli mica può sempre sperare di incontrare squadrette come il Liverpool», ironizzano i pochi che riescono ancora.
Mentre la rabbia si impossessa ormai della maggior parte dei tifosi che dopo essere stati per diversi anni i primi rivali della Juventus, ora non accettano l’andazzo. «C'è una rottura complessiva, altrimenti non si spiega: sembra siano tutti contro tutti, non c'è armonia».

LEGGI ANCHE Il Napoli crolla in casa col Bologna

«Ci hanno illuso parlando apertamente di scudetto e continuano a prenderci in giro come ogni anno», si ribellano i napoletani. «Finché c’è De Laurentiis non vinceremo mai niente», aggiungono al ritornello. Eppure, facendo un passetto indietro alla fine della scorsa stagione, gli umori in città erano già neri nonostante il secondo posto: stadio semi deserto anche con un Napoli vincente. Il podio era ormai dato per scontato e vissuto senza alcuna emozione. Senza considerare invece l’impresa della squadra, visto il dato tecnico e gli investimenti economici degli altri club. E ora in tanti forse stanno prendendo consapevolezza della vera dimensione del Napoli: ci metterebbero la firma per poter lottare ancora per il secondo posto.

Le speranze intanto sono ormai spente. Non c’è più da gioire per il bel gioco, per le prodezze dei senatori in campo, e neanche per il gol di Llorente se poi ad ogni gara si vede chiara la difficoltà a mantenere il risultato e ancor di più a tornare in porta. E finanche il pareggio last minute sarebbe stato particolarmente gradito ora: «Quel brivido al 94esimo, poi rete annullata dal Var: il Napoli comunque non riesce più a vincere in campionato», è la presa di coscienza. «Per vedere lo spettacolo bisognerà aspettare, probabilmente, il Genk o febbraio se passiamo il turno», punge qualcuno.
 

E fra i fischi assordanti al San Paolo c’è chi urla: «Dovreste andare in ritiro autonomamente fino a Natale a questo punto». Rabbia, disperazione, una città che piange: il calcio a Napoli vale più di un semplice sport da guardare nel fine settimana. Il calcio a Napoli era diventato motivo di orgoglio, un riscatto sociale: la squadra della città che primeggia in Italia e si fa valere in Europa. E ora il sogno sfugge d’un tratto: qualcuno cerca ancora di aggrapparsi alla speranza, in tanti abbassano la testa, chiudono gli occhi e spengono il cuore azzurro: «Andate via tutti, non vogliamo vedere questo scempio», è l’ultimo urlo dei tifosi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA