Napoli, i tormenti del giovane Milik:
non si allena più con i compagni

Napoli, i tormenti del giovane Milik: non si allena più con i compagni
di Bruno Majorano
Martedì 20 Agosto 2019, 08:00 - Ultimo agg. 18:13
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Arek Milik è lo specchio di un'epoca. Rappresenta lo stereotipo del precario, cosa che nel mondo del calcio ha una valenza tutta particolare. Per fortuna di chi fa questo mestiere, infatti, lo stipendio a fine mese arriva a tutti, ma a essere in bilico è la possibilità di scendere in campo e giocare. Ecco, negli ultimi anni Milik ha dovuto - e deve tutt'ora - confrontarsi con chiunque. Con le ombre del passato di Higuain, con Mertens, con il fantasma di Cavani e con lo spettro di Icardi. Il tutto passando anche da due infortuni (uno per anno) ai crociati di due ginocchia.
 
Insomma, il solo fatto che sia ancora in piedi e che si presenti ai blocchi di partenza come l'attaccante titolare del Napoli è di per sé la dimostrazione di forza di questo ragazzone che solitamente sorride poco ma che con il pallone ci sa decisamente fare.

Perché una cosa è certa: i numeri sono tutti dalla sua parte. Alla sua prima stagione intera ha segnato 20 gol (tra campionato e coppe), senza mai avere la certezza di essere l'unico terminale offensivo di una squadra che nei due anni precedenti si era abituata a giocare senza centravanti. Ha battuto la paura di nuovi infortuni e anche lo scetticismo di chi lo voleva lontano da Napoli senza avergli dato praticamente manco mezza occasione di riscatto. Eppure, un'estate dopo, tutto è sembrato invariato, e dopo Cavani - prepotentemente accostato al Napoli nell'estate 2018 - adesso sta combattendo con il fantasma di Icardi, che a detta di molti può essere l'unico vero indiziato per far svoltare l'attacco di Ancelotti. Intanto Carletto non ha mai negato che Arek è l'attaccante del futuro del Napoli e da un anno a questa parte non si è mai tirato indietro quando si è trattato di dover prendere le difese del gigante polacco.

A proposito. L'estate di Milik è stata una montagna russa di stati d'animo. Perché è arrivato a Dimaro con il marchio di bomber designato per la prossima stagione, ma giorno dopo giorno ha sentito la fiducia scivolargli via come una panetta di burro. Non riusciva a ritrovarla in alcun modo e già alla seconda amichevole contro la Feralpi Salò (la prima per lui, arrivato con una settimana di ritardo rispetto al resto del gruppo) è finito in tribuna. Ha faticato a trovare appigli buoni ai quali aggrapparsi e anche i sorrisi sui social, che prima di Dimaro non si contavano dalle vacanze in Grecia con la bella Jessica, sono andati via via scemando. È come se il ritorno sul pianeta Napoli sia stato per il polacco un duro colpo anche sotto l'aspetto emotivo. Nessuno nel suo entourage ha fin qui parlato di trattative di cessione, ma allo stesso tempo anche la parola rinnovo rientra in quelle tabù. Il suo contratto scade nel 2021, questo vuol dire che non andrà in scadenza a partire dal prossimo gennaio, ma sta di fatto che al momento la sua situazione registra una calma piatta. Piatta anche come la sua condizione fisica che non sembra certo delle più brillanti come dimostrano gli ultimi giorni di allenamento differenziato. Non si sta muovendo con il gruppo, caso del destino, stessa sorte di Mauro Icardi, che però è tenuto ai margini da Conte che non lo considera parte del suo progetto tecnico. Arek nel progetto di Ancelotti c'è. O meglio c'è ancora. Perché fino a prova contraria è il polacco l'unico 9 in rosa. L'unico con le qualità fisiche per poter reggere l'attacco sulle proprie spalle e l'unico con le capacità da uomo d'area di rigore. Eppure il suo destino sembra sempre in bilico. Associato a doppio filo a quello di un altro attaccante che potrebbe o dovrebbe arrivare.

Icardi vorrebbe dire partenza di Milik, mentre Llorente potrebbe significare convivenza. Lo spagnolo ha caratteristiche più simili rispetto al polacco, che però dalla sua ha un'anagrafe (25 anni) decisamente più verde. In attesa delle risposte del mercato, però, c'è il campo. Il Napoli farà il suo esordio sabato sera a Firenze, dove Milik spera di esserci, magari anche dal primo minuto, magari anche con un gol. L'unico antidoto contro il mal di pancia e lo scetticismo.
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