Napoli, il countdown di Younes:
in panchina prima di Natale

Napoli, il countdown di Younes: in panchina prima di Natale
di Pino Taormina
Lunedì 19 Novembre 2018, 10:30
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Adesso Amin Younes può mettersi a scandire il suo conto alla rovescia: i tempi dilatati del dolore sono alle spalle, ora resta solo da capire quando potrà esordire con il Napoli. Poteva anche saltare tutto, questa estate. E non per la storia, fasulla, della Napoli stile Gomorra che avrebbe messo in fuga il 25enne nato a Düsseldorf ma con origini libanesi (con il padre emigrato quando il suo Paese era sconvolto dalla guerra). No, la rottura del tendine di Achille durante un banale scatto, avrebbe potuto far saltare tutto l'accordo definito già a gennaio. Ma Ancelotti frenò: «Perché mandarlo via? Servirà».

Già, il tecnico rimase colpito. Si allenava da solo per poterlo impressionare durante il ritiro in Val di Sole. Probabilmente Carlo nutre un certo affetto per quelli con problemi fisici, visto che la sua carriera, da un certo momento in poi, è stata tutta in salita. Ma il tecnico azzurro ribadì a Giuntoli: «Prendiamolo e rimettiamolo in piedi».

Corre ormai come un titolare. Gioca le partitelle con il resto della squadra. Ma da qui al ritorno in campo manca ancora un po' di tempo. I medici, nell'ultimo controllo, hanno palpato, tastato e capito: l'ala sinistra è guarita, non ci sono altre lesioni (esisteva il dubbio, non la certezza) e per dicembre non è escluso che possa sedersi in panchina. Tanto a bordo campo c'è posto per tutti. È dal 4 marzo, con il Vitesse, che non gioca. Perché dopo lo schiaffo all'Ajax, l'accordo sottobanco con il Napoli per andare via a parametro zero, il club dei Lancieri d'Olanda reagì mettendo fuori squadra. Facendolo scivolare prima nell'Ajax-B poi definitivamente ai margini. Con quel sospetto: da Napoli sarebbe fuggito dopo aver visto il centro tecnico di Castel Volturno e conosciuto alcune persone della zona. Roba senza senso.
 
Pronti, via. Eccolo su Instragram con le sue dichiarazione d'amore per Napoli e i suoi tesori. Ancelotti ha consigliato ad Amin di approfittare dei giorni liberi concessi per visitare Pompei. E il tedesco ha detto sì. E ha postato una foto agli Scavi, sorridente: «Un viaggio attraverso la storia italiana. Meravigliosa Pompei». Ma Younes è stato visto già altre volte sul lungomare: all'inizio poteva quasi passare inosservato, ora non più perché i tifosi hanno imparato a riconoscerlo. Nei prossimi giorni, in ogni caso, l'azzurro dovrebbe sottoporsi a un nuovo consulto che dia, finalmente il via libera al suo ritorno in campo. D'altronde, ha smesso da tempo di correre da solo e quindi se non è pronto, poco ci manca. «Tornerò come nuovo», ripeteva ai compagni a fine agosto, quando li incrociava per i corridoi del centro di Castel Volturno, dondolandosi sull'altalena di delusione e speranza, di pessimismo certo e buonumore forzato. Cinque mesi, forse ce ne vorrà ancora un altro. Il campionato fino ad adesso è stato come un film che è passato davanti agli occhi con i ritmi lenti di chi non sa guardare. Un tempo vuoto da riempire.

Il Genoa lo ha da tempo nel mirino e durante le chiacchiere per Piatek, il presidente Preziosi se ne è ricordato. Ma il club azzurro non farà muovere l'attaccante ingaggiato a parametro zero finché non sarà certo del suo recupero al cento per cento. Perché, come già successo in altre circostanze, vuole seguire passo dopo passo il recupero del proprio tesserato. Ancora trenta giorni e poi Younes, l'ex gioiello dell'Ajax potrà timbrare il suo primo cartellino italiano.
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